IL PUNTO
--
25/6/2023
Europa estroversa vs Ue introversa
In prima lettura il documento presentato da Francia e Germania con oggetto la revisione dell’architettura Ue per gestirne l’allargamento a 35 nazioni, pur obiettivo importante, mostra molteplici difetti di ingegneria istituzionale: la visione è troppo introversa. In ogni caso un’Ue con circa 500 milioni di abitanti, o poco più, resterà un piccolo mercato sul piano mondiale. Alle nazioni europee associate, invece, serve un più ampio mercato sicuro, cioè con almeno un minimo di regole basiche condivise dai partecipanti che diano certezza ai contratti tra aziende private.
Nel gruppo di ricerca di chi scrive è stata formulata una bozza di ipotesi che possa permettere alle aziende ed al capitale europei la frequentazione di un mercato molto ampio, in espansione geopolitica e geoeconomica a sicurezza crescente (ombrello di accordi intergovernativi) via inclusioni progressive. Questa visione di una Ue estroversa ha generato l’ipotesi di una nuova architettura di mercato comune con altre aree del mondo, a partire dal Mediterraneo costiero e profondo (interfaccia con il Pacifico) con estensione nell’Asia centrale, inizialmente definibile come Common Economic Area (Cea). Oppure Ekumene (casa comune), su suggerimento di un giovane ricercatore greco, facendo riferimento al mercato ellenistico mediterraneo nel terzo secolo a.C. prima della totale conquista romana. La sua architettura prevede la partecipazione dell’Ue ad accordi con nazioni non Ue, in progressione, e la creazione di una banca di investimento dedicata, il tutto gestito da un’organizzazione comune. Il passo geopolitico principale sarebbe quello di rompere il millenario Muro del Mediterraneo tra area cristiana ed islamica. Atto che faciliterebbe la connessione tra la nuova linea infrastrutturale che connetterà India, penisola arabica, Mediterraneo con approdo nell’Ue, recentemente annunciata nel G20 in India, con la sponsorizzazione degli Stati Uniti e la partecipazione attiva dell’Italia. Washington sta cercando di velocizzare l’accordo tra Arabia ed Israele per velocizzare l’inclusione della prima ed il ruolo di interfaccia tra regioni del Golfo e del Mediterraneo di Israele (Egitto, Giordania, ecc.) stessa, anche potenziando l’accordo di Abramo tra questa e gli Emirati. Inoltre, l’America ha lanciato un’iniziativa atlantica verso l’Europa, l’Africa ed il Sudamerica. Ciò apre la partecipazione statunitense alla Cea – Ekumene che potenzierebbe la spinta per l’inclusione dell’Africa. In sintesi, questo scenario - con parecchi pezzi già avviati – darebbe tendenzialmente (25 anni, passo dopo passo con metodo funzionalista) alle aziende europee un’area di mercato strutturato e sicuro di circa 5 miliardi di persone. Ovviamente non va dimenticata la configurazione interna dell’Ue. Ma va valutata con lo scopo di allargare il raggio di mercato sicuro per gli enti europei e non per far mantenere alla diarchia franco-tedesca il dominio su una piccola area di mercato.
La forma economica del nuovo mondo bipolare
Allo sviluppo dell’Intelligenza artificiale manca quella individualizzabile
Dall’istruzione al potere cognitivo di massa
La guerra continua
Nonostante il dialogo sino-americano la guerra economica continuerà
La priorità di una dedebitazione parziale secca
Ecco la nuova economia della deterrenza
L’avvio dell’ecoadattamento realistico
La trasformazione dell’immigrazione in capitale
La priorità del nucleare di nuova generazione
Prestito irredimibile vs tassa extraprofitti
Europa estroversa vs Ue introversa
La posta in gioco è il dominio del triangolo India-Mediterraneo-Africa
La ricerca per una nuova (ri)globalizzazione
Più G7 contro le crisi multiple
Verso un triumvirato che salverà l’Ue
Dall’irrealismo all’ecorealismo, lentamente
La priorità dell’operazione patrimonio contro debito
Tardare il taglio dei tassi è un errore
Si intravedono i primi passi di esoindustrializzazione
La crisi del Mar Rosso impone scelte forti all’Italia
La presidenza del G7 come occasione per Roma di imparare il ruolo di esportatore attivo di sicurezza
La difesa della fiducia in un mondo metastabile
La relazione tra capitale e avvio della biocibernazione
La necessità di integrare finanza pubblica e privata per gli investimenti di sicurezza militare
Verso una ristabilizzazione geopolitica globale
Ridurre la vulnerabilità per poter calcolare il rischio
L’irruzione dell’AI implica una rivoluzione cognitiva di massa
Più risparmio verso investimenti produttivi
Serve una scienza della dedebitazione
Il possibile scenario “Dedebiting EU”
Necessario accelerare un Piano Enrico Fermi nell’Ue
Come adattarsi all’ecomutamento
Macron pensa di usare la Cina ma è Pechino che sfrutta lui
L’ambiguità della Bce è un pericolo se non corretta
Basta alluvioni e siccità estreme: è possibile
Come ridurre il costo di eventi meteo estremi
Convergenza euroamericana vs. autonomia strategica Ue
L’Ue è importante oltre sé stessa
Un futuribile Song sostituivo dei Brics
I motivi per meno pessimismo e più ottimismo
Serve una nuova Bretton Woods (digitale)
Compensazioni Ue per le aziende italiane sanzionate dalla Russia
Avviare un’ecopolitica realistica nell’Ue
La necessaria evoluzione dell’offerta turistica
Più capitale privato per la proiezione in Africa
Dalla priorità della decarbonizzazione a quella dell’ecoadattamento
La priorità a breve e a lungo di costruire la fiducia economica
Abolire il termine finanza ombra per quella non bancaria
L’opportunità per una nuova industria cinematografica italiana
Europa: meno di un’unione ma più di un’alleanza
Più garanzia di sicurezza ad Israele per ridurne l’aggressività
Operazione vetrina per capitalizzare le imprese italiane
L’attrazione di capitale è più utile degli investimenti a debito
Verso la convergenza tra sostenibilità ambientale ed economica
Perché l'Ue deve diventare più estroversa
L’evoluzione del G7 verso una comunità di difesa
La svolta di Israele
Verso il nuovo nucleare ed un eco-adattamento realistico
La strategia del Kissinger inverso
Il potenziale negoziale dell’Ue con Trump è forte
(c) Carlo Pelanda