Buongiorno,
Ho letto un suo articolo a riguardo della morsa che attanaglia la nostra
ed altre economie .
Ho apprezzato la franchezza e la capacità di uscire dal coro . Si legge,
si ascolta tutti i giorni nei media italiani ed europei la stessa
sinfonia.
Lavoro da quasi 25 anni in attività che mi permettono di conoscere altre
economie ed altri sistemi. E mi dolgo ancor di più della nostra incapacità
politica e soprattutto economica di governare il sistema in cui viviamo.
Lei giustamente esprime delle opinioni sui parametri restrittivi dell'euro
e su come cercare di cambiare per permettere un finanziamento alla ripresa
economica.
La domanda che alcuni si ponevano anni fa' di uscire dall' euro era forse
fuori luogo, ma ora che stagniamo nel fondo del barile dal tempo non si
potrebbe presentare ed analizzare un modello di simulazione di come
saremmo messi oggi dopo 5 anni di crisi se fossimo ancora con la Lira ?
Ai tempi di Prodi mi ricordo solo che dovendo gestire nell'azienda in cui
lavoravo il cambio di un listino lira/euro e per la filiale della medesima
ditta un cambio listino marco/euro mi sono trovato attore involontario di
un aumento non voluto sui prezzi al consumo nel mercato italiano
mediamente del 2% mentre sul mercato tedesco il cambio marco euro è
passato praticamente inosservato ai più. ( arrotondamento al decimo di
euro aumento fino a 193 lire , arrotondamento all'euro aumento fino
a1936,27 lire ). Quindi per la maggioranza dei consumi con prezzi
inferiori alle 10.000 lire si è avuto un aumento medio variabile tra 1% ed
il 10% .
Solo con questa partenza con l ' euro abbiamo permesso l'avvio della
perdita del nostro potere d'acquisto.ed il prosciugamento del risparmio
del ceto medio italiano.
Quindi
Cambio euro lira ci ha penalizzato già dopo un minuto dalla data di
conversione.
Nessuno si è permesso di fare simulazioni nè prima nè dopo. Ridicolo
accusare qualcuno di mancata sorveglianza : la pratica quotidiana di fare
business imponeva modelli di sviluppo dell'economia in questo nuovo
sistemi monetario. Ma tutti si autocongratulavano di aver portato l'Italia
in Europa. !! Senza un minimo di professionale analisi di cosa sarebbe
accaduto.
La incomparabile diversità di forza economica tra Germania e gli altri
paesi non è stata presa in considerazione da nessuno . ( Ormai si parla di
guerra economica tra Germania ed il resto dei paesi europei come evolversi
della nuova 3a guerra mondiale ). All' epoca la Germania era già in Cina
con investimenti produttivi grazie al governo tedesco per favorire le
grosse industrie tedesche. E noi fermi al palo a discutere di sindacati ,
di destra e sinistra e di FIAT etc..
Ma tutti tacciono . E sembra che tutti alla fine sono esseri umani e che
gli economisti ed i politici guardano il successo e le relazioni personali
con i colleghi europei soprattutto tedeschi.
Perché in Italia si tace ?
Mi aiuti a capire.
Carlo Sguazzini
Lesa
Egregio professore,
innanzitutto congratulazioni per il luogo della sua nascita. Mio nonno materno era di Ovaro e lì ha fatto costruire una casa. Da anni trascorro parte o tutte le mie vacanze in Carnia.
Volevo proporle un'idea che potrebbe circolare tra "esperti" economici. Parto dal mio caso personale.
Dal 2005 ad oggi il mio "stipendio" è diminuito. Ho perso il lavoro 2 volte e per continuare a lavorare ho accettato, in altre aziende, condizioni peggiori. Ovviamente lavoro nel settore "privato". Il bilancio famigliare non è sostanzialmente cambiato (a parte la perdita del potere d'acquisto) perchè mia moglie, dipendente dello stato, ha avuto lenti piccoli ma effettivi aumenti di stipendio Per cui quello che lei guadagnava nel 2005 lo guadagno io oggi e quello che io guadagnavo allora, lo guadagna lei oggi (spannometricamente).
(E' vero che gli stipendi per categoria sono immutabili, ma è vero che le aziende licenziano e altre riassumono (quando va bene) a contratti meno vantaggiosi).
