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Carlo A. Pelanda
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IL PUNTO

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14/7/2025

Programmi integrati per trainare la reindustrializzazione europea

Nelle interazioni con think tank europei sto notando da tempo un incremento dell’attenzione verso una reindustrializzazione competitiva dell’Ue trainata da mega-programmi tecnologici con forte e prolungato sostegno della finanza pubblica. Questa attenzione è aumentata a picco negli ultimi giorni a causa di un indurimento divergente delle relazioni euroamericane sul piano dei dazi. Che vada bene o male il negoziato nelle prossime settimane, comunque c’è una rottura del rapporto di fiducia tra Ue e Stati Uniti a conduzione Trump che costringe la prima a programmare una propria autonomia militare ed energetica, senza rompere gli accordi Nato, ma utilizzando i nuovi standard di spesa approvati nel recente summit in Olanda per renderla massimamente produttiva per il mercato civile. Qui i risultati di una ricerca avviata nell’aprile scorso.

Il rapporto Draghi aveva anticipato questa necessità, ma via eccesso di debito condiviso infattibile. Tale valutazione ha portato il mio team di ricerca ad individuare un numero ristretto, ma con effetto espansivo massimo, di programmi paneuropei. Quelli individuati, al momento, sono due: un programma Eurodome per la difesa aerea e spaziale ed un New Euratom per accelerare la diffusione di sia di mini centrali nucleari (fissione) a sicurezza intrinseca sia di più grandi a fusione. Eurodome è stato simulato come cupola antimissile di tipo israeliano (Irondome), ma molto più estesa: controllo dell’orbita ed espandibilità globale. Centinaia di nuove tecnologie trasferibili, pur con certo degrado, al mercato civile da cui ricevere ulteriori innovazioni tecnologiche. Orizzonte 15 – 20 anni, ma con effetto fiducia anticipato sul mercato finanziario (expansive feedforward).

New Euratom: prima fase, centinaia di minicentrali a fissione (con riutilizzo di scorie nucleari ora in deposito rifiuti) prodotte in serie dopo test con scopo la riduzione rapida dalla dipendenza dai combustibili fossili, pur restando il gas essenziale fino al 2040/45, ma in riduzione; seconda fase, preparazione anticipata dei luoghi in Europa dove insediare le centrali a fusione di preparazione e testing temporalmente più lunghi. Il risultato atteso è la riduzione dei costi dell’energia che ha un massimo effetto stimolativo, produzione energetica più pulita ed abbondante nonché minore dipendenza geopolitica dell’area Ue. Questi due programmi eurointegrati sono sostenibili dalla finanza europea senza eccessi di debito e con effetto stimolativo massimo.

La ricerca in corso sta poi valutando in relazione al potenziale industriale dell’Italia quale spesa militare avrebbe la miglior ricaduta economica sistemica combinata con la deterrenza basata sulla superiorità tecnologica? L’evoluzione della guerra suggerisce:

a) robotica aerea, terrestre, marina (Nave Sapiens di Fincantieri è un precursore) e spaziale;
b) controllo dell’orbita qualificata da satelliti distruttori e da strumenti “occhio di Dio”;
c) soldati con dotazioni potenzianti, per esempio esoscheletri, con massima ricaduta sul mercato civile;
d) forza aerea di sesta generazione (integrata al sistema Eurodome detta sopra) con capacità di gestione di sciami di droni e di saturazione difensiva;
e) sistemi di super-medicina militare d’emergenza potenziati da robotica chirurgica in prima linea con effetti futurizzanti sul sistema ospedaliero civile;

f) alimenti superenergetici a basso peso e lunga conservazione sia per missioni militari sia per soccorso in caso di emergenze di massa civili; ecc. In sintesi solo questa lista parziale implica migliaia di nuove tecnologie con ricaduta stimolativa sull’industria civile. Se il riarmo prendesse questa via sarebbe un mega-investimento sistemico capace di sostenere una reindustrializzazione competitiva dell’Italia. Con chi? Certo non da sola, ma con chiunque sia utile nel mondo Nato, Ue e G7 e compatibile. Aggiornamenti.

