Egregio signor Pelanda,
ho letto con interesse il Suo articolo sul giornale "La verità".
Mi permetto di scriverLe per porre alla Sua attenzione un particolare che, anche se sembra essere di poco conto,
in effetti è di considerevole importanza:
al punto 5 dei 6 da Lei proposti per rinforzare l'attività diplomatica dell'Italia Lei scrive:
Lanciare il progetto «Lago
adriatico» come zona specia-
le di collaborazione econo-
mica e ambientale tra tutte le
nazioni costiere, includendo
Serbia, Ungheria e Austria,
dando a queste nazioni non
marittime, pur danubiane,
uno spazio per poter mettere
loro bandiere sulle navi,
Trieste /Capodistria /Pola
Hub & Host;
A parte il fatto che Capodistria è un porto sloveno e Pola croato e non capisco come l'Italia possa "dare" a quelle nazioni che Lei cita qualcosa che non possiede,
il Porto Franco Internazionale di Trieste amministrato dal Governo Italiano offre di per sé quella opportunità di diritto già dal 1947 in base al Trattato di Pace
di Parigi e, più esattamente, all'allegato VI articolo 33.2, dove il Porto Franco di Trieste, solo ed esclusivamente come
Ente del Territorio Libero di Trieste (e quindi non come porto della Repubblica Italiana) viene messo a disposizione
dei Governi di Austria, Ungheria, della Svizzera e della Cecoslovacchia ( e per discendenza oggi ai governi della Cechia e della Slovacchia).
A questi governi basterebbe fare valere un loro diritto stabilito dal Trattato di Pace e quindi non è un'arma diplomatica in mano dell'Italia. Anzi, si direbbe
che il Governo Italiano in questi decenni abbia fatto di tutto per boicottare il Porto Franco Internazionale di Trieste.
Se Le interessa approfondire l'argomento (interessantissimo) del Territorio Libero di Trieste e del suo Porto Franco Internazionale (esistente solamente come
ente del Territorio Libero) Le consiglio questa lettura:
https://ipr-ftt.one/onewebmedia/IPR%20FTT%20Expertise%20V%20IT.pdf
Nel caso avesse delle domande al riguardo mi farebbe molto piacere esserLe d'aiuto.
Distinti saluti,
Gianni Kriscak
Preg.mo dottor Pelanda sono un lettore del quotidiano "La Verità", oggi mi sono imbattuto nel suo interessante articolo in cui parla delle Terre Rare. Spero possa destare anche un minimo interesse la lettura di un mio articolo scientifico sugli inquinanti e Terre Rare (in allegato).
Nell'articolo, che deve necessariamente avere un taglio scientifico, evidenzio la possibilità di trasformare alcuni inquinanti in altre sostanze (comprese le Terre Rare); ad esempio i reflui tossici delle porcilaie, dannosissime per il terreno per l'elevato contenuto di azoto, possono essere trasformati in acqua irrigua. La tecnologia oggi lo consente. E' una tecnica già sperimentata dal mio amico e concittadino professor Fabio Cardone (CNR) con la partecipazione delle forze armate italiane qualche anno fa (per la trasformazione delle sostanze radioattive). Attualmente la chiamiamo "metamorfosi" della materia in onore al nostro concittadino più illustre:Ovidio.
Cordialità
Maurizio Proietti
medico
https://www.researchgate.net/profile/Maurizio-Proietti
https://www.researchgate.net/publication/351125307_Pressure_waves_shock_waves_and_cavitation_Avant-garde_techniques_for_the_transformation_of_pollutants_the_Italian_contribution
P.S. i primi passi professionali li ho mossi a Pontebba e Tarvisio
Allegati: