Facendo seguito ad una mia lettera del febbraio di quest'anno in cui
sostenevo appassionatamente la Sua perorazione,
in un articolo appparso sul "Giornale", della necessit?e
dell'ineluttabilit?dalla formazione di un partito unico sostanzialmente
d'ispirazione liberaldemocratica, mi ritrovo (ci ritroviamo) dinanzi ad un
apparente sfaldamento di tale
auspicata prospettiva.
Dico "apparente" in quanto ritengo si tratti, da parte di An e Udc, di
atteggiamenti che fanno leva unicamente sugli apparati di partito, sulle
ambizioni personali, su piccoli interessi di bottega che nulla hanno a che
fare con i principi,
i valori e gli interessi che gran parte della popolazione italiana
vorrebbe vedere affermati.
Siamo, per l'appunto, al tanto vituperato "teatrino della politica" di cui
i cittadini non ne possono pi? bisogna
assolutamente mettere in discussione (Berlusconi mi sembra tenti di farlo)
la vecchia concezione di "partito".
Perch?non si parla mai sui giornali di quanti siano gli iscritti ai
partiti in Italia? Penso non pi?di due milioni di persone. Gli elettori sono
oltre quarantacinque milioni!
Se si tenessero a mente questi dati e li si divulgasse adeguatamente il
quadro risulterebbe molto pi?chiaro: non esiste
la minima ragion d'essere perch?non si debba arrivare ad un accorpamento
di forze omogenee che, rappresentando temi sostenuti unitariamente dai
cittadini che in queste si riconoscono, non dovrebbero, per l'appunto,
marciare ognuna per conto proprio.
Oggi, come otto mesi fa, rivolgo un appello a Lei e a quelle personalit?br> di altrettanto spessore morale e culturale, non
incasellate nei giochetti del potere "politicante", affinch?Vi facciate
promotori di iniziative che concorrano a smuovere l'acquiescenza allo
statu quo, al fine di creare un forte movimente d'opinione che, travolgendo la
barriera frapposta dalle "miserie" della politica, riesca a far finalmente
uscire l'Italia dalla palude in cui ?finita.
Il popolo del 2 dicembre 2006 ve ne sarebbe profondamente grato.
Cordiali saluti.
Caro Prof. Carlo Pelanda, ieri ho mandato ai soliti-giornali-soliti ,Libero ed il Giornale che reputo pi?a destra che a manca, questo mio " pezzullo". Oh, niente di impegnativo. Credi che mi abbiano pubblicato ? Macch? Solo il pedante ritornello di sempre della mail del " contentino" , del "bon-ton" che mi avverte, con tutto il distacco possibile, "Letto" e nulla pi?
Eppure non mi sembrava male. Tu che ne pensi, Carlo ?
Un caro saluto, Edoardo A.
Caro professore, grazie per la Sua lucida sintesi. L’unione del capitalismo democratico ?inevitabile grazie al consenso di cui esso pu?godere senza costi di polizia che abbassano la produttivit?del sistema. Inoltre n?buonismo n?cattivismo, n?cinici o idealisti, n?destre n?sinistre occidentali operano senza il sostegno del capitalismo liberale mentre l’espansione interna e all’estero della Cina costa e quel sistema illiberale non pu?sostenerne il peso. Infine come illustra la matematica che descrive l’evoluzione dei sistemi caotici (tutti) che evolvono per successive ‘catastrofi locali?(Ilya Prigogine e Per Bak), quanto pi?celere ?la crescita di un sistema tanto pi?difficile risulta ‘organizzare?le ‘catastrofi locali?stesse. Un sistema ben rodato quale quello liberale riesce ad adattarsi. Un sistema illiberale e inevitabilmente centralista come quello cinese sperimenter?incontrollabili spinte centrifughe dettate dalla disomogeneit?della crescita ed esaltate dalla diversit?delle etnie di cui si compone.