Questo significa che ci sono due Italie, una legata all'andamento dei "mercati" l'altra sicura e garantita. Ma non solo, per mantenere sicurezze e garanzie, "aumenta" il suo peso sull'altra italia. Questa situazione è insostenibile sia dal punto di vista "matematico" sia da un punto di vista "psicologico" dell'italia "legata al mercato". Spero di essermi spiegato.
Anche se la cosa va contro i miei interessi personali "nel breve", vorrei alzare questa proposta.
Perchè non legare gli emolumenti pubblici (Pensioni, indennità politici, stipendi della PA dall'operatore ecologico del piccolo comune al magistrato di cassazione) al PIL (e non al rapporto deficit PIL sennò appunto aumentano le tasse e punto daccapo).
Apparentemente i "pubblici" potrebbero dolersene, ma dovrebbero capire che la situazione altrimenti è insostenibili nel lungo periodo.
Distinti saluti
Roberto Bera
Egregio Prof. Pelanda
Buongiorno, sono Cosimo Cannizzo, ho letto il suo articolo su Libero di ieri domenica 11 agosto 2013 e volevo complimentarmi con lei, per il coraggio di aver detto una grande verità, e aver dato sfogo, (mi pare con sincerità) al suo pensiero contro questo sistema di finta democrazia sinistroide.
Spero tanto che lo possano leggere tutti quelli del PD e compagnia di sinistra varia.
La seguirò sempre con attenzione, complimenti ancora !!!
C.C.
Caro Pelanda oltre a condividere, come sempre, la sua riflessione domenicale, mi piace rilevare alcuni aneddoti che mi vengono in mente, circa la mentalità statalista della sinistra, insita nostro malgrado, anche nell'ambito della gran parte degli uomini del Pdl.
Negli anni 70-80, periodo Milanese degli Anni di Piombo, per chi si schierava come me, a favore dell'individualismo, meritocrazia e libero mercato, significava essere tacciati di fascisti o servi del padrone. La mia premessa, dopo tanto tempo, è utile per precisare che finalmente perfino Fassina, dopo oltre trent'anni, ha inserito nel suo vocabolario questi sostantivi. I comunisti, purtroppo, hanno cambiato tattica solamente a parole, unicamente per attirare il voto dei moderati. Sono convinto, a ad essere ottimista, che occorreranno altrettanti anni prima che il vecchio Pci, diventi un partito socialista europeo moderno. La cosa comunque che mi fa rabbrividire non è questa ma la soggezione di gran parte degli uomini del Pdl nei confronti del Pd, che invece che ratificare in ogni frangente gli ideali liberali, si limita a fare da velina al Presidente del Consiglio, eccetto qualche mosca bianca come Brunetta. Intanto tiriamo a campare, in attesa della magnanimità del Capo dello Stato, ma non era comunista anche lui? Il Pd nel frattempo continua in sordina, a occupare posti di potere, fino ad accerchiarli. Una volta circondati, dovranno solamente alzare le mani in alto, come dice il " menestrello di corte", Grillo.
Cordialità
Mario Piga
X molti politici che vivono chiusi nel regno delle loro teste ed interessi il re non sarà mai nudo. Ma tra il popolo comincia ad essere più presente la disponibilità ad un ragionamento meno ideologico sulla struttura dello stato.
L'apparato pubblico nasce dall'inevitabile compromesso DC PCI dove ha vinto il pci.
Vengo al dunque: provi ad immaginare un'autonomia scolastica nel quale il collegio docenti elegge il suo cda ed in seguito il preside.tutto l'apparato Provveditorato agli Studi risulterebbe ad essere quello che è: carrozzone inutile.Motorizzazione Pra ecc.
Vero quel che dice non si può fare un licenziamento di massa, ma si deve pretenderne la direzione di governo. Non x il gusto di licenziare ma Xche sono inutili carrozzoni ed anche con un potere incidente nella vita di un popolo tutto!
O portiamo la potestà del potere nella società o sarà un continuo remare contro corrente poiché troveremo sempre squali disposti in nome della pubblica utilità, ad approfittare di un apparato irremovibile in nome di una banale rendita di posizione personale. Viva Costantino viva Sant'Agostino.
Mi scusi per il tono.
Ciro Pica
Ci diamo 10 anni?
