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Carlo A. Pelanda
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IL PUNTO

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9/7/2023

Nonostante il dialogo sino-americano la guerra economica continuerà

Sta aumentando la domanda da parte di attori industriali e finanziari ai centri di ricerca statunitensi ed europei, tra cui quello di chi scrive (Stratematica), di scenari per capire quale tipo di conflitto vi sarà tra America e Cina. La risposta preliminare abbastanza simile dei think tank è che il conflitto da generale si sta trasformando in selettivo, tendenza che limita la deglobalizzazione. Ma in parecchi resta aperto un interrogativo: potrà l’intensità del conflitto selettivo ritrasformarsi in generale, consolidando la tendenza bipolare, cioè la formazione di un mercato sinocentrico ed amerocentrico (G7 ed alleati) separati da confini forti pur non totali?
Il punto critico dello scenario, appunto, è il grado di intensità del conflitto selettivo. La strategia statunitense di negazione a Pechino degli accessi a tecnologie di superiorità tende ad essere totale. La pressione di Washington per ridurre la presenza di aziende manifatturiere e finanziarie statunitensi è forte, pur non rapida per la resistenza delle imprese a ridurre un ingaggio profittevole nel mercato della Cina continentale. Ma il reshoring e friendshoring/nearshoring americano è una tendenza, quello europeo anche, pur meno intenso e rapido per la difficoltà della Germania di ridurre i flussi con la Cina e la posizione della Francia che cerca un ruolo di terza forza dell’Ue in un sistema internazionale multipolare e non bipolare. L’azione americana di creare un cordone sanitario militare attorno alla Cina, pur mitigata dalla volontà di interlocuzioni con Pechino per evitare confronti diretti e incidenti, nel Pacifico è molto estensiva. L’azione in Africa tende a ridurre l’influenza cinese: Janet Yellen ha invocato la limitazione del decoupling tra America e Cina stessa, poco tempo fa ha visitato una decina di nazioni africane per convincerle a sostituire la dipendenza finanziaria da Pechino, e conseguenze, promettendo aiuti americani. La competizione nello spazio extraterrestre, pur poco nota, è crescente. Pechino, pur questa apprezzando il mantenimento dei flussi commerciali globali di materiali non classificati come strategici, mostra segni di ritenere il conflitto selettivo come uno generale e sta cercando di reagire in modo simmetrico, per esempio limitando l’esportazione di materie prime strategiche. Ma più importante è la postura di una sinosfera semi-autarchica che sia indipendente dal dollaro, dagli investimenti esteri, e di un’offensiva diplomatica per allargare la sinosfera stessa e mantenere posizioni in Europa (premendo su Francia e Germania, in particolare) nonché accelerare il riarmo. Pertanto l’ipotesi corrente di scenario è che il limite alla deglobalizzazione non sia sufficiente per evitare la formazione di due riglobalizzazioni selettive contrapposte che competono per espandersi più dell’altra, geograficamente in orizzontale e tecnologicamente in verticale. Se così il condizionamento, ma anche il sostegno, geopolitico per le aziende occidentali sarà crescente.

ARCHIVIO

La forma economica del nuovo mondo bipolare

Allo sviluppo dell’Intelligenza artificiale manca quella individualizzabile

Dall’istruzione al potere cognitivo di massa

La guerra continua

Nonostante il dialogo sino-americano la guerra economica continuerà

La priorità di una dedebitazione parziale secca

Ecco la nuova economia della deterrenza

L’avvio dell’ecoadattamento realistico

La trasformazione dell’immigrazione in capitale

La priorità del nucleare di nuova generazione

Prestito irredimibile vs tassa extraprofitti

Europa estroversa vs Ue introversa

La posta in gioco è il dominio del triangolo India-Mediterraneo-Africa

La ricerca per una nuova (ri)globalizzazione

Più G7 contro le crisi multiple

Verso un triumvirato che salverà l’Ue

Dall’irrealismo all’ecorealismo, lentamente

La priorità dell’operazione patrimonio contro debito

Tardare il taglio dei tassi è un errore

Si intravedono i primi passi di esoindustrializzazione

La crisi del Mar Rosso impone scelte forti all’Italia

La presidenza del G7 come occasione per Roma di imparare il ruolo di esportatore attivo di sicurezza

La difesa della fiducia in un mondo metastabile

La relazione tra capitale e avvio della biocibernazione

La necessità di integrare finanza pubblica e privata per gli investimenti di sicurezza militare

Verso una ristabilizzazione geopolitica globale

Ridurre la vulnerabilità per poter calcolare il rischio

L’irruzione dell’AI implica una rivoluzione cognitiva di massa

Più risparmio verso investimenti produttivi

Serve una scienza della dedebitazione

Il possibile scenario “Dedebiting EU”

Necessario accelerare un Piano Enrico Fermi nell’Ue

Come adattarsi all’ecomutamento

Macron pensa di usare la Cina ma è Pechino che sfrutta lui

L’ambiguità della Bce è un pericolo se non corretta

Basta alluvioni e siccità estreme: è possibile

Come ridurre il costo di eventi meteo estremi

Convergenza euroamericana vs. autonomia strategica Ue

L’Ue è importante oltre sé stessa


Un futuribile Song sostituivo dei Brics

I motivi per meno pessimismo e più ottimismo

Serve una nuova Bretton Woods (digitale)

Compensazioni Ue per le aziende italiane sanzionate dalla Russia

Avviare un’ecopolitica realistica nell’Ue

La necessaria evoluzione dell’offerta turistica

Più capitale privato per la proiezione in Africa

Dalla priorità della decarbonizzazione a quella dell’ecoadattamento

La priorità a breve e a lungo di costruire la fiducia economica

Abolire il termine finanza ombra per quella non bancaria

L’opportunità per una nuova industria cinematografica italiana

Europa: meno di un’unione ma più di un’alleanza

Più garanzia di sicurezza ad Israele per ridurne l’aggressività

Operazione vetrina per capitalizzare le imprese italiane

L’attrazione di capitale è più utile degli investimenti a debito

Verso la convergenza tra sostenibilità ambientale ed economica

Perché l'Ue deve diventare più estroversa

L’evoluzione del G7 verso una comunità di difesa

La svolta di Israele

Verso il nuovo nucleare ed un eco-adattamento realistico

La strategia del Kissinger inverso

Il potenziale negoziale dell’Ue con Trump è forte

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