Prof Perlanda
Ho avuto il piacere di sentire la sua lezione al convegno di Verona del 18 novembre
Accellerare la ripresa ? si puo fare.
Mi è stato utile perche mi ha inquadrato l’attuale crisi finanziaria dentro un contesto
Togliendogli in parte l’alone di incertezza che attanaglia ogni persona.
Mi ha colpito in particolare i seguenti punti:
pertanto non si può capire l’evoluzione del proprio particolare se non contestualizzandolo nella dinamica di un processo globale
,il sottostante reale, da un semplice numero =rapporto euro/$
di ridesignazione delle mappe geografiche attraverso politiche monetarie. Non è più necessario inviare le cannoniere(modello Inglese 800)
basta ridesignare il rapporto valutario e /o far esplodere una mina modello Lehman Brothers.
Dal mio piccolo osservatorio, sono un piccolo imprenditore nel settore energie rinnovabili,
sento ed avverto che la sfida è innanzitutto antropologica e sociale, si stanno ridesignando nuovi paradigmi,
di cui anche le teste d’uovo Goldman,Morgan,BoA non sanno dove approderanno.
Il fascino del Mistero stà delineando nuovi approdi,ed interpella la responsabilità di ognuno.
Saluti Valter
Stim.mo Prof. Pelanda
mi pare di notare che, in questi ultimi tempi, la politica "professionale", quella svolta dai politici "di professione", sta operando come più gli aggrada sotto gli occhi dell'elettorato come se questo non desiderasse altro. Non ho chiesto, e parlo da elettore, che ad un certo punto della legislatura, alcuni "professionisti" si dedicassero a qualcosa di diverso da quello che era stato programmato per il quinquennio, a progetti diversi da quelli prospettati da un movimento politico che, vincendo le elezioni, ha promesso alla maggioranza degli elettori tante belle cose. Non ho desiderato, votando, che uno o più deputati si occupassero di cose ben diverse da quelle per i quali essi hanno chiesto il mio voto. Mi sembra di assistere a ciò che accade in una classe di scolari che, quando l'insegnante deve allontanarsi dall'aula e chiede alla scolaresca di restare in silenzio e di dedicarsi ai propri doveri, scopre che questi hanno saputo far altro che scatenarsi in una disastrosa dimostrazione di disobbedienza. E, tornando a noi, il Paese assiste a questa fulgida dimostrazione di serietà, convinto dagli "scolari" che tutto questo fa parte della mission che ognuno di loro deve svolgere. E così, mentre i "genitori degli scolari" credono che i propri figli si dedichino con impegno alla funzione più importante, riservando loro attenzioni (e risparmi!), questi ultimi, o almeno una buona parte, fraintendono le raccomandazioni dei "genitori" e si avventurano in tutt'altri impegni ed occupazioni! Come tanti Pinocchio alle prese con altrettanti Lucignolo! Bello sarebbe che ogni volta che un deputato ed un senatore neoeletti si dedicano a tutt'altro per cui snon stati scelti dagli elettori, o si schierano su altre posizioni, diverse da quelle originarie, uscissero dai palazzi della politica e passeggiassero per le vie centrali della Capitale...con le grandi orecchie pelose e la coda ben in mostra! Senza offesa per gli asini, quelli veri.