Egregio professore,
sono totalmente d’accordo. Tuttavia ci sono – come da Lei rilevato – alcuni punti fermi 1) La Germania che ha interessi ma , come nella recente vicenda libica, non si muove e manda avanti altri 2) il Regno Unito che si dimena per non essere totalmente estromesso dallo scacchiere 3) La Francia che agisce ormai in mandato proconsolare degli USA.
A questo punto che dire ? a)Che l’Italia si è lasciata trascinare nella guerra libica senza poter e volere agire altrimenti b) che quella guerra, come del resto le questioni tunisine , egiziane e ora siriane sono state create ad arte senza però che sia chiaro l’obiettivo o almeno che – se i risultati sono questi – le teste che hanno elaborato piani e azioni sono molto misere c) che Berlusconi in quel frangente ha fatto delle dichiarazioni inquietanti : che egli era costretto ad entrare nella coalizione perché sia il Colle che la Farnesina spingevano in quel senso . Ma allora che ci stava a fare lui come Presidente del Consiglio ? Perché non ha avuto le palle di dire al Presidente della Repubblica che quella non è materia ascrivibile alla sua Magistratura ? E poi, il Ministro degli Esteri Frattini : costui era un suo ministro oppure un convitato di pietra a garanzia di altri interessi ? Inoltre Berlusconi ha detto che sia lui che la sua famiglia sarebbero stati minacciati . Non stento a credergli , l’ombra di Mattei è sempre presente ! Tuttavia, quando si accettano cariche di Governo, bisogna metter in conto che la propria vita vale come quella di un soldato semplice in zona di operazioni. Sono situazioni in cui le chiacchiere stanno a zero e la spina dorsale – se c’è – si rivela altrimenti è meglio cambiare mestiere.
Tralascio il fatto poco pulito del Trattato di Amicizia con la Libia e di non avere cercato di impedire l’assassinio – il morto non parla ! – di Gheddafi .
Quindi, molto bene che l’Italia agisca con sagacia consolidando la sua posizione in Libia ma – credo – che bisogni fare attenzione che tutto questo lavoro non venga spazzato via se dovesse entrare in conflitto con maggiori interessi francesi, britannici e tedeschi.
Per questo , tutto il Canale di Sicilia , il Golfo di Sirte e il Mediterraneo sino a Creta devono essere considerati una proiezione dei nostri diretti interessi .
Ma per questo ci vuole una marina credibile e che mostri i denti coprendo in maniera reale ed efficace le aree marittime di nostro interesse per cui è necessario procedere ad un programma di costruzioni nuove senza diminuire – anzi pensando ad un leggero aumento – degli effettivi delle tre Armi.
Il commercio si promuove , in certi momenti e in certe aree, anche con la copertura militare che lo garantisce e i cui costi vengono finanziati proprio dal successo commerciale.
Per risparmiare ci si ritiri immediatamente dall’Afghanistan e soprattutto dal Libano meridionale che può diventare da un momento all’altro una trappola pericolosa. Ma non ci si deve ritirare – anzi aumentare nei limiti delle nostre possibilità – la presenza militare italiana nei Balcani , dove a poche centinaia di chilometri da casa nostra abbiamo un nido di serpi alimentato dall’Iran e aiutato dalla penetrazione neo ottomana turca.
Altrimenti, se qualche corvetta francese verrà a darci ordini a voce a pochi metri da Porto Empedocle, ebbene sarà quello che ci siamo andati a cercare.
Cordiali saluti.
Adriano Verani
Chiarissimo professore
Buongiorno professore,
mi rivolgo a lei sperando che, condividendo la mia proposta, se ne possa fare in qualche modo portavoce.
Non desidero farle perdere tempo, per cui sarò molto sintetico.
Sono professore emerito in pensione ed ho studiato storia finanziaria per 50 anni. Alla mia età (84) ho solo l'ambizione di essere utile al mio paese con le conoscenze acquisite e sono convinto che il progetto qui sotto sintetizzato possa servire al bene comune.
Obiettivo:
Concedere alle imprese credito gratuito a breve termine e ridurre il loro fabbisogno di contante.
Strumento
Creazione di un consorzio aperto ad aziende commerciali e manifatturiere in relazioni reciproche di affari, che operi come stanza di compensazione per le transazioni tra i soci e come organo di pagamento e riscossione per le loro transazioni esterne.
