ENGLISH VERSION


Dati personali
Pubblicazioni
Articoli
CAP TV
Interviste
Voci dei lettori

 CERCA


Carlo A. Pelanda
X  

MENU   VITA   ARTICOLI   INTERVISTE
fb Tw print

IL PUNTO

--

17/9/2023

Prestito irredimibile vs tassa extraprofitti

L’idea di tassa sugli extraprofitti delle banche, pur una tantum e ammorbidita, sta minando la fiducia sull’Italia come luogo di investimento: apre un’incertezza sul rischio di brutte sorprese. L’addolcimento proposto dall’Abi in forma di deducibilità è un buon compromesso, ma potrebbe non curare la ferita alla fiducia. Chi scrive trova spettacolare la politica estera del governo: fa ipotizzare un’Italia globale robusta in prospettiva. Ma ritiene uno scivolone minare un potenziale destino positivo, capace di invertire quello declinante della nazione, per un errore sul piano della credibilità finanziaria. Per un paio di miliardi nelle casse statali si rischia di perderne centinaia. D’altra parte, lo Stato ha bisogno di soldi nel breve ed è comprensibile il nervosismo della politica, in particolare a ridosso delle elezioni europee e di un periodo a rischio di stagnazione/stagflazione nel 2024. Tale situazione spinge a cercare un’alternativa di ingegneria finanziaria che porti cassa allo Stato senza appesantire il debito ed erodere la fiducia.

Ipotesi. Chi scrive ha riaperto con i ricercatori del suo team (Stratematica) l’attenzione sul “prestito irredimibile” cercando varianti fattibili ed utili. Va ricordato che tale forma di prestito allo Stato non implica il ritorno del capitale, quindi non va computato nel debito pubblico, ma definisce un ritorno al prestatore come interesse annuale nel lunghissimo periodo (computabile negli obblighi debitori statali, ma demoltiplicati grazie alla temporalità estesa). Una prima simulazione grezza ha individuato la fattibilità ipotetica di un prestito irredimibile allo Stato di 10 miliardi aperto ad investitori istituzionali. La durata può andare dai 50 ai 70 anni. Ci sono casi fino a 100 anni, per esempio l’Austria che ha acceso un irredimibile di 2 miliardi, ma è una temporalità troppo complicata. Le innovazioni potrebbero riguardare la forma dell’obbligazione derivata: a) rendimento variabile di un punto e mezzo sopra l’inflazione; b) ampia vendibilità dell’obbligazione stessa anche nel mercato retail, però mediata da soggetti istituzionali e regolati; c) fornitura di una garanzia statale utilizzabile anche da acquirenti stranieri. In sintesi, si tratterebbe di un “safe asset” anche utilizzabile come collaterale in architetture con leva finanziaria e/o in prodotti assicurativi. Non c’è stato il tempo per valutare se una banca dell’Eurozona possa fare un tale prestito e se sì come riportarlo nel proprio bilancio, ma la sensazione è positiva, forse richiedendo un pronunciamento specifico da parte della Bce. Comunque un creatore di prodotti finanziari, vista la trasferibilità dell’obbligazione ed il suo rendimento garantito, non si ritiene trovi problemi nell’impiego di tale asset. La cifra ipotizzata di 10 miliardi è stata valutata non in concorrenza con l’emissione di titoli di debito normali. Pertanto qui si consiglia allo Stato di chiedere consiglio a Bankit e all’Abi per questa soluzione.

ARCHIVIO

La forma economica del nuovo mondo bipolare

Allo sviluppo dell’Intelligenza artificiale manca quella individualizzabile

Dall’istruzione al potere cognitivo di massa

La guerra continua

Nonostante il dialogo sino-americano la guerra economica continuerà

La priorità di una dedebitazione parziale secca

Ecco la nuova economia della deterrenza

L’avvio dell’ecoadattamento realistico

La trasformazione dell’immigrazione in capitale

La priorità del nucleare di nuova generazione

Prestito irredimibile vs tassa extraprofitti

Europa estroversa vs Ue introversa

La posta in gioco è il dominio del triangolo India-Mediterraneo-Africa

La ricerca per una nuova (ri)globalizzazione

Più G7 contro le crisi multiple

Verso un triumvirato che salverà l’Ue

Dall’irrealismo all’ecorealismo, lentamente

La priorità dell’operazione patrimonio contro debito

Tardare il taglio dei tassi è un errore

Si intravedono i primi passi di esoindustrializzazione

La crisi del Mar Rosso impone scelte forti all’Italia

La presidenza del G7 come occasione per Roma di imparare il ruolo di esportatore attivo di sicurezza

La difesa della fiducia in un mondo metastabile

La relazione tra capitale e avvio della biocibernazione

La necessità di integrare finanza pubblica e privata per gli investimenti di sicurezza militare

Verso una ristabilizzazione geopolitica globale

Ridurre la vulnerabilità per poter calcolare il rischio

L’irruzione dell’AI implica una rivoluzione cognitiva di massa

Più risparmio verso investimenti produttivi

Serve una scienza della dedebitazione

Il possibile scenario “Dedebiting EU”

Necessario accelerare un Piano Enrico Fermi nell’Ue

Come adattarsi all’ecomutamento

(c) Carlo Pelanda
FB TW

(c) 1999 Carlo Pelanda
Contacts: letters@carlopelanda.com
website by: Filippo Brunelli
X
La tua privacy è importante
Utilizziamo, senza il tuo consenso, SOLO cookies necessari alla elaborazione di analisi statistiche e tecnici per l'utilizzo del sito. Chiudendo il Cookie Banner, mediante il simbolo "X" o negando il consenso, continuerai a navigare in assenza di cookie di profilazione. More info

Tutti Cookie tecnici Cookie analitici di terze parti

Accetto Chudi