ENGLISH VERSION


Dati personali
Pubblicazioni
Articoli
CAP TV
Interviste
Voci dei lettori

 CERCA


Carlo A. Pelanda
X  

MENU   VITA   ARTICOLI   INTERVISTE
fb Tw print

IL PUNTO

--

17/10/2024

Perché l'Ue deve diventare più estroversa

C’è ovviamente molta attenzione sulle elezioni presidenziali e di parte del Congresso negli Stati Uniti del 5 novembre. Ma ho chiesto alla parte statunitense del mio gruppo di ricerca di analizzare più a fondo le sfide che l’America dovrà affrontare nel prossimo futuro, ipotizzando che destra o sinistra non potranno agire in modi troppo diversi, con lo scopo di collegare tale analisi a cosa dovranno fare le nazioni europee.
Continuità della politica estera
Tale ipotesi si è basata sulla sostanziale continuità, dal 2013, depurandola dai dettagli, della politica estera statunitense (e parzialmente quella economica) nelle amministrazioni Obama, Trump e Biden. Da cui ho ricavato, appunto, un’ipotesi continuista - almeno sul piano macro - della prossima amministrazione.
Qualcuno, a ragione, potrebbe dire che l’Amministrazione Trump è stata discontinua con quella Obama perché ritirò l’America dal già siglato Trattato Tpp (mercato amerocentrico nel Pacifico) e lasciato morire il Ttip (mercato euroamericano integrato) nonché pressato l’Ue, la Germania in particolare. Ma il segretario di Stato Mike Pompeo - con il sostegno della burocrazia imperiale bipartisan, penso - corresse tale impostazione americanista ricostruendo la relazione euroamericana e quella con il G7 nonché dando due nuove missioni alla Nato, cioè space e cyber. Inoltre nel 2017 Donald Trump rese esplicita l’ostilità verso la Cina in continuità con Barack Obama che aveva concepito Tpp e Ttip per, silenziosamente, escludere e contrastare Pechino e Mosca. Per l’analisi macrosistemica ciò è indizio di continuità metapartitica.
Verso una maggiore autonomia europea
Da quando? Giovane studente, incontrai Henry Kissinger nel 1973 in un think tank a Washington quando stava elaborando la dottrina della transizione dalla gestione singola statunitense del pianeta a una collettiva (Library Group), forse origine del G5 poi G7. Mi spiegò che il presidio mondiale eccedeva le capacità americane di sostenerlo e che servivano partner oltre che per dividere Cina e Unione Sovietica per depotenziare la seconda, nemico principale del tempo.
Oggi il problema di gap americano è più grave perché l’America, pur superpotenza, non ha più la forza per gestire fronti multipli e dovrà concentrarsi su quelli del Pacifico e dell’Artico per costruire una dissuasione verso Cina e Russia utile a un equilibrio di potere tra blocchi. In questo scenario l’Ue non potrà più usare senza costi l’ombrello statunitense di sicurezza e dovrà rinforzarne uno proprio. Autonomo? Non c’è la scala e quindi dovrà essere interno alla Nato e con una pressione (già visibile) della Nato stessa a interfacciarsi con le alleanze compatibili del Pacifico.
In sintesi, l’Ue dovrà diventare più estroversa, in particolare verso Africa e Sudamerica, e investire di più in sicurezza. Trump o Harris faranno la differenza per importanti dettagli, ma è improbabile sul piano della macrotendenza. Trattato economico euroamericano? Penso sia più produttivo impostare la strutturazione economica e finanziaria di un G7 in espansione.

ARCHIVIO

La forma economica del nuovo mondo bipolare

Allo sviluppo dell’Intelligenza artificiale manca quella individualizzabile

Dall’istruzione al potere cognitivo di massa

La guerra continua

Nonostante il dialogo sino-americano la guerra economica continuerà

La priorità di una dedebitazione parziale secca

Ecco la nuova economia della deterrenza

L’avvio dell’ecoadattamento realistico

La trasformazione dell’immigrazione in capitale

La priorità del nucleare di nuova generazione

Prestito irredimibile vs tassa extraprofitti

Europa estroversa vs Ue introversa

La posta in gioco è il dominio del triangolo India-Mediterraneo-Africa

La ricerca per una nuova (ri)globalizzazione

Più G7 contro le crisi multiple

Verso un triumvirato che salverà l’Ue

Dall’irrealismo all’ecorealismo, lentamente

La priorità dell’operazione patrimonio contro debito

Tardare il taglio dei tassi è un errore

Si intravedono i primi passi di esoindustrializzazione

La crisi del Mar Rosso impone scelte forti all’Italia

La presidenza del G7 come occasione per Roma di imparare il ruolo di esportatore attivo di sicurezza

La difesa della fiducia in un mondo metastabile

La relazione tra capitale e avvio della biocibernazione

La necessità di integrare finanza pubblica e privata per gli investimenti di sicurezza militare

Verso una ristabilizzazione geopolitica globale

Ridurre la vulnerabilità per poter calcolare il rischio

L’irruzione dell’AI implica una rivoluzione cognitiva di massa

Più risparmio verso investimenti produttivi

Serve una scienza della dedebitazione

Il possibile scenario “Dedebiting EU”

Necessario accelerare un Piano Enrico Fermi nell’Ue

Come adattarsi all’ecomutamento

Macron pensa di usare la Cina ma è Pechino che sfrutta lui

L’ambiguità della Bce è un pericolo se non corretta

Basta alluvioni e siccità estreme: è possibile

Come ridurre il costo di eventi meteo estremi

Convergenza euroamericana vs. autonomia strategica Ue

L’Ue è importante oltre sé stessa


Un futuribile Song sostituivo dei Brics

I motivi per meno pessimismo e più ottimismo

Serve una nuova Bretton Woods (digitale)

Compensazioni Ue per le aziende italiane sanzionate dalla Russia

Avviare un’ecopolitica realistica nell’Ue

La necessaria evoluzione dell’offerta turistica

Più capitale privato per la proiezione in Africa

Dalla priorità della decarbonizzazione a quella dell’ecoadattamento

La priorità a breve e a lungo di costruire la fiducia economica

Abolire il termine finanza ombra per quella non bancaria

L’opportunità per una nuova industria cinematografica italiana

Europa: meno di un’unione ma più di un’alleanza

Più garanzia di sicurezza ad Israele per ridurne l’aggressività

Operazione vetrina per capitalizzare le imprese italiane

L’attrazione di capitale è più utile degli investimenti a debito

Verso la convergenza tra sostenibilità ambientale ed economica

Perché l'Ue deve diventare più estroversa

L’evoluzione del G7 verso una comunità di difesa

La svolta di Israele

Verso il nuovo nucleare ed un eco-adattamento realistico

La strategia del Kissinger inverso

Il potenziale negoziale dell’Ue con Trump è forte

(c) Carlo Pelanda
FB TW

(c) 1999 Carlo Pelanda
Contacts: letters@carlopelanda.com
website by: Filippo Brunelli
Privacy policies
X
La tua privacy è importante
Utilizziamo, senza il tuo consenso, SOLO cookies necessari alla elaborazione di analisi statistiche e tecnici per l'utilizzo del sito. Chiudendo il Cookie Banner, mediante il simbolo "X" o negando il consenso, continuerai a navigare in assenza di cookie di profilazione. More info

Tutti Cookie tecnici Cookie analitici di terze parti

Accetto Chudi