Funzionamento
Il consorzio dovrebbe disporre di un fondo anticipato dalle aziende e proporzionato al loro giro d'affari, operare in internet come centro di raccolta dei crediti e debiti reciproci dei consorziati e, ogni 3-6 mesi, compensare le partite comuni esigendo dai consorziati debitori il saldo dovuto e versandolo ai consorziati in credito.
Problemi
L'intero meccanismo dovrebbe essere approfondito dal punto di vista giuridico, amministrativo e fiscale.
E' probabile che il progetto susciti un'accanita opposizione da parte del sistema bancario.
Sono a sua disposizione per ogni eventuale chiarimento
Con stima
Giuseppe Felloni
prof. G.F.
Egregio professore,
ho letto con grande interesse l'articolo pubblicato su "Il Foglio" di oggi . Assieme all'interesse, sono stato accompagnato anche da una grande inquietudine e sconcerto fino quasi all'epilogo quando, con mio grande sollievo , Lei ha chiarito ben due volte che ogni operazione di ancoraggio all'Occidente della Turchia esclude la sua entrata nella UE !
Questo è il punto !
Amici sì, alleati sì, compagni di affari sì ma avrei visto con grande timore settanta milioni di turchi – in rapida crescita demografica – liberi non solo di scorazzare e liberi di stabilirsi in Europa e segnatamente a casa mia e di pesare come uno degli Stati più potenti nelle decisioni di Bruxelles e Strasburgo.
Se così fosse stato avremmo dovuto riportarci al tempo in cui i 'flâneur' europei, profumati di scetticismo illuminista , di ben nascosto terrore per le situazioni etnico/religiose interne da loro stessi create e dal puttaneggiare di affari in mercimonio dei principi , avevano rifiutato il riconoscimento delle basi greche, romane e cristiane dell'Europa.
Per cosa?
Forse per riconoscere inopinatamente oggi una componente islamica come parte storica dell'Europa ?
E allora che si fa ? Buttiamo nel brago i sacrifici dell'Europa danubiana e orientale – Italia e Venezia comprese – che hanno dovuto sempre combattere ( e anche convivere ) con la pressione ottomana ? E poi per cosa ? Per parare la schiena alle Nazioni carolingie e atlantiche e al loro espansionismo marittimo, reso sicuro dal sacrificio dei marinai di Lepanto , dai soldati del Kahlenberg e dagli oscuri contadini e servi della Valacchia, di Creta della Serbia e non ultimi i territoriali della 'Frontiera Militare' – direttamente dipendenti dall' Hôfkriegsrat di Vienna – che hanno difeso con le armi e la fede quelle terre dalla totale islamizzazione ?
E qui arriviamo ad altri due punti 1) l'espansionismo neo ottomano di Erdogan nei Balcani che – con la benedizione degli Stati Uniti - fa da ancora di sicurezza ai nuovi Stati islamici che sono un brodo di coltura per l'islamismo militante e stanno a poche centinaia di chilometri da casa nostra 2) L'areale di interesse turco che si spinge anche nell'Asia centrale in frizione con la Russia.
Nulla di nuovo sotto il sole!
Già alla fine della Prima Guerra Mondiale, il nuovo governo turco si mosse con sagacia e visione , prima riuscendo a far cassare il Trattato di Sévres , riformandolo nel 1923 a Losanna, poi con la Convenzione di Montreux sul regime degli Stretti.
Se l'invidia e la mancanza di visione politica avessero lasciato le cose come erano risultate alla fine della Prima Guerra Balcanica, la Bulgaria con un suo piccolo sbocco al mare sull'Egeo e con il ridimensionamento della Tracia turca, sarebbe stata una alternativa al passaggio degli Stretti del Bosforo e dei Dardanelli, ridimensionandone l'importanza strategica .
Ma fu un formidabile terzetto che impostò la politica turca del primo dopoguerra : 1) Mustafà Kemal 2) Ismet Inönü e 3) il motore e la mente strategica di tutto :il Ministro degli Esteri Rustu Aras !
