ENGLISH VERSION


Dati personali
Pubblicazioni
Articoli
CAP TV
Interviste
Voci dei lettori

 CERCA


Carlo A. Pelanda
X  

MENU   VITA   ARTICOLI   INTERVISTE
fb Tw print

IL PUNTO

--

18/2/2024

Verso una ristabilizzazione geopolitica globale

Il gruppo di ricerca dello scrivente è quasi sommerso da richieste di probabilizzare l’esito delle elezioni presidenziali statunitensi nel novembre 2024 da parte di attori finanziari che avevano colto il significato degli auguri fatti su queste pagine di “buon 2026”, prevedendo un biennio 2024-25 di “metastabilità”, prendendo a prestito il termine dalla termodinamica generalizzata del chimico-fisico russo Ilya Prigogine, premio Nobel 1977, utilizzabile (parzialmente) come “matrice di supersintesi” nei sistemi sociali complessi. I primi mesi del 2024, infatti, mostrano una montante “fluttuazione” del sistema globale che potrebbe portare a turbolenze gravi così come ad una ristabilizzazione. Il gruppo di ricerca ha trovato la ristabilizzazione un po’ più probabile, ma solo “un po’ più”, motivo degli auguri posposti.

La bozza di scenario in materia, qui semplificandolo, è multifattoriale: a) conflitti locali multipli a rischio di estensione come risultato della tensione tra i blocchi amerocentrico e sinocentrico; b) rivoluzione tecnologica con velocità tale da eccedere le capacità di adattamento modernizzante di molte aziende; c) instabilità finanziaria per eccesso di debiti; d) mutamento sociologico nelle democrazie che ne indebolisce la governabilità, caricato di significato destabilizzante per l’evidente fenomeno di spaccatura tra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri con la complicazione di una riduzione della mobilità ascendente transgenerazionale. Fattori di ristabilizzazione: A) accordo per evitare conflitti diretti tra America e Cina pur non ancora esteso al Sud globale e riduzione della saldatura sino-russa (segnalata dal blocco da parte delle banche cinesi di operazioni con la Russia per timore di sanzioni americane e dell’Ue); B) investimenti educativi per la riqualificazione di massa della forza lavoro: in atto, lenta, ma in accelerazione; C) contenimento del debito: non ancora sufficientemente attivo, ma compensabile dall’incremento diffuso della crescita globale correlata con una ristabilizzazione geopolitica; D) lo stesso più l’avvio nelle democrazie verso un welfare di investimento sostituivo di quello redistributivo. Problema: le soluzioni B), C) e D) hanno tempi lunghi mentre ne serve una più rapida per interrompere la fluttuazione destabilizzante. Soluzione: ripristino globale di una centralità statunitense sia dissuasiva sia accomodante che raffreddi la tendenza conflittuale mondiale. Il mercato, correttamente, non pensa che un’Amministrazione Biden o Trump siano in grado di farlo. Ma lo pensano anche le élite statunitensi. Sul lato democratico si punta ad un nuovo ticket o ad un vice affidabile che poi sostituisca un Biden dimissionario. Su quello repubblicano c’è il tentativo di costringere Trump a scegliere un vice che lo contenga anche per evitare che i centristi disertino il voto. L’America sta reagendo al rischio di un leader controproducente, verso maggio o giugno possibile capire come

ARCHIVIO

La forma economica del nuovo mondo bipolare

Allo sviluppo dell’Intelligenza artificiale manca quella individualizzabile

Dall’istruzione al potere cognitivo di massa

La guerra continua

Nonostante il dialogo sino-americano la guerra economica continuerà

La priorità di una dedebitazione parziale secca

Ecco la nuova economia della deterrenza

L’avvio dell’ecoadattamento realistico

La trasformazione dell’immigrazione in capitale

La priorità del nucleare di nuova generazione

Prestito irredimibile vs tassa extraprofitti

Europa estroversa vs Ue introversa

La posta in gioco è il dominio del triangolo India-Mediterraneo-Africa

La ricerca per una nuova (ri)globalizzazione

Più G7 contro le crisi multiple

Verso un triumvirato che salverà l’Ue

Dall’irrealismo all’ecorealismo, lentamente

La priorità dell’operazione patrimonio contro debito

Tardare il taglio dei tassi è un errore

Si intravedono i primi passi di esoindustrializzazione

La crisi del Mar Rosso impone scelte forti all’Italia

La presidenza del G7 come occasione per Roma di imparare il ruolo di esportatore attivo di sicurezza

La difesa della fiducia in un mondo metastabile

La relazione tra capitale e avvio della biocibernazione

La necessità di integrare finanza pubblica e privata per gli investimenti di sicurezza militare

Verso una ristabilizzazione geopolitica globale

Ridurre la vulnerabilità per poter calcolare il rischio

L’irruzione dell’AI implica una rivoluzione cognitiva di massa

Più risparmio verso investimenti produttivi

Serve una scienza della dedebitazione

Il possibile scenario “Dedebiting EU”

Necessario accelerare un Piano Enrico Fermi nell’Ue

Come adattarsi all’ecomutamento

(c) Carlo Pelanda
FB TW

(c) 1999 Carlo Pelanda
Contacts: letters@carlopelanda.com
website by: Filippo Brunelli
X
La tua privacy è importante
Utilizziamo, senza il tuo consenso, SOLO cookies necessari alla elaborazione di analisi statistiche e tecnici per l'utilizzo del sito. Chiudendo il Cookie Banner, mediante il simbolo "X" o negando il consenso, continuerai a navigare in assenza di cookie di profilazione. More info

Tutti Cookie tecnici Cookie analitici di terze parti

Accetto Chudi