Il punto: mentre le dittature che si poggiano sul capitalismo occidentale crollano nel sangue, i comunismi muoiono nel supermercato. Ci?? avvenuto nel 1989 sotto la pressione insostenibile del riarmo imposto da Thatcher/Reagan e da Woytila/Solidarnosc e accadr?senza bisogno di guerre combattute domani in Cina. L’innovazione scientifica e tecnologica non si pu?rubare e comunque condanna ad una battaglia di inseguimento del capitalismo libero da parte dei capitalismi illiberali.
Almeno cos?crede un ingenuo cultore di studi matematico/scientifici.
Con affetto Suo
Carlo (Vitali)
Caro Prof. Pelanda,
Sono un comune mortale che lancia un appello a tutte le persone di buon senso desiderose di esplorare nuove vie per promuovere progetti utili per la collettivit? molti dei quali gi?esistono ma stentano a decollare per mancanza di visibilit? Far?subito alcuni esempi ma prima mi sembra utile sciogliere un equivoco. Assistiamo continuamente a dibattiti, anche televisivi, come quello dell?i style="mso-bidi-font-style: normal">Infedele del 31.10.07 per citarne uno, i quali puntano sull’incredibile sperequazione esistente fra i redditi alti e quelli pi?bassi. Si tratta di una realt?mondiale, non solo italiana, che ormai nessuno contesta pi? Ma ci?non significa che i “super-ricchi?si trincerino nella propria sfera di cristallo, ignorando quanto succede nelle parti basse della piramide sociale. Non tutti si chiudono nell’indifferenza del benessere. Anzi, molti, per temperamento, per carattere o perch?consapevoli dell’importanza della propria immagine, sarebbero pronti a sostenere progetti utili se solo ne fossero a conoscenza. Sicuramente, tante iniziative a sfondo economico, non finalizzate al puro lucro, possono interessare persone in grado di sponsorizzarle o comunque di fornire un appoggio concreto, fuori dagli schemi istituzionali.
Quali sono i progetti utili per rimediare alle storture e disfunzioni del Sistema? Ecco alcuni esempi.
[1] Le reti di lavoro fra singoli (cinquantenni troppo giovani per andare in pensione, troppo vecchi per essere assunti; laureati sotto-occupati od utilizzati a sproposito?: solo offrendosi insieme sul mercato riusciranno a trovare pi?incarichi, anzich?dipendere da un solo canale; ogni individuo ha le proprie doti, il punto ?farle conoscere agli altri, valorizzare le risorse (esempio casalinghe in grado di eseguire da casa col computer ricerche, traduzioni, disegni, registrazioni contabili?.
[2] Pubblicit?collettiva, fra piccole imprese a vocazione complementare, dato che lo spazio sui media costa un occhio della testa.
[3] Tutte le forme di collaborazione fra vicini: ad esempio il car pooling, pi?persone in una sola macchina, per facilitare gli spostamenti da casa al lavoro e dal lavoro a casa; per portare e ritirare i figli da scuola.
[4] Reti di fattorini per il ritiro di oggetti usati da case ed uffici.
[5] Le iniziative per il turismo tutto l’anno, non solo per i due mesi estivi; ad esempio, verso posti di agriturismo abbinati a compravendita di prodotti locali. In prossimit?dei centri urbani: le gite organizzate per comprare frutta e ortaggi direttamente dai coltivatori, saltando gli intermediari, quindi con riduzione di prezzi.
[6] Le azioni concertate fra amministrazioni locali e volontari per la bonifica del territorio, la ripulitura delle spiagge, la prevenzione degli incendi boschivi (a tale proposito, nei mesi di agosto e settembre 2007, pi?quotidiani italiani nonch?il portale degli specialisti della sicurezza e addirittura un resoconto del Senato della Repubblica hanno riportato una notizia incredibile: un nuovo dispositivo brevettato, detto “bomba intelligente?in grado di spegnere gli incendi; l’inventore, un ingegnere romano ha presentato il suo prodotto al Dipartimento della Protezione civile, alla Guardia forestale. Quale sar?stato l’esito?)