Da cui –oltre a Montreux- : a) 1934, il Patto Balcanico con Grecia, Jugoslavia e Romania , con cui la Turchia si ancorava all'Europa b) nel 1937 il Patto di Teheran (di Saadabad) con Iran, Irak e Afghanistan che spingeva l'interesse turco nell'Asia Centrale c) Infine, sempre impostata da Rustu Aras, la questione del Sangiaccato di Alessandretta ( Iskenderun) che ancora oggi brucia ai siriani ( e mio avviso, giustamente!) .
Ne deriva che lo spettro politico turco è ampio e va a toccare aree che potrebbero non essere vitali per l'Europa la quale rischia di essere tirata in avventure pericolose sulla base di un leggero e mal valutato "casus foederis".
Io sarei pertanto portato a pensare che:
1) E' necessario – come da Lei bene argomentato – che la Turchia venga ancorata all'Europa con trattati che ne conservino la convenienza economica e l'onore politico ma : a) Nessuna partecipazione alla UE ; b) nessun impegno su eventuali iniziative o offese agli interessi turchi fuori dall'interesse europeo . Dovrebbe infatti essere chiarito senza ambiguità che questioni di tal fatta non impegnano in alcun modo l'Europa .
2) Sono d'accordo e perfettamente convinto che il 'competitore' Cina può trasformarsi in un grave problema per l'Occidente. Non sarei neppure tanto sicuro neanche dell'India e delle sue aspirazioni di dominio dell'Oceano Indiano . Credo che con queste due entità si dovrà, tosto o tardi, fare i conti passando da competizione a confronto. Non ne so molto, ma mi pare che l'interesse americano per la Cina metta da parte il Giappone, vecchio e sicuro alleato, il quale potrebbe sperimentare soluzioni nazionali, con un grave indebolimento di tutta la struttura di contenimento.
3) Ne deriva che è necessario impostare – anche forzando gli USA alla comprensione – un rapporto organico con la Russia . Essa non solo è Nazione storica strutturata e con aspirazioni mediterranee ; non solo non si può pensare di privarla della sua unica base navale a Tartous senza pensare che essa non reagisca. ma credo che anche con la Russia , prima o poi , la Turchia farà qualche mattana . Mentre tutta la Siberia potrebbe diventare oggetto delle aspirazioni cinesi ; insomma le cannonate sull'Ussuri potrebbero ricominciare in qualsiasi momento. Resterà all'Europa e agli USA valutare se appoggiare i nostri affini oppure continuare a comprare e a vendere la corda per impiccarci .
Egregio professore, ancora complimenti per la Sua chiarezza e stringatezza. Io, ahimè, essendo un poco confuso, sono anche prolisso.
Adriano Verani
Buongiorno dott. Pelanda,
sono anni che seguo i suoi articoli e sono rimasto entusiasta del Suo di oggi su Libero.
Le Sue tre proposte sono formidabili, le prime due già indicati da molti.
Quello che manca è una proposta dettagliata, di pochi articoli che indichi come fare
Serve questo perché se si da in mano a burocrati o consulenti del generone, escono leggi con 100 articoli con tutto e di più.
(porto come esempio la riforma Giustizia, Berlusconi invece che prendere il Testo Mastella già approvato da una camera, lo ha messo in mano ai suoi avv.
È andato tutto in fumo)
L Sua terza proposta è un rovello che porto avanti da 30 anni.
Ad una cena UCID un consulente di LA MALFA disse che l’Italia galleggia su gas e petrolio, potremmo essere l’Arabia dell’Europa, altro che Inghilterra,
e disse anche tutti i vincoli interni ed esterni che impedivano questo sviluppo (sorda burocrazia, mancata visione sviluppo, 7 sorelle che non volevano perdere un mercato)
Questi 3 punti, oltre IMU, dovrebbero far parte del programma PDL, che rapporti ha con Berlusconi?, lo faccia presente tramite Ferrara, Belpietro, Sallustri e la Santanchè.
Per il Sud proporre lo sviluppo del turismo con una proposta che fece Prodi nel 96, mai attuata, neanche da presidente UE.
Accordi con i paesi Nord Europa per ospitare da noi i pensionati per 2-3-4 mesi al caldo (l’inverno in Sicilia per loro è come stare a Ferragosto a casa loro)
Le pensioni medie 1500/2000 permettono un soggiorno mensile in buoni hotel (oggi praticano tariffe da 35/40 € pensione completa) con una quota a disposizione.
