IL PUNTO
--
14/5/2024
Avviare un’ecopolitica realistica nell’Ue
Dall’econegazionismo e dall’ecoillusionismo dovremmo passare all’ecorealismo: il clima sta cambiando e ciò rende vulnerabile al mutamento gli insediamenti umani adattati alla situazione climatica precedente, ma non a quella nuova. Se un evento eccede le protezioni, provocando un disastro, è perché non c’è stata prevenzione e/o adattamento preventivo. L’ecorealismo mette in priorità la riduzione della vulnerabilità ambientale dal punto di vista antropico. L’econegazionismo sottovaluta un fatto oggettivo: da tempo la temperatura media del pianeta sta aumentando (dati Nasa). Da centinaia di milioni di anni le temperature oscillano per diversi fattori: ora è in atto una di queste oscillazioni. L’ecoillusionismo promuove due concetti irrealistici: a) la decarbonizzazione è sufficiente per ridurre l’aumento delle temperature; b) bisogna salvare la natura senza interventi tecnologici che ne aumentino difese e capacità adattiva. Il primo punto è illusorio perché, sul piano globale, le nazioni emergenti e quelle petrolifere/carbonifere non hanno alcuna intenzione, e lo hanno dichiarato, di accelerare la decarbonizzazione mettendo a rischio il loro sviluppo economico: anche se fosse sufficiente – e gli stessi che la propongono hanno seri dubbi sulla sua realizzazione in tempi utili - i dati di realtà geopolitica indicano un ritardo di questa soluzione a problemi distruttivi già nel presente. Dobbiamo deideologizzare l’ecopolitica.
Per esempio. Un’ondata ti porta via la casa, il tuo campo si è desertificato lo scorso anno e in questo è stato sommerso da un’alluvione, tuo figlio si è preso una malattia tropicale inabilitante, tuo padre è morto per il caldo eccessivo, l’acqua salina (per aumento del livello del mare) è entrata nella foce del fiume riducendone la produttività basica, ecc., ma il Prof. Verde ti dice di avere fiducia sulla decarbonizzazione che avrà effetti forse tra un secolo. Ed aggiunge che sarebbe pericoloso puntare sull’energia nucleare al punto da convincerti a pagare di più quella solare o eolica. Tu balbetti un “ma qui è tutto un disastro…” e l’altro ti risponde: “tranquillo, noi salviamo il pianeta”.
Il punto b) indica un’impressionante strettezza mentale: rifiuto di toccare la natura per renderla più forte/adattativa via interventi tecnologici in base ad una sorta di divinizzazione neopagana della stessa e all’illusione che la natura abbia un’intelligenza propria. Questi errori analitici e culturali stanno tardando la prevenzione contro danni. E’ ora di abbandonarli e di passare, appunto, all’ecorealismo. Un nome per la nuova ecomissione? Ecologia artificiale, cioè dobbiamo ridisegnare la relazione sistema umano/ambiente per ridurre la vulnerabilità del primo alla variabilità del secondo.
Tale incipit, pur generale, individua subito un bersaglio politico specifico, in cronaca: non possiamo permettere che l’ideologia verde ecoillusoria ci faccia buttare via soldi per la soluzione sbagliata. Pertanto la raccomandazione al governo italiano è che faccia di tutto affinché nella prossima legislatura europea la Commissione non dipenda dai Verdi. Per fare cosa? Tre nuovi programmi europei: 1) energia nucleare in priorità, pur senza togliere rilevanza, dove sono efficienti, ad altre fonti pulite; 2) terraformazione e nuove architetture per ridurre la vulnerabilità a fenomeni estremi; 3) aumento della biodiversità sia agricola sia vegetale via bioingegneria per aumentare le quantità e varietà del sistema vegetale, sia in campo aperto sia in serra robotizzata, resistenti ad eccessi di caldo o freddo. Se un lettore salta sulla sedia per aver letto “terraformazione” pensi all’aumento dei livelli del mare ed ai tempi necessari per creare un ambiente che eviti l’impaludamento ed il conseguente abbandono di territori e città: decenni. Pertanto, se il fenomeno non si interrompesse, bisognerebbe iniziare presto ad imparare come applicare le nuove tecnologie terraformanti. Un altro lettore potrebbe puntare il dito su “estremo freddo” chiedendo: ma lo scenario è di caldo estremo? Sì, ma il ghiaccio che si scioglie potrebbe interrompere via eccesso di acqua dolce (lo sta già facendo) la Corrente del Golfo ed esporre l’Europa settentrionale a glaciazioni pur nel risaldamento planetario, noi colpiti da freddo nordico estremo e da caldo africano asfissiante: l’Italia ha un crescente rischio ambientale. Una lettrice, poi, potrebbe concludere: dobbiamo saperne di più per capire meglio tipo, tempi e zonazione dell’ecoadattamento! Perfetto.
