ENGLISH VERSION


Dati personali
Pubblicazioni
Articoli
CAP TV
Interviste
Voci dei lettori

 CERCA


Carlo A. Pelanda
X  

MENU   VITA   ARTICOLI   INTERVISTE
fb Tw print

IL PUNTO

--

28/7/2024

Più capitale privato per la proiezione in Africa

Nel novembre 2023 pubblicai il libro “Italia globale” (Rubbettino) per contribuire a strutturare e ad espandere una strategia geoeconomica che già appariva come tendenza del governo per salvare il modello economico export-led (circa il 40% del Pil direttamente ed indirettamente) in un contesto di deglobalizzazione conflittuale a cui era necessario reagire con una strategia di riglobalizzazione selettiva con gli alleati, ma dando all’Italia un nuovo attivismo. In parallelo ho chiesto al nucleo italiano nel mio gruppo di ricerca euroamericano in “geopolitica economica e finanziaria” di aggiornare continuamente la strategia.
Oggi questa presenta la necessità di prendere una posizione politica rilevante, che implica alleanze, in tre geocerchi: a) Unione Europa; b) Mediterraneo costiero e allargato nella direzione indopacifica e africana; c) nonché globo. Con quali alleanze? Qui un problema da risolvere. Nel cerchio europeo l’Italia si trova con un governo di destra-centro nell’ambito di una maggioranza europarlamentare di centro-sinistra più eurocentrica che euroglobale. Non è un grave impedimento perché nell’Ue conta di più il livello intergovernativo, ma potrebbe rendere difficoltoso lo spostamento di risorse europee per investimenti in Africa allineati alla strategia italiana. Bisognerà attendere le elezioni nazionali in Germania per valutare se un’alleanza italo-tedesca, la Francia appare comunque divergente, potrà portare più risorse del programma Ue Global Gateway nel Mediterraneo allargato in convergenza di interessi. Probabile, ma non scontato né in tempi brevi. Nel secondo cerchio la proiezione italiana richiede una convergenza forte con gli Stati Uniti, il cui grado e raggio potrà essere definito solo dopo le elezioni di novembre. Così come nel terzo cerchio. In sintesi, solo nel 2025 sarà possibile capire su quali alleanze forti poter contare. Quindi: come agire nei prossimi sei mesi? Il governo italiano ha aumentato le risorse per la proiezione in Africa sia costiera sia profonda creando agevolazioni per le imprese che lì investono. Le analisi correnti mostrano che gli alleati dell’Italia non hanno, al momento, programmi di forte proiezione concorrenziale verso l’Africa. E che – dato importante – in parecchie nazioni africane i leader non vogliono più essere strumenti di potenze straniere. Tale situazione favorisce l’approccio cooperativo del “Progetto Mattei” e indebolisce l’espansione del potere russo e cinese nell’area. Quindi la risposta alla domanda con chi cercare alleanze per il progetto africano è: gli africani stessi, in almeno una decina di nazioni. Le risorse statali italiane sono notevoli, ma ci vorrebbe più mobilitazione del capitale di investimento privato. Da favorire con tre mosse: aumento delle coperture assicurative per le aziende italiane che prendono posizione in Africa, accesso a più finanza agevolata per le stesse e inclusione del sistema bancario italiano negli accordi di partenariato strategico bilaterali.

ARCHIVIO

La forma economica del nuovo mondo bipolare

Allo sviluppo dell’Intelligenza artificiale manca quella individualizzabile

Dall’istruzione al potere cognitivo di massa

La guerra continua

Nonostante il dialogo sino-americano la guerra economica continuerà

La priorità di una dedebitazione parziale secca

Ecco la nuova economia della deterrenza

L’avvio dell’ecoadattamento realistico

La trasformazione dell’immigrazione in capitale

La priorità del nucleare di nuova generazione

Prestito irredimibile vs tassa extraprofitti

Europa estroversa vs Ue introversa

La posta in gioco è il dominio del triangolo India-Mediterraneo-Africa

La ricerca per una nuova (ri)globalizzazione

Più G7 contro le crisi multiple

Verso un triumvirato che salverà l’Ue

Dall’irrealismo all’ecorealismo, lentamente

La priorità dell’operazione patrimonio contro debito

Tardare il taglio dei tassi è un errore

Si intravedono i primi passi di esoindustrializzazione

La crisi del Mar Rosso impone scelte forti all’Italia

La presidenza del G7 come occasione per Roma di imparare il ruolo di esportatore attivo di sicurezza

La difesa della fiducia in un mondo metastabile

La relazione tra capitale e avvio della biocibernazione

La necessità di integrare finanza pubblica e privata per gli investimenti di sicurezza militare

Verso una ristabilizzazione geopolitica globale

Ridurre la vulnerabilità per poter calcolare il rischio

L’irruzione dell’AI implica una rivoluzione cognitiva di massa

Più risparmio verso investimenti produttivi

Serve una scienza della dedebitazione

Il possibile scenario “Dedebiting EU”

Necessario accelerare un Piano Enrico Fermi nell’Ue

Come adattarsi all’ecomutamento

Macron pensa di usare la Cina ma è Pechino che sfrutta lui

L’ambiguità della Bce è un pericolo se non corretta

Basta alluvioni e siccità estreme: è possibile

Come ridurre il costo di eventi meteo estremi

Convergenza euroamericana vs. autonomia strategica Ue

L’Ue è importante oltre sé stessa


Un futuribile Song sostituivo dei Brics

I motivi per meno pessimismo e più ottimismo

Serve una nuova Bretton Woods (digitale)

Compensazioni Ue per le aziende italiane sanzionate dalla Russia

Avviare un’ecopolitica realistica nell’Ue

La necessaria evoluzione dell’offerta turistica

Più capitale privato per la proiezione in Africa

Dalla priorità della decarbonizzazione a quella dell’ecoadattamento

La priorità a breve e a lungo di costruire la fiducia economica

Abolire il termine finanza ombra per quella non bancaria

L’opportunità per una nuova industria cinematografica italiana

Europa: meno di un’unione ma più di un’alleanza

Più garanzia di sicurezza ad Israele per ridurne l’aggressività

Operazione vetrina per capitalizzare le imprese italiane

L’attrazione di capitale è più utile degli investimenti a debito

Verso la convergenza tra sostenibilità ambientale ed economica

Perché l'Ue deve diventare più estroversa

L’evoluzione del G7 verso una comunità di difesa

La svolta di Israele

Verso il nuovo nucleare ed un eco-adattamento realistico

La strategia del Kissinger inverso

Il potenziale negoziale dell’Ue con Trump è forte

(c) Carlo Pelanda
FB TW

(c) 1999 Carlo Pelanda
Contacts: letters@carlopelanda.com
website by: Filippo Brunelli
Privacy policies
X
La tua privacy è importante
Utilizziamo, senza il tuo consenso, SOLO cookies necessari alla elaborazione di analisi statistiche e tecnici per l'utilizzo del sito. Chiudendo il Cookie Banner, mediante il simbolo "X" o negando il consenso, continuerai a navigare in assenza di cookie di profilazione. More info

Tutti Cookie tecnici Cookie analitici di terze parti

Accetto Chudi