Vantaggi per i governi esteri, meno costi sanità e servizi sociali, soluzione problema suicidi di persone sole.
Per noi 1-2.000.000 di presenze in più durante la stagione morta per gli alberghi, oltre 1 punto di PIL
Serve un Ministri del Turismo capace e che si impegni,
Un’ultima osservazione, convincete Berlusconi a lasciare ‘Audi e utilizzare la Maserati 4 porte che aveva ordinato anni fa, sarebbe un bel gesto di rispetto per il lavoro e genio italiano.
Un saluto
Silvestro Veronese, Frosinone
Egr. Professore
Ho appena letto il suo articolo sul sussidiario. Volevo contribuire forse in maniera semplice, ma mi sono sentito in obbligo a scriverLe per confermarLe che è proprio vero quello che ha scritto. Sono un funzionario aziendale di un piccola multinazionale con 4 plant in Italia e 3 in Polonia. Stiamo attraversando un periodo nero. Non mi inoltro nelle difficoltà che sono ovunque, ma sulla energia del titolare e dei suoi dipendenti che trovano energie e idee veramente dal nulla.
Grazie per il suo articolo,
Ing. Mauro Z.
Egregio Professor Pelanda,
Caro Pelanda,
il suo articolo di oggi su Libero, con quello dell'amico Giacalone, è una
sorta di vangelo politico laico, andrebbe mandato a memoria ! Non saprei
su che cosa essere in disaccordo. Solo che ieri ho sentito la conferenza
demenziale di quel bandito di Bersani: fra i 5 punti programmatici da
proporre alle camere mette una legge sui partiti (ci accontenteremmo di
quella sui sindacati prevista invano dalla Costituzione, magari per
conoscere i loro bilanci...), tanto per fare fuori Berlusconi. Legge sul
conflitto di interessi (e ddaie con Berlusconi....). Infine, ...
"affrontare la questione morale, pubblica e privata (sic!)". Ora, da
comunista quale era ed è posso capire che sia rimasto fermo alla questione
morale di berlingueriana memoria (che coraggio, in tempi di MPS...), ma
che ora, in tempi di vacanza papale, si occupi anche della moralità privata mi
pare un segno di rincoglionimento irreversibile!
È che dovremmo fare partire dal basso una richiesta chiara, 5 o 6 punti su
cui lavorare insieme a partire dalle riforme istituzionali, coinvolgendo
Renzi....Tutti sanno che anche una nuova legge elettorale (stravolta dalla
sinistra per altro, come si diceva ieri - v. Ciampi...) con questo sistema
non servirebbe a nulla.
Alcuni punti:
- siamo l'unico paese moderno che vede il governo espresso dal parlamento
(il parlamentarismo è l'origine di tutti i nostri mali), alla faccia della
divisione dei poteri. Il parlamento nacque per controllare il sovrano, poi
il governo...Da noi, l'esecutivo è espressione del legislativo, nessuno
controlla nessuno. Quindi, premierato o presidenzialismo, sul modello dei
comuni e/o delle regioni. Quando cade il premier si va a votare....
- dimezzamento del numero di parlamentari, via il bicameralismo
perfetto...., diminuzione dell'indennità...
- Abolizione delle province e/o rimodulazione di tutti il sistema di
decentramento amministrativo.
- commissariamento delle regioni in deficit sanitario (per quello che
attiene a questa competenza...). costi standard e anche personale
standard, soprattutto per quanto riguarda il comparto amministrativo... se in
Lombardia ho 10 amministrativi ogni 1000 abitanti, non é che in Campania
ne posso avere 50... anche nel pubblico, per altro, si potrebbe usufruire di
temporary management all'occorrenza...
- ricontrattazione con Bruxelles del fiscal compact, cercando di ottenere
almeno il dimezzamento del piano di rientro dal debito per i prox 3 o 4
anni (dell'euro se ne parlerà più avanti..., mica si può uscire adesso).
- Abolizione IMU sulla prima casa e sulle pertinenze aziendali...
- abbassamento Irap e cuneo fiscale con i risparmi realizzati
- metodo contributivo retroattivo sulle pensioni superiori ai 5mila
euro....
e/o taglio tout court...
- abolizione delle riforma Fornero, alla luce degli insegnamenti del
grande Michele Tiraboschi (ma anche Ichino a tratti...).