Noi economisti stiamo aspettando dalle scienze fisiche-climatiche più dettagli da cui derivare soluzioni economiche: la nostra missione è salvare persone e ricchezza (sia patrimoniale sia liquida) nonché suggerire dove trovare risorse per un programma di ecologia artificiale di lungo termine. E nel breve-medio capire quale prevenzione sia possibile, dove in priorità e quanto costi, per mitigare l’impatto di fenomeni estremi sia alluvionali, sempre più spesso in cronaca e distruttivi, sia siccitosi. Ciò non vuol dire abbandonare la decarbonizzazione (l’impatto antropico sul pianeta c’è), ma mettere in priorità l’ecoadattamento ed il ridisegno dell’ambiente per mantenerlo viabile agli umani. Per iniziare questa svolta ecopragmatica ed antropocentrica c’è bisogno di togliere influenza al pensiero verde irrealistico per lasciare emergere l’ecorealismo ed i soldi per finanziarlo. E ciò richiede un atto politico. Quindi, gentile Georgia Meloni, cortesemente si allei anche con il diavolo, o lo sostenga, per evitare che un’Ue condizionata dal verdismo imponga all’Italia una politica ambientale illusoria divergente dalla sua situazione di massima esposizione al rischio climatico.
La forma economica del nuovo mondo bipolare
Allo sviluppo dell’Intelligenza artificiale manca quella individualizzabile
Dall’istruzione al potere cognitivo di massa
La guerra continua
Nonostante il dialogo sino-americano la guerra economica continuerà
La priorità di una dedebitazione parziale secca
Ecco la nuova economia della deterrenza
L’avvio dell’ecoadattamento realistico
La trasformazione dell’immigrazione in capitale
La priorità del nucleare di nuova generazione
Prestito irredimibile vs tassa extraprofitti
Europa estroversa vs Ue introversa
La posta in gioco è il dominio del triangolo India-Mediterraneo-Africa
La ricerca per una nuova (ri)globalizzazione
Più G7 contro le crisi multiple
Verso un triumvirato che salverà l’Ue
Dall’irrealismo all’ecorealismo, lentamente
La priorità dell’operazione patrimonio contro debito
Tardare il taglio dei tassi è un errore
Si intravedono i primi passi di esoindustrializzazione
La crisi del Mar Rosso impone scelte forti all’Italia
La presidenza del G7 come occasione per Roma di imparare il ruolo di esportatore attivo di sicurezza
La difesa della fiducia in un mondo metastabile
La relazione tra capitale e avvio della biocibernazione
La necessità di integrare finanza pubblica e privata per gli investimenti di sicurezza militare
Verso una ristabilizzazione geopolitica globale
Ridurre la vulnerabilità per poter calcolare il rischio
L’irruzione dell’AI implica una rivoluzione cognitiva di massa
Più risparmio verso investimenti produttivi
Serve una scienza della dedebitazione
Il possibile scenario “Dedebiting EU”
Necessario accelerare un Piano Enrico Fermi nell’Ue
Come adattarsi all’ecomutamento
Macron pensa di usare la Cina ma è Pechino che sfrutta lui
L’ambiguità della Bce è un pericolo se non corretta
Basta alluvioni e siccità estreme: è possibile
Come ridurre il costo di eventi meteo estremi
Convergenza euroamericana vs. autonomia strategica Ue
L’Ue è importante oltre sé stessa
Un futuribile Song sostituivo dei Brics
I motivi per meno pessimismo e più ottimismo
Serve una nuova Bretton Woods (digitale)
Compensazioni Ue per le aziende italiane sanzionate dalla Russia
Avviare un’ecopolitica realistica nell’Ue
La necessaria evoluzione dell’offerta turistica
Più capitale privato per la proiezione in Africa
Dalla priorità della decarbonizzazione a quella dell’ecoadattamento
La priorità a breve e a lungo di costruire la fiducia economica
Abolire il termine finanza ombra per quella non bancaria