Cordialmente
Suo ZAMAX
Caro professore si dice che solo gli idioti non cambino mai opinione, e questo è un concetto più che giusto. Errare è umano, perseverare è diabolico, quindi è legittimo che, ogni essere umano accorgendosi di aver sbagliato sostenendo determinate convinzioni, ne prenda atto e cambi opinione al riguardo. Ma, dietro l'improvviso antiberlusconismo di tanti ex berlusconiani duri e puri, io non riesco ad intravedere alcun sacrosanto diritto di cambiare idea. Paolo Guzzanti scriveva su "Il Giornale" di cui era vicedirettore, editoriali di fuoco in difesa di Berlusconi, andava in televisione a ribattere colpo su colpo alle accuse degli antiberlusconiani, arrivò al punto di polemizzare in pubblico con la figlia Sabrina cercando di convincerla che Berlusconi non era il male assoluto e che stare dalla parte dalla sua parte non significava essere delinquenti a prescindere. Oggi Guzzanti, che continua a professarsi liberale, non ha rivali in antiberlusconismo. Basta aprire il suo blog, leggere i suoi interventi, ascoltarlo nelle trasmissioni televisive per sentire stillare odio verso tutto ciò che profuma di berlusconismo. E' stato lui ad inventare il termine "mignottocrazia" in riferimento alle donne che hanno fatto carriera politica nel Pdl entrando nel Governo ed è fra i più accesi sostenitori della necessità di liberare l'Italia dal pericolo Berlusconi. L'altro giorno apro "il Giornale" e cosa leggo? Che anche Massimo Teodori da me sempre stimato, può essere annoverato a tutti gli effetti nella schiera degli antiberlusconiani senza se e senza ma. Lui che è un liberale a 360 gradi, paladino dell'Occidente, strenuo difensore del diritto alla difesa di Israele contro le minacce islamiche, laico illuminato ma rispettoso delle posizioni del mondo cattolico, è oggi un antiberlusconiano. Ora, mi rendo conto che Berlusconi possa aver procurato delusioni a chi magari si aspettava da lui azioni più concrete o riforme incisive in grado di portare a compimento la tanto auspicata riforma liberale più volte annunciata, ma può diventare dall'oggi al domani il male assoluto nella mente di chi per anni ha cercato di dimostrare testardamente e fieramente il contrario? Alle volte mi domando da cosa possa essere determinato tanto odio nei suoi confronti da parte di tanti ex amici. Sarà colpa di Berlusconi stesso? Può darsi, però certi detrattori si rendono conto di apparire poco credibili per ciò che hanno sostenuto in passato, per ciò che sostengono oggi smentendo quello che hanno sostenuto nel passato e per quello che sosterranno in futuro quando potrebbero smentire quello che sostengono oggi, smentendo ciò che hanno sostenuto in passato? Distinti saluti Americo Mascarucci
Salve Dott. Pelanda,
è da un po' che seguo le sue pubblicazioni in giro per il web. Devo dire che trovo molto interessante leggere le sue
opinioni sui mercati finanziari e sull' evoluzione dell economia in generale.
Mi domando come fa a prevedere il futuro dei mercati..
Devo dire che per puro caso ho incontrato un suo post e da diffidente ho atteso conferma dei suoi pronostici.
Con il passare del tempo ho visto che non si sbagliava e mi sono ricreduto!
Da quel giorno non aspetto altro di leggere i suoi commenti!
Mi piacerebbe approfondire la sua conoscenza o magari iniziare un rapporto di corrispondenza per aiutarmi
a capire l evoluzioni dei mercati finanziari.
Cordialmente
Daniel U.
Caro professor Pelanda, spero voglia dare ospitalità a questa mia lettera. Non parlo di temi economici come altri amici del suo sito, perchè non sono un esperto e mi limito a leggere le opinioni di persone competenti in materia come lei.
Io da giornalista pubblicista seguo più la politica e le sue continue evoluzioni. Ora sto seguendo giorno dopo giorno la vicenda di Montecarlo e i risvolti che questa può avere sul governo e sulla stasbilità istituzionale.
Con stima.
Americo Mascarucci
E’ tornato Annozero, è tornato Michele Santoro e con lui tutta l’inseparabile truppa, da Travaglio, a Vauro, da Formigli a Ruotolo e compagnia cantante.
Santoro ha attaccato il direttore generale della Rai Mauro Masi dichiarando, ad inizio trasmissione, che lui, delle circolari aziendali, se ne frega. Il programma lo fa come gli pare e piace e nessuno, ai piani alti, deve permettersi di criticarlo. Non avendo garantito già dalla prima puntata il minimo pluralismo come stabilito nella circolare di Masi, ora dovrebbe almeno essere censurato.
Se sarà in qualche maniera richiamato all’ordine, ci verrà riproposto puntualmente il solito repertorio sul martire perseguitato, con i soliti trombettieri della sinistra pronti ad intonare cori di protesta contro Masi ed elogi a squarciagola per il garante supremo della libertà di stampa (naturalmente antiberlusconiana).
Il santorismo è questo, da sempre, è antiberlusconismo allo stato puro tranne il periodo in cui, anche Michele, accettava di buon grado i quattrini del Cavaliere lavorando a mediaste.