[7] La raccolta differenziata dei sacchetti di plastica (grandissimo fattore d’inquinamento).
[8] La costruzione di collettori d’acqua nelle zone aride, nonch?la manutenzione degli acquedotti esistenti, necessarie per il fabbisogno domestico e l’irrigazione.
[9] Essenziali anche le operazioni a medio e lungo termine, come l’impianto di alberi frangivento disposti in fila per la protezione delle coltivazioni (in Calabria ci sono?ricordiamoci che gli effetti del maremoto, detto Tsunami, nel 2004, sono stati meno devastanti laddove erano rimaste le mangrovie; che il fuoco che ha appena devastato ampie zone del Sud California era trascinato dall’incontenibile vento proveniente dal vicino deserto, privo di qualsiasi sbarramento protettivo).
Insomma, le azioni fattibili, checch? si dica, sono tante, tantissime (ovviamente col sostegno di sponsor privati che, come detto sopra, si possono avvicinare prima, coinvolgere poi).
Solo cos? attraverso i mille rivoli delle iniziative utili, si riuscir?a controbilanciare gli inevitabili scompensi della globalizzazione. Usando il buon senso, come antidoto alle chiacchiere infinite. Chiedo pertanto a coloro che vogliono prendere in mano il proprio destino di farsi avanti; in tanti, insieme, poich?solo il numero fa la forza; parlate in giro; mi potete anche scrivere (mmrams@bluewin.ch), volendo ci possiamo incontrare.
Max Ramstein, Mendrisio, Canton Ticin
Caro Pelanda, "chi glielo fa fare" a difendere ci?in cui non crede? Tutto ?in contraddizione con il profilo di tecnico rigoroso e corretto: i giochi di prestigio in economia, dalle dichiarazioni iniziali dei cantieri a chiusura immediata per bancarotta alle alternanze settimanali sul tesoretto fino al penoso confronto con Almunia; le offese a Speciale e per la RAi, degne di un giustiziere politico e soprattutto non necessarie, ma legittimanti per la peggiore sinistra. Che sia meno fesso di quanto sembra? Tra le varie possibilit? di lettura, perch?non includere che il nostro TPS stia studiando per un percorso tipo Ciampi? Che Prodi si guardi bene attorno, la maggiore insidia viene sempre da chi sta pi?vicino. Con stima e cordialit? lettera firmata.
Caro prof. Carlo Pelanda, come al solito il Suo articolo postato su il Giornale di oggi, ?dotto, arguto, sarcastico, conciso, profondo e...... dissacrante per Tps.
Caro amico,
Spero di non infastidirLa con le mie lettere.Io non conosco personalmente
"TPS", ma sono tentato di pensare che creda veramente alle schiocchezze che
dice. il ministro "acronimo" , buona parte del governo, il presidente
della repubblica ed i vertici dell'unione europea sono preda dell'illusione
dirigista, che spacciano "scherzosamente" e senza vergogna per "dispotismo
illuminato".La volont?dei cittadini conta soltanto se ?conforme ai loro
desideri, altrimenti non esiste.Il parlamento ridotto ad aula "sorda e
grigia" costretta a ratificare le decisioni prese altrove ? l'ennesima
riprova del terribile deficit di democrazia che ci espone a derive
imprevedibili.Intanto trionfa un sistema mediatico-corporativo spudorato ed
illegale che nemmeno Bottai avrebbe saputo immaginare.Cordiali
saluti.Lorenzo Bon
Caro Carlo Pelanda
Ho letto il suo articolo di oggi su Il Giornale.
La prima frase e': "Spiace bersagliare Tps perch?uno con il suo curriculum
non
?certamente persona dappoco".
La domanda che le pongo e': come puo' una persona con curriculum non dappoco
essersi rivelata un ministro dell'economia cosi' mediocre ? Chi ha trascorso
la sua vita professionale in una banca centrale dovrebbe ben conoscere
l'economia ed il suo funzionamento ed i suoi atti dovrebbero riflettere tale
conoscenza.