Oggi il "tema vero è il superamento della contrapposizione tra lavoro
autonomo e lavoro subordinato per costruire uno Statuto di tutti i
lavori.....il futuro del lavoro non si gioca più sulle forme contrattuali
quanto su autonomia e creatività del lavoro, assunzione di rischio e
spirito imprenditoriale anche nei lavoratori. Infine ma non ultimo, le competenze,
il mercato del lavoro è fatto con i contratti ma questi creano valore solo
se sono veicolo di competenze professionali e base per lo sviluppo di
logiche virtuose di produttività tanto a favore delle imprese che dei
lavoratori»
Insomma, dovremmo fare un manifesto del genere, chiedere un governo
costituente che non veda in prima fila i Bersani e/o i Berlusconi (il
fatto che Silvio chieda la pres del Senato mi lascia perplesso..., se è vero).
La gente vuole questo !!!, ne sono sicuro, facciamo qualcosa !!!
Saluti
FT
Illustre Professore,La seguo da molto tempo, ho anche assistito ai
rimpianti incontri di Lignano Pineta di qualche anno fa e attualmente La leggo su
Libero, con dividendone le idee. Non sono certo io a doverLa informare sull'aria di
rivolta (bora gelida),che soffia da NordEst nei confronti delle banche e del
sistema politico che le sostiene,c'è gia abbastanza letteratura in tal senso, ma
quello che più mi indigna è il reato di anatocismo ed usura bancaria fatti
impunemente, nel silenzio quasi omertoso della stampa e nel disinteresse totale della
magistratura che si impiccia su tutto, ma non dove talvolta sarebbe necessario. Gli
unici che ne parlano apertamente sono Paragone su RAI 2 e Del Debbio su Canale 5.
Le a ssicuro che personalmente non ho questo problema, ma purtroppo lo sta
affrontando una persona a me molto cara e so che corre il rischio di pesantissime
ritorsioni quando presenterà a una delle banche che lavorano con lui, la perizia
che di mostra i pagamenti di interessi non dovuti per tante, tante decine di
migliaia di euro. Professore, c'è urgenza della Sua competenza e della Sua
saggezza,le piccole imprese e le famiglie hanno bisogno di consigli e di sostegno. Se Le
riesce tratti questo argomento. Io vivo a Bologna, ma seguo molto, perchè li
amo, il Veneto e il Friuli Venezia Giulia. La ringrazio dell'attenzione e Le
auguro buon lavoro.
Patrizia M.
Bologna
caro prof.Pelanda,
sono 2 , ripeto due,come lei ben sa, le regole da tenere conto :
1) la regola del pareggio del bilancio
2) la regola della riduzione de debito
a)ipotesi fav le di crescita : la regola 1) e 2) s'applicano entrambe anzi la regola 1) ( cd golden rule) consente
di risparmiare di più per maggiore crescita a beneficio della maggiore riduzione del debito
b) ipotesi sfavorevole: la regola 1) realizzata ( come nel 2013 dal governo tecnico con la politica fiscale aggressiva
) consente il finanziamento entro il 3% delle spese pubbliche, mentre la regola 2) continua ad applicarsi gradualmente stante la grave recessione e grazie all'avanzo primario da primato UE che ha l'Italia :vi sono buoni motivi per mantenere il pareggio per sempre quando lo scostamento del 3% è ammesso?
E' necessario il patrimonio contro riduzione del debito che invero vuol dire solo "ingegneria finanziaria", rischiosissima come la storia delle privatizzazioni italiane insegnano ??
Saluti!
A Petrina
Ps quello che proeccupa è che noi dipendiamo solo dagli algoritmi stabiliti dagli eurocrati in sede UE
( bene fa la GB a non fidarsi!) e non dalla volontà effettiva valorizzata dalla politica di intraprendere
la via del ritorno del figliol prodigo al padre che ha dato il buon esempio
dell'uso parsimonioso delle risorse (Giarda, 2004)
Molto gentile Prof. Carlo Pelanda,
La ringrazio molto per la Sua puntuale attenzione alle mie precedenti osservazioni , forse illusorie , come l’odierna che Le invio perché sono convinto che ormai Berlusconi è destinato a vincere dopo aver ricevuto l’anatema : “spero che Iddio ne abbia perso lo stampino”.