Solo che, stavolta, probabilmente a difendere il ‘martire’ non ci saranno solo i Di Pietro, i Grillo, i Vendola, i Ferrero, i Gentiloni ecc. ma sicuramente in prima linea troveremo il neo santoriano (o santorista) Italo Bocchino, quello che vorrebbe imporre il bavaglio al direttore del Tg1 Augusto Minzolini vietandogli di esprimere, tramite editoriale, i suoi commenti. E insieme a Bocchino ci saranno sicuramente l’inseparabile compagno di viaggio Fabio Granata, e il dispensatore di ‘Caffeina’ Filippo Rossi (per chi non lo sapesse Caffeina è una rassegna culturale che il buon Rossi organizza ogni estate a Viterbo dove partecipano intellettuali rigorosamente di sinistra e il più possibile antiberlusconiani).
Si, ci saranno anche loro a difendere l’amico Michele che due sere fa ha concesso a Bocchino la prima serata per sostenere, senza alcun contraddittorio, che la lettera del ministro di S. Lucia (dove si sostiene che Giancarlo Tulliani fratello di Elisabetta compagna del presidente della Camera Gianfranco Fini è il titolare della società off-shore che ha acquistato l’appartamento di Montecarlo che era di An), è una bufala colossale (mentre il governo caraibico ne confermava l’autenticità al Fatto di Travaglio) e per sputare veleno contro i giornalisti che fanno il loro mestiere.
Ritengo che Feltri abbia commesso un gravissimo errore per ciò che riguarda il ben noto “Caso Boffo”. Prima di sputtanare l’ex direttore di Avvenire avrebbe dovuto verificare accuratamente l’autenticità dei documenti in suo possesso. Ha sbagliato e lo ha ammesso lui stesso.
Ma, partendo dal “Caso Boffo” non si può bollare come falsa ogni inchiesta giornalistica portata avanti da “Il Giornale” così come non si può parlare di “metodo Boffo” di fronte ad una vicenda, la casa di Montecarlo, sulla quale giorno dopo giorno emergono nuovi risvolti per altro ripresi e rilanciati da tutti i giornali, di destra, di sinistra e di centro. E mi rifiuto di credere che i giornalisti de Il Giornale, di Libero, de Il Tempo agiscano su mandato di Berlusconi per punire Fini di aver dato vita ad un’opposizione interna al Pdl. Non lo credo, non lo penso e provo pena per chi, come Bocchino, Granata, Raisi e l’intellettuale Rossi che troppa caffeina sta rendendo nervoso, si ostina impunemente a sostenere questa tesi. E provo pena anche per Fini, ridotto a chiedere il “soccorso rosso” di Santoro. Caro presidente della Camera, ricordo ancora un suo comizio al cinema Azzurro di Viterbo in occasione delle politiche del 2001. Su quel palco tuonò contro Santoro e il suo programma (si chiamava all’epoca Raggio Verde), appellandosi agli italiani e invitandoli a non guardare la televisione il giovedì sera per evitare di imbattersi nel teletribuno. All’epoca Santoro, Travaglio, Luttazzi, Fabio Fazio erano per Fini, Bocchino e compagni “la vergogna del servizio pubblico”. Oggi sono i loro idoli. Ad iniziare dal più rosso di tutti, il vignettista Vauro, ospite a Viterbo del salotto di Filippo Rossi e anche lui sempre ben disposto a fare abuso di caffeina.
Americo Mascarucci - Viterbo
Gent. dott. Pelanda,
da abituale lettore de Il Foglio, laureato alla LUISS in Relazioni Internazionali e appassionato di politica statunitense ho letto il suo articolo del 14 settembre: "L'America si ribella contro Obama, ma il GOP ha ancora due problemi".
L'articolo spiega in modo chiaro e semplice la situazione del Partito repubblicano e del fenomeno del Tea Party che ha consentito ad alcuni candidati "estremisti" di vincere le primarie repubblicane. Lei insiste che non c'è un ncandidato del GOP con profilo competitivo. Le chiedo se il mormone Mitt Romney potrebbe sia affermarsi alle primarie del 2012 e addirittura avere chance di vittoria. A parte lui, nessun altro volto nuovo: Bobby Jindal, Tim Pawlenty o volto vecchio: Fred Thompson, Newt Gingrich sembra "presidenziale".
PS: Condol(c)ezza Rice alla vicepresidenza? Magari in un ticket Romney/Rice.