Eppure Padoa Schioppa sforna finanziarie imbarazzanti e Trichet evita di
innalzare il tasso ufficiale e lanciare l'euro a cambi ancora piu'
stratosferici
solo perche' si e' ritrovato tra capo e collo la crisi dei mutui.
I curriculum possono anche essere ineccepibili, ma le decisioni dei titolari
dei curriculum sono obbiettivamente sbagliate. Come spiegare questa
contraddizione tra curriculum e decisioni operative ? Non e' che forse al
curriculum non corrispondono adeguate capacita' e che tale inadeguatezza
si traduce nei disastri che sono sotto i nostri occhi ?
Se quest'ultima domanda ha risposta affermativa credo sia tempo di
interrogarsi
seriamente sul processo di selezione di tali classi dirigenti.
Cordiali saluti
Paolo Barbante
Caro Pelanda, "chi glielo fa fare" a Tps dia difendere ci? in cui non crede? Tutto ?in contraddizione cn il profilo di tecnico rigoroso e corretto: i giochi di prestigio in economia, dalle dichiarazioni iniziali dei cantieri a chiusura immediata per bancarotta alle alternanze settimanali sul tesoretto fino al penoso confronto con Almunia; le offese a Speciale e per la RAi, degne di un giustiziere politico e soprattutto non necessarie, ma legittimanti per la peggiore sinistra. Che sia meno fesso di quanto sembra? Tra le varie possibilit?di lettura, perch?non includere che il nostro TPS stia studiando per un percorso tipo Ciampi? Che Prodi si guardi bene attorno, la maggiore insidia viene sempre da chi sta pi? vicino. Con stima e cordialit? lettera firmata.
Gentile Professore,
Quanto condivido il suo articolo su Il Giornale di oggi!
Il ritardo e la cecit?culturale della sinistra (ma non solo di quella,
purtroppo) attenta soltanto a s?stessa ed a "met?del mondo" (quella del
lavoro dipendente, garantito sindacalizzato o sindacalzzabile), emergono in
modo esemplare dal recente intervento di Piero Fassino, che trattando di
timidi interventi su stabilit?e precariet?del lavoro (argomenti che sono
interdipendenti ad onta delle convinzioni di molti) neppure sospetta che
una vasta massa dei lavoratori ?precaria da sempre e le uniche attenzioni
che riveve sono quelle di Visco.Michelangelo Volpi (ex "top manager" di
Cisco System e AD di Joost), allorch?ha confessato che viene in Italia
soltanto per le vacanze e che per lavorare preferisce stare all'estero, ha
fotografato, forse senza volerlo ma nel modo pi?impietoso, la realt? Il
vero dilemma per un genitore ?se valga la pena di investire tempo energie e
denaro per cercare di assicurare in patria un futuro ai propri figli o se
non sia meglio impiegare subito quelle risorse per dotarli di strumenti che
consentano loro di cavarsela passabilmente anche altrove. Scusi per la
lunghezza del commento ma la sintsesi talora ?molto difficile.
Lorenzo Bon
Vien d adire che il quadro sulla situazione "mediorientale" che Lei delinea
?quasi apocalittico, anche se abbastanza realistico.Ma quali sono le
possibilit?di successo della "nuova" strategia USA per Irak\Iran e quale
potr?essere al riguardo l'atteggiamento di un eventuale nuovo presidente
"democratico"? La fuga porta soltanto "frutti" avvelenati.