L’opportunità per una nuova industria cinematografica italiana
Europa: meno di un’unione ma più di un’alleanza
Più garanzia di sicurezza ad Israele per ridurne l’aggressività
Operazione vetrina per capitalizzare le imprese italiane
L’attrazione di capitale è più utile degli investimenti a debito
Verso la convergenza tra sostenibilità ambientale ed economica
Perché l'Ue deve diventare più estroversa
L’evoluzione del G7 verso una comunità di difesa
La svolta di Israele
Verso il nuovo nucleare ed un eco-adattamento realistico
La strategia del Kissinger inverso
Il potenziale negoziale dell’Ue con Trump è forte
Le sfide della nuova Guerra fredda
L’Ue ha una struttura economica forte che dopo cambiamenti le darà un destino positivo
La sicurezza richiede un’economia della deterrenza
Verso la nuova strategia di politica industriale
Italia globale, missione possibile
I motivi concreti per un’Italia ottimista
Mondo turbolento, ma improbabile il caso peggiore
Serve un Consiglio per la sicurezza nazionale sistemica
La priorità del nucleare innovativo
L’America dovrà correggere l’eccesso di americanismo
Riflessioni di minoranza sull’effetto Pax Mediterranea di un presidio statunitense dell’area
La strategia geoeconomica dell’Italia nel cambio di mondo
Soluzioni per una riconvergenza euroamericana
Primi segnali per una riconvergenza euroamericana pragmatica
Come estrarre burro dai cannoni
Il mondo finanziario ha la necessità di moderare Trump
Benefici sistemici del riarmo europeo a date condizioni
In America cresce la pressione per moderare gli eccessi controproducenti
Probabilità di una futura correzione interna degli eccessi di Trump
La rilevanza di un accordo Ue – Regno Unito
Verso la riconvergenza tra America ed alleati
Verso una configurazione bipolare del globo, ma meno conflittuale
Verso un mercato integrato del Mediterraneo
Verso un mondo bipolare, ma con varchi
Motivi per un ottimismo economico non eccessivo
La gestione di uno scenario conflittuale continuo via Nova Pax
Passi avanti della convergenza euroamericana nella Nato
L’effetto stimolativo degli investimenti per la sicurezza
In bilico tra escalation e de-escalation
La ricerca della fiducia finanziaria in un’era metastabile
Eurodome per la sicurezza e la reindustrializzazione innovativa dell’Ue
La nuova età della robotica autonoma richiede più potere cognitivo degli umani
Programmi integrati per trainare la reindustrializzazione europea
La nuova ecostrategia centrata sul (mini)nucleare di nuova generazione
La nuova ricerca sul ciclo del capitale per la sicurezza
Roma sempre più centrale per un mercato mediterrane
La priorità di una struttura di investimento reciproco italo-americana
Evoluzione dello scenario globale
La ricerca di un pilastro geopolitico per la fiducia economica globale
Eurodome come migliore combinazione per la sicurezza e sviluppo europei
Per un' espansione geoeconomica globale dell' Ue
La ricerca per la deterrenza senza cadere in un’economia di guerra
Verso una Ue globale, ma con prudenza
L’effetto stimolativo dell’interazione non bellicista militare-civile
Verso Ekuméne
Dalla glaciologia dati più precisi per gli ecoscenari
Per una metamoneta sostitutiva delle similmonete private e come strumento antidebito
Tre anni per compensare sul piano globale il gap di export verso gli Usa
Necessario e possibile aumentare il potere minerario italiano
Più attenzione alla strategia espansiva dell’Ue
Verso un ecoadattamento attiv
Un passo verso Ekumene in un Mediterraneo aperto
L’armonizzazione tra requisiti economici ed ambientali
Dopo il Pnrr servirà un programma nazionale di dedebitazione
(c) Carlo Pelanda