Mia moglie ha una microscopica attività artigianale io sono laureato in
economia e commercio, negli anni 70 con solo il diploma di ragioniere
tenevo tutta la contabilità della moglie da solo. adesso mi serve un
professionista che sta a guardare i mille impicci che si inventa ogni
giorni un governo d'incapaci. di certo pago più al commercialista che al
fisco.
Semplificare, non il numero delle aliquote, ma le regole di calcolo e di
compilazione.
Se poi si adottasse il denaro elettronico basterebbe verificare quanto già
ha fatto il governo per me un risparmo di 400 euro. purtroppo la destra
berlusconiana evita tutte le riforme non utili al padrone.
Il microscopico passo avanti di Bersani è stato cancellato il giorno
stesso in cui questo governo di falsi amorini si è insediato.
Scusi lo sfogo, ma quando ci vuole ci vuole.
suo affezionato
Giovanni Gualtiero
Caro Professore!
Egr. Prof. Pelanda,
ho letto l’articolo che parla del rallentamento della crescita italiana in autunno, e come sempre, le mie domande e le perplessità invece di essere soddisfatte, aumentano.
Sono un ‘micro’ imprenditore del sud che lotta tutti i giorni (e le notti) per sopravvivere. In sette mesi ho dovuto licenziare cinque operai su sei per la carenza di commesse e di liquidità. Ho con l’Unicredit un piccolo fido di 20.000 euro (garantito con le proprietà di mio padre). Oggi, per piccoli sconfini, mi è stato chiesto il rientro provocando in me un grande sconforto e determinando una grave difficoltà nella mia azienda. Dove sono finite quelle richieste alle banche paventate in tv da parte delle istituzioni di aiutare le aziende? Io non ho chiesto un aiuto maggiore.
Le ho raccontato questo per farle capire come siano lontane da noi piccoli ed umili queste analisi e che forse la soluzione a tutto non è così difficile, basterebbe ridare valore e libertà a chi produce, a chi lavora con le proprie mani tutto il giorno senza chiedere straordinari, senza aver bisogno dei sindacati o degli avvocati e che quando si fa male si rimprovera da solo e continua senza aver bisogno dell’INAIL. Significa fare un passo in dietro di mezzo secolo? No credo che significhi essere meno utopici e più concreti.
Cosa centra la mia piccola falegnameria con la crisi mondiale? (io vendo nella mia provincia), devo essere contento della crescita? (eppure non vedo aumentare la clientela), perché io microbo della produzione devo soffrire di una crisi che non affama i grandi? (eppure mi basterebbe poco).
Con questo non critico il vostro lavoro di esperti ma penso che manchi nelle vostre analisi le ragioni, l’essenza e la cultura di chi produce.
Io spero che questa mail non servi solamente a me come sfogo, bensì che sia servita anche a lei a capire una realtà molto distante.
La saluto cordialmente
Nicastro Antonio
Gentile professore
sui mercati aperti bisogna ricordare l'esempio inglese all'inizio della
prima guerra mondiale.
L'agricoltura decentrata nelle colonie dove lavoravano degli schiavi, i
sottomarini tedeschi bloccando commerci agli inglesi li ridussero alla
fame.
Non è facile dire ai lavoratori di dislocarsi dove c'è il lavoro. Le
persone hanno affetti, tradizioni, magari anche età diversi, chissà se un
lavoratore di 60 anni si dislocherà altrove con la stessa propensione
marginale di uno di 20.
L'economia dovrebbe essere al servizio delle persone in quanto come
scienza non ha alcun significato senza le persone.
La fisica esisterebbe anche se l'uomo non l'avesse ancora scoperta, Così
come la matematica o la geografia o la musica. La scienza economica invece
studia la forzatura del sistema naturale per produrre cose in modo
assolutamente irrazionale.
Il massimo della produzione vegetale ed animale metro metro quadrato si ha
solo lasciando la selezione naturale agire sul territori.
Prospereranno le specie più adatte al clima alla latitudine
all'esposizione al sole alla chimica del terreno alla quantità di acqua
disponibile eccetera eccetera, la vera “mano naturale” il massimo prodotto
al minimo dei costi.
Non ha alcun senso andare avanti. Lei è come quella persona che si fissa
ad asserire che sole gira intorno al mondo perchè ogni persona di buon
senso non può non osservare altro guardano il cielo. Le convinzioni
profonde fanno parte della persona, cambiarle è impossibile, inutile far
loro osservare osservare che sono “splendide falsità”.