Cordiali saluti
Lorenzo Bon?
gentile professore
vedo che anche lei vede nell'occupazione di cariche economiche da parte di
politici, "parcheggiati" in attesa di collocarli come assessori o
consiglieri
regionali o deputati, una minaccia alla produttivit?delle aziende
pubbliche.
sono pagati dalla collettivit? rendono al partito sempre bisognoso di
soldi,
fanno pratica di come abbindolare gli elettori.
una volta, almeno, erano schierati "ideologicamente" e potevano essere anche
efficaci gestori della cosa pubblica, adesso sono solo "posteggiati" dove
possono mungere!
suo
giovanni gualtiero
La seguo sulla stampa quotidiana ed ho assstito anni fa ad una Sua
conferenza. E' vero che bisogna guardare in avanti, ma gli errori del
passato possono essere di utile insegnamento.Io credo che gravi errori della
passata legislatura da parte della maggioranza del tempo sia stato quello di
non far approvare dal parlamento dei "moduli separati" di riforma
costituzionale che "costituzionalizzassero" i diritti dei contribuenti e
delle minoranze parlamentari.Si sarebbe trattato di garanzie di libertà, ben
viste da tutti coloro ai quali le libetà stanno a cuore e gli eventuali
referendum confermativi non sarebbero stati,credo, una difficoltà
insormontabile. Altro errore (anche se ne comprendo le ragioni e sempre che
si contrasti una visione "centralista" dello stato) il non avr dato subito
attuazione all'art.117 della costituzione.Non sarebbe stato forse granché,
ma sempre meglio del nulla attuale e ciò non avrebbe impedito di impostare
comunque una riforma del titolo V della costituzione.
Non si tratta di argomenti streattamente economici, ma mi piacerebbe
conoscere il suo pensiero.
Cordiali saluti
Lorenzo Bonù
Caro Pelanda
Caro Professor Pelanda, i Suoi dotti articoli (come quello di oggi su il Giornale), pur breve e quindi più appetibile, diventano sempre più pietre miliari del sistema, che di volta in volta tratta. Sono saggi che dovrebbero mutarsi in dispense e, per una volta, metterli a disposizione, non per i Suoi studenti di Università, ma consegnarli brevi manu, a tutti i Ministri, Deputati, Senatori a vita e non, Sottosegretari, Economisti, Ragionieri di Stato, fino anche agli uscieri del Parlamento Italiano e Palazzi limitrofi, perchè si erudiscano un pò in materia di res-publica. Specialmente raccomandato, a quell'Homo Ridens c he oggi detiene il potere temporale del più becero Governo che l'Italia democratica abbia mai avuto, dalla Costituzione Repubblicana in poi. No, non sono " impazzito" improvvisamente, e neppure è l'età seppure avanzata, a farmi parlare così.
suvvia professore
io stesso mi sono beccato del coglione dal suo amico Berlusconi, e visto
che chi l'ha votato lo approva, mi sono preso del coglione da tutti gli
elettori della casa della libertà (anche quella di darmi del coglione)
io non do' del coglione a nessuno ma affermo:
1 in casa non si tiene più contante, è depositato presso le banche e si va
a prelevarlo con le ATM 2 un povero cristo che deve abitare da qualche parte, con gli affitti che
girano è praticamente costretto ad indebitarsi
così il suo amico, che mi ha dato del coglione, può dire che gli italiani
sono tutti proprietari di casa.
3 le iniezioni di liquidità sono finanza avanzata?- mi presta qualche
decina di milioni di euro, e faccio finanza avanzata in qualche paradiso fiscale
senza estradizione!
suo giovanni gualtiero
La sua consueta chiarezza e competenza nell'esaminare l'attuale situazione finanziaria mi propone qualche domanda.Ad esempio come addebitare a leggerezza la mancanza di garanzie quando le banche sono generalmente accusate di dare i soldi solo a chi può dimostrare di averne. Ed ancora come può una banca concedere mutui a coloro che si presentano,situazione certamente provocatoria ,con una tazza di gabinetto e dicono questo è il nostro 5 % . Mi è capitato di leggere in un romanzo americano di una persona che di giorno faceva il facchino in un magazzino di carne di Chicago e di notte era assunto part time da una banca per esaminare istanze di persone che chiedevano crediti . A mio parere sono situazioni contradditorie che possono prevedibilmente provocare la situazione di oggi ,ma sono facilmente prevedibili come prevedibili ne sono le conseguenze. Con distinta stima.