ARCHIVIO

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Si intravedono i primi passi di esoindustrializzazione

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La difesa della fiducia in un mondo metastabile

La relazione tra capitale e avvio della biocibernazione

La necessità di integrare finanza pubblica e privata per gli investimenti di sicurezza militare

Verso una ristabilizzazione geopolitica globale

Ridurre la vulnerabilità per poter calcolare il rischio

L’irruzione dell’AI implica una rivoluzione cognitiva di massa

Più risparmio verso investimenti produttivi

Serve una scienza della dedebitazione

Il possibile scenario “Dedebiting EU”

Necessario accelerare un Piano Enrico Fermi nell’Ue

Come adattarsi all’ecomutamento

Macron pensa di usare la Cina ma è Pechino che sfrutta lui

L’ambiguità della Bce è un pericolo se non corretta

Basta alluvioni e siccità estreme: è possibile

Come ridurre il costo di eventi meteo estremi

Convergenza euroamericana vs. autonomia strategica Ue

L’Ue è importante oltre sé stessa


Un futuribile Song sostituivo dei Brics

I motivi per meno pessimismo e più ottimismo

Serve una nuova Bretton Woods (digitale)

Compensazioni Ue per le aziende italiane sanzionate dalla Russia

Avviare un’ecopolitica realistica nell’Ue

La necessaria evoluzione dell’offerta turistica

Più capitale privato per la proiezione in Africa

Dalla priorità della decarbonizzazione a quella dell’ecoadattamento

La priorità a breve e a lungo di costruire la fiducia economica

Abolire il termine finanza ombra per quella non bancaria

L’opportunità per una nuova industria cinematografica italiana

Europa: meno di un’unione ma più di un’alleanza

Più garanzia di sicurezza ad Israele per ridurne l’aggressività

Operazione vetrina per capitalizzare le imprese italiane

L’attrazione di capitale è più utile degli investimenti a debito

Verso la convergenza tra sostenibilità ambientale ed economica

Perché l'Ue deve diventare più estroversa

L’evoluzione del G7 verso una comunità di difesa

La svolta di Israele

Verso il nuovo nucleare ed un eco-adattamento realistico

La strategia del Kissinger inverso

Il potenziale negoziale dell’Ue con Trump è forte

Le sfide della nuova Guerra fredda

L’Ue ha una struttura economica forte che dopo cambiamenti le darà un destino positivo

La sicurezza richiede un’economia della deterrenza

Verso la nuova strategia di politica industriale

Italia globale, missione possibile

I motivi concreti per un’Italia ottimista


Mondo turbolento, ma improbabile il caso peggiore

Serve un Consiglio per la sicurezza nazionale sistemica

La priorità del nucleare innovativo

L’America dovrà correggere l’eccesso di americanismo

Riflessioni di minoranza sull’effetto Pax Mediterranea di un presidio statunitense dell’area

La strategia geoeconomica dell’Italia nel cambio di mondo

Soluzioni per una riconvergenza euroamericana

Primi segnali per una riconvergenza euroamericana pragmatica

Come estrarre burro dai cannoni

Il mondo finanziario ha la necessità di moderare Trump

Benefici sistemici del riarmo europeo a date condizioni

In America cresce la pressione per moderare gli eccessi controproducenti

Probabilità di una futura correzione interna degli eccessi di Trump

La rilevanza di un accordo Ue – Regno Unito

Verso la riconvergenza tra America ed alleati

Verso una configurazione bipolare del globo, ma meno conflittuale

Verso un mercato integrato del Mediterraneo

Verso un mondo bipolare, ma con varchi

Motivi per un ottimismo economico non eccessivo

La gestione di uno scenario conflittuale continuo via Nova Pax

Passi avanti della convergenza euroamericana nella Nato

L’effetto stimolativo degli investimenti per la sicurezza

In bilico tra escalation e de-escalation

La ricerca della fiducia finanziaria in un’era metastabile

Eurodome per la sicurezza e la reindustrializzazione innovativa dell’Ue

La nuova età della robotica autonoma richiede più potere cognitivo degli umani

Programmi integrati per trainare la reindustrializzazione europea

(c) Carlo Pelanda
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