Suo affezionato
giovanni gualtiero
Chiarissimo Professore, qualche volta lo scrivente è stato critico nei
suoi confronti.
Tuttavia l'articolo odierno su libero dal titolo " Oggi ci salva il
mondo " trova consenso ed plauso.
Sempre su tematiche economiche ieri è stato inviato al GOVERNATORE di
BANKITALIA
un breve scritto più sotto evidenziato.
Se Lei, nella fattispecie, può offrire qualche SUA riflessione, voglia
essere generoso.
Se può " batta un colpo ".
Grazie dell'attenzione.
Estremi identificativi a fine alla fine della presente mail.
Rodolfo ZANCHETTA.
Alla c.a. Professore
Carlo Pelanda
Ho letto il Suo editoriale di oggi 12 luglio 2010 sul Il Giornale di Vicenza e ne condivido appieno la sua analisi e le conclusioni.
Sotto Le riporto una breve nota che ho inviato di recente (25 di giugno u.s. ) al Presidente del Consiglio on Silvio Berlusconi.
Con cordialità.
Francesco L.
Vicenza
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Liberiamo le imprese dall'oppressione burocratica: le mie proposte
Caro Presidente,
ti ho sempre appoggiato e condiviso le tue idee e proposte.
Pensa, che come presidente del più grande Milan Club del Veneto , l'ho voluto chiamare con il nome di "Luigi Berlusconi".
Mi auguro che quanto promesso per le imprese sia subito approvato. Però sono pessimista!!
Mi permetto di suggerirti:
1) Portare il regime fiscale dei minimi da € 30.000,00 a € 40.000,00. Questa sarebbe vera libertà e sostegno anche ai piccoli imprenditori.
Via burocrazia, denunce, contabilità, si paga le tasse con aliquota fissa del 20%.
Molti giovani potrebbero aprire un'attività e far germogliare il seme imprenditoriale che qui al nord tantissimi hanno nel loro dna.
2) Un piano decennale di riduzione dei costi della pubblica amministrazione con il pensionamento e/o incentivazione all'esodo per 100.000 dipendenti pubblici ogni anno. In 10 anni avremmo 1.000.000 di dipendenti in meno. e tanta MENO BUROCRAZIA!!!
E RISANATO IL DEBITO DELLO STATO!!!!
In questo modo potranno essere ridotte le tasse che favoriranno lo sviluppo delle attività imprenditoriali e di conseguenza l'occupazione, con l'assorbimento anche di parte dei dipendenti pubblici.
Presidente "dati una mossa" avrai ancora più consenso!! .... E DIVENTERAI IL VERO STATISTA DELLA REPUBBLICA ITALIANA RICORDATO NEI LIBRI DI STORIA.
Nel concludere mi auguro di avere suggerito qualche idea interessante.
Cordiali ed affettuosi saluti. Anche forza Milan.
Francesco L., Vicenza
Caro Professore, leggo - sul Corriere - una dichiarazione di Prodi,
il quale afferma, fra l'altro, che " oggi Sergio Marchionne lancia le
stesse urla che lanciavamo noi (...) dare l'Alfa alla Fiat non fu una
scelta politica". Io rammento che l'Alfa fu offerta alla Fiat(Romiti) che
rispose picche, precipitandosi poi ad accettare l'offerta quando l'Alfa
venne proposta alla Ford. E mi piacerebbe anche ricordare a quale prezzo
Romiti l'abbia acquistata, e quale fosse l'offerta degli Americani.
Sicuramente,
caro Pelanda, i suoi ricordi
sono meno annebbiati dei miei. Un saluto. Avaldi
Stimatissimo Prof.Pelanda,
gentile professore
e se aumentare la competitività del sistema paese si riandasse ai
fondamenti della dottrina economica moderna: il libero mercato?
mi raccontava il mio professore all'università che l'offerta e la domanda
si adeguano automaticamente impedendo la sottoutilizzo dei fattori di
produzione.
prenda per esempio il mercato immobiliare, se ad un aspirante imprenditore
venisse la voglia di avviare un'attività dovrebbe presentarsi sul mercato
per acquisire un luogo dove lavorare (poi eventulamente dovrà avviare le
pratiche burocratiche).
che trova? prezzi inarrivabili ed un sistema di invenduti spaventosamente
enorme.
non si dovrebbe avviare un meccanismo automatico che avvicina il prezzo
alle esigenze di chi acquista in modo che l'eccesso di offerta venga
riassorbito?
suo
giovanni gualtiero
Ho letto l'articolo su libero di oggi e mi permetto un suggerimento, a me
sembra molto rapido, per ridurre la spesa: basta istituire la cassa
integrazione per il personale pubblico (almeno centomila per iniziare),
escludo tassativamente il prepensionamento per evitare nuove riassunzioni.