Sono Toni Brandi, il presidente della laogai Research Foundation Italia, onlus. Ci occupiamo della diffusione di notizie sui laogai, i campi di concentramento (o lavoro forzato) cinesi e della continua violazione dei diritti umani in Cina.
Volevo congratularLa per il Suo articolo ed informarLa che domani, 8 agosto, un anno dalle Olimpiadi di Pechino protesteremo con altre organizzazioni come da email allegata.
Cordialmente
Toni Brandi
Gentile Professore
Gentile Dott. Carlo Pelanda,
ho letto il Suo articolo "Un nuovo Risorgimento" apparso su "il Giornale" di luned?16 luglio.
Oltre a condividerlo in tutto, anche per i riferimenti familiari molto simili ai miei, mi ha commosso ed inorgoglito.
Deve, dobbiamo insistere in questi sentimenti o meglio ideali da offrire ai giovani.
Cosa direbbe se "riesumassimo" i "Doveri dell'uomo" di Giuseppe Mazzini ed esaltassimo un Suo "pensiero" e precisamente: "ogni diritto ?frutto di un dovere compiuto!?"
Riceva i miei pi?sentiti ringraziamenti e saluti.
Aldo F.
PS: Sarebbe stata impeccabile anche l'impaginazione se anzich?presentare la fotografia di Giuseppe Garibaldi fosse stata pubblicata la figura di Giuseppe Mazzini.
Gent. Mo Dott. Pelanda,
La ringrazio per il chiaro e semplice articolo da Lei pubblicato su “Il Giornale?di luned?16 luglio. La ringrazio per due motivi:
1 ?ci dice di avere ereditato questo pensiero da Suo nonno. Io ho 35 anni e il mio cuore batte sempre pi?forte per le vivaci idee di mio pap? questo mi causa spesso sensi di colpa perch?si dice che i giovani di oggi non hanno idee loro.
2 ? la Sua idea ?tanto semplice quanto illuminante. E?la terza volta che compro il giornale perch?mi sono detta che non posso pi?rifiutarmi di saperne di politica ma, ogni volta che sfoglio, leggo o sento di politica continua a prendermi un forte rigetto interiore. La Sua idea mi ha quindi liberato da un altro senso di colpa. Forse allora davvero non sono io, come tanti miei coetanei, ad essere solo ignorante e pigra.
Grazie al Suo articolo mi sento come una che tutti volevano far sembrare matta ma che alla fine scopre che tanto matta non ?
L’Italia ?il mio paese, la mia gente, la mia lingua e soffro a sentirne parlar male, vorrei tornare ad esserne orgogliosa.
Dica Lei ora, Che fare?
Aspettiamo fiduciosi e siamo in tanti, tantissimi.
La saluto cordialmente,
Sara Marelli
Egregio Prof. Pelanda,
ho letto con interesse il suo odierno intervento sul Giornale e le confesso di provare per lei un profondo moto di invidia.
Anch’io ho creduto, nell’impeto dei vent’anni, al servizio ed al sacrificio, alla Patria ed alla bandiera. Ma oggi ?diverso.
Sa, purtroppo, oggi cosa vedo?
Vedo il corpo ancora caldo di una cerva agonizzante su cui banchettano avvoltoi di ogni genere.
Vedo Onore e Dovere muversi smunti attorno ad opachi monumenti di bronzo, leggendo con voce tremula nomi di eroi dimenticati a passanti infastiditi.
Vedo Diritto ergersi lucente di abbronzatura e gel, i muscoli rigonfi dell’ultima sessione in palestra, ascoltarsi autocompiaciuto mentre incide nell’aria il verbo assoluto della moderna autocoscienza: “io scelgo?
Vedo bottegai travestiti da profeti vendere, da scranni istituzionali, