IL PUNTO
--
14/4/2024
Il possibile scenario “Dedebiting EU”
Da anni invoco la creazione di un Fondo italiano di bilanciamento (Fib) a cui conferire (parte) del patrimonio pubblico disponibile (immobili, partecipazioni e concessioni) per ridurre sostanzialmente il debito pubblico nazionale in 10-15 anni, sia valorizzando gli asset sia vendendoli gradualmente. Un giovane dottorando mi ha stimolato a pensare ad una europeizzazione delle operazioni “patrimonio pubblico contro debito” per dare loro una configurazione di “safe asset” globalmente riconosciuto per la robustezza della garanzia europea, da cui derivare eventuali bond comuni finalizzati alla dedebitazione progressiva dei singoli Stati con beneficio della stabilità finanziaria dell’Eurozona intera, tra cui la facilitazione dell’unione bancaria e dell’integrazione del mercato dei capitali. A cui aggiungere il possibile beneficio della dedebitazione strutturale in relazione allo scenario futuro che rende probabile un aumento della spesa pubblica per la sicurezza militare, la transizione ecologica ed investimenti futurizzanti per cavalcare la rivoluzione tecnologica in atto: ridurre il debito complessivo europeo per aumentare lo spazio fiscale per investimenti competitivi delle singole nazioni e dei programmi europei.
La proposta del giovane ricercatore ha molto senso sia nelle contingenze sia in prospettiva, anche valutando il rischio di perdita di competitività dell’ambiente economico europeo che va contrastato con mega-investimenti che richiedono, appunto, più spazio fiscale conquistato via riduzione del debito. E mi ha fatto riesumare uno studio condotto nel 2005-06 in preparazione del libro La grande alleanza (Angeli, 2006), in Italiano ed Inglese, in cui era proposta una maggiore integrazione economica del G7 ed un suo ingrandimento via cooptazione di nuove nazioni compatibili, tra cui un fondo che integrasse conferimenti di patrimonio pubblico nazionali per valorizzarli e dismetterli nel tempo come asset di garanzia intermedio di ultima istanza precursore di un più remoto accordo tra Banche centrali e conseguente metamoneta (tipo l’Ecu europeo). Ma il tema fu stralciato dal libro perché i commenti preliminari lo valutavano troppo “fantafinanza”. Ora andrebbe ripreso – e c’è una vaga tendenza collaborativa iniziale – ma sarebbe fondamentale un esperimento anticipativo a livello Ue. Idee? Per iniziare ogni euronazione dovrebbe fare un Fondo nazionale di bilanciamento (Fnb) in collaborazione con la Commissione e la Bce da cui ottenere un bollino blu come certificazione dei valori base degli asset e loro eventuale incremento. Da cui potrebbe conseguire un numero Isin per quotazione su Borse titoli con una forma di garanzia europea. I risultati delle vendite andrebbero alle nazioni conferitarie, ma prima tale meccanismo dovrebbe aumentare il rating dei debiti sovrani. A chi interessa: il programma “Dedebiting EU” è stato avviato nel think tank Stratematica.
La forma economica del nuovo mondo bipolare
Allo sviluppo dell’Intelligenza artificiale manca quella individualizzabile
Dall’istruzione al potere cognitivo di massa
La guerra continua
Nonostante il dialogo sino-americano la guerra economica continuerà
La priorità di una dedebitazione parziale secca
Ecco la nuova economia della deterrenza
L’avvio dell’ecoadattamento realistico
La trasformazione dell’immigrazione in capitale
La priorità del nucleare di nuova generazione
Prestito irredimibile vs tassa extraprofitti
Europa estroversa vs Ue introversa
La posta in gioco è il dominio del triangolo India-Mediterraneo-Africa
La ricerca per una nuova (ri)globalizzazione
Più G7 contro le crisi multiple
Verso un triumvirato che salverà l’Ue
Dall’irrealismo all’ecorealismo, lentamente
La priorità dell’operazione patrimonio contro debito
Tardare il taglio dei tassi è un errore
Si intravedono i primi passi di esoindustrializzazione
La crisi del Mar Rosso impone scelte forti all’Italia
La presidenza del G7 come occasione per Roma di imparare il ruolo di esportatore attivo di sicurezza
La difesa della fiducia in un mondo metastabile
La relazione tra capitale e avvio della biocibernazione
La necessità di integrare finanza pubblica e privata per gli investimenti di sicurezza militare
Verso una ristabilizzazione geopolitica globale
Ridurre la vulnerabilità per poter calcolare il rischio
L’irruzione dell’AI implica una rivoluzione cognitiva di massa
Più risparmio verso investimenti produttivi
Serve una scienza della dedebitazione
Il possibile scenario “Dedebiting EU”
Necessario accelerare un Piano Enrico Fermi nell’Ue
Come adattarsi all’ecomutamento
Macron pensa di usare la Cina ma è Pechino che sfrutta lui
L’ambiguità della Bce è un pericolo se non corretta
Basta alluvioni e siccità estreme: è possibile
Come ridurre il costo di eventi meteo estremi
Convergenza euroamericana vs. autonomia strategica Ue
L’Ue è importante oltre sé stessa
Un futuribile Song sostituivo dei Brics
I motivi per meno pessimismo e più ottimismo
Serve una nuova Bretton Woods (digitale)
Compensazioni Ue per le aziende italiane sanzionate dalla Russia
Avviare un’ecopolitica realistica nell’Ue
La necessaria evoluzione dell’offerta turistica
Più capitale privato per la proiezione in Africa
Dalla priorità della decarbonizzazione a quella dell’ecoadattamento
La priorità a breve e a lungo di costruire la fiducia economica
Abolire il termine finanza ombra per quella non bancaria
L’opportunità per una nuova industria cinematografica italiana
Europa: meno di un’unione ma più di un’alleanza
Più garanzia di sicurezza ad Israele per ridurne l’aggressività
Operazione vetrina per capitalizzare le imprese italiane
L’attrazione di capitale è più utile degli investimenti a debito
Verso la convergenza tra sostenibilità ambientale ed economica
Perché l'Ue deve diventare più estroversa
L’evoluzione del G7 verso una comunità di difesa
La svolta di Israele
Verso il nuovo nucleare ed un eco-adattamento realistico
La strategia del Kissinger inverso
Il potenziale negoziale dell’Ue con Trump è forte
(c) Carlo Pelanda