Alcune valutazioni.
I pubblici dipendenti sono tendenzialmente di sinistra e pertanto il governo
attuale non avrebbe contraccolpi in termini di voti.
Il risparmio sarebbe immediato in riduzione di spesa logistica (energia
elettrica, telefoni, carta, ecc. ed a seguire le locazione di immobili) ed
una riduzione, pur contenuta, delle retribuzioni (almeno 5miliardi subito).
Il rientro dei cassintegrati potrebbe avvenire mediante sostituzione dei
dimissionari chi non ci sta viene licenziato.
Cosa cambierebbe nella pubblica amministrazione: niente, tutto andrebbe
avanti come prima.
Il comune di Novara, per ovvie necessità di riduzione di spesa, è passato da
1000 dipendenti a 900 e non è cambiato niente: i servizi erogati sono quelli
di prima. Mi assicurano che ci sono ulteriori margini di riduzione ad
invarianza di servizi.
Dopo di che avanti con il resto che si vuole un po' più di tempo, ma
prioritariamente SEMPLIFICARE, SEMPLIFICARE, SEMPLIFICARE, sempre in primis
meno burocrati meno burocrazia e probabilmente meno approfittatori.
Cordialità
Mario Guereschi
Gentile professore
del suo articolo trovo particolarmente interessante il suo indicare
l'università quale strumento di formazione continua per la popolazione
tutta.
Il sapere è la sola ricchezza che non fa male a nessuno.
È che non ho i mezzi per diffondere le idee ma io il suo "formazione
continua" lo sto applicando da un pezzo per me.
Non mi vuole nessuno perché ho più di 60 anni per il lavoro sono, dicono
loro, troppo vecchio però adesso sto seguendo il corso di statistica
presso l'università di Verona sede di Vicenza, a febbraio ho passato
l'esame di matematica. Non sono riuscito a seguire il corso di informatica
presso scienze naturali e matematiche a Verona, per disgrazie varie.
Cosa ci vuole fare è una società di furboni dediti ai propri vizi la
nostra. Il più grosso furbone governa a Roma. Speriamo bene per il futuro.
Suo
giovanni gualtiero
Gentile professore
far decidere ai politici o agli economisti cosa deve fare una banca credo
sia il punto di partenza di una tragedia.
Però nemmeno i banchieri sono infallibili.
Dividiamo il problema
banche in libero mercato: numerosissimi istituti che si fanno concorrenza
l'un l'altro e se un numero ragionevolmente piccolo salta, non succede
niente.
Oligopolio: se una banca salta è una tragedia.
Il libero mercato nel credito è ancora possibile?
Ripristiniamolo, ma temo che servirà una decisione politica le banche da
se non si frammenteranno di certo.
Ci teniamo l'oligopolio?
Allora bisogna evitare che la collettività corra a salvare i banchieri
incompetenti. Servono un minimo di regole perché poi a pagare sono i
cittadini e a guadagnare gli azionisti/dirigenti. Un furto.
Suo
giovanni gualtiero
Salve, leggo spesso la sua rubrica su La Voce FC.
Volevo semplicemente comunicarLe il mio appoggio proprio sul merito di come Lei affronta le tematiche: vedi la riforma fiscale.
Cordilamente
Furani Michele (FC)
gentile priofessore
non mi preoccuperei per una riduzione delle spese pubbliche
Padron Berlusconi quando estrasse dal cilindro la riforma fiscale asseri
che una diminuzione forte delle aliquote avrebbe comportato un aumento del
gettito tributare, vedi curva di Lafer, ed elezioni di Regan.
o ciò non è mai stato detto da Maidettodichiamarmiberlusconi Berlusconi?
suo
giovanni gualtiero