Questa mia convinzione è frutto del paragone con la vittoria degli inglesi del 1945, nonostante il motto diffuso in tutta Italia nel 1942 , anche con appositi distintivi , dal Duce ormai convinto della propria disfatta dopo l’entrata in guerra dell’ America : ”Dio stramaledica gli inglesi”.
Gradirei, se possibile, un Suo giudizio di conformità all’articolo 3 della Costituzione della prevista non esclusione dal pagamento dell’ICI e dell’IMU della mia casa di abitazione del 1973 che conta ben 500 metri quadrati , senza avere però avere alcuna delle caratteristiche delle case di lusso , oltre all’ampiezza che mi porta già ad un esborso di quasi 2000 euro annuali tra immondizie e consorzio di bonifica ( calcolato sul valore catastale ).
Le invio i miei più cordiali saluti
Modonese Giustiniano
31/01/13
.Egregio Professor Pelanda,
leggo sempre con molto interesse i Suoi articoli su "Libero ". Quello di
oggi ,però, mi é sembrato un po' troppo laudatorio delle istituzioni
preposte al controllo del sistema bancario.
Avendo i capelli bianchi ricordo,infatti, i casi :Banco di Napoli ,Banco
di Sicilia, Cassa V.E. Orlando . La famosa "Vigilanza " della Banca
d'Italia non vide o non volle vedere e noi contribuenti pagammo per le
perdite di detti istituti.
Credo che In realtà anche negli organi di vigilanza la politica e le
relazioni personali dei vertici delle banche con quelli di tale istituto
(così come nella CONSOB )non siano assenti.Così come -penso- avvenga in
altri paesi.
E' sempre valido,invero, l'interrogativo dei Romani :"Quis custodiet
ipsos custodes ?".
Grato se vorrà trovare il tempo per un Suo commento a questa mia.
Deferenti saluti,
dr. Giorgio Castriota Santa Maria Bella
Leggo l'articolo di Carlo Pelanda sul caso MPS e resto un po' sconcertato
del suo intervento "pompieristico "
Dice ,infatti, " ..evitiamo catastrofi comunicative.......C' e' un
confine netto tra passato e futuro......dobbiamo rispetto professionale
per le persone che vi lavorno ....."
Per me c'e' un solo sistema per salvare l'MPS
.Via tutto il management passato e attuale, messo li' solo perche' la
situazione era diventata ormai insostenibile
Tra l' altro, il numero uno attuale , e' personalmente inguaiato con la
giustizia e,soprattutto,
ricordiamocelo, si e' messo in fila per dare il suo voto, nelle primarie
dei DS , ai quei politici che hanno sempre tirato le fila del teatrino
dell'MPS Come possiamo fidarci di Lui ?
Quanto alla professionalita' di quelli che ci lavorano, quanti sono quelli
che non sapeveno niente
o che non cerano o che , se c' erano, dormivano?
Cordiali saluti. Carlo Tajana. - Legnano
PS Quanto alla Banca d'Italia, come sempre, i suoi ispettori sono
inflessibili con i piccoli e i
deboli, ma flessibilissimi , vergognosamente flessibilissimi con i
grandi
Peccato per Draghi e per il suo futuro !!!
Egregio Professor Pelanda,
Egregio Professore,
se non ci fosse Lei con l'onestà intellettuale che la distingue, dovremmo
leggere soltanto balle colossali, però servite con profonda convinzione e
con l'intimo compiacimento di poterci ancora e ancora fregare.
Dunque Le dicevo, ci affanniamo e comprare titoli di Stato convinti di
dare una mano al nostro paese, le Banche comprano titoli, (soltanto) che
ritengono remunerativi, gli speculatori (investitori?), giocano con i
titoli spostando masse di risorse finanziarie da un capo all'altro del
mondo, che servono a... "ecchi' lo sà", agli investimenti ? o a comprare
altri titoli.
Scusi, Professore, ma alla fine di tutti questi giochetti, chi lavora?
Il potere d'acquisto della moneta dipende dalla ricchezza prodotta,
l'inflazione è direttamente collegata al vuoto produttivo e allora, senza
ripresa produttiva, non c'è trippa per gatti.
I nostri politici impegnati nei giochetti elettorali non avvertono il
pericolo.
Attendiamo fiduciosi.
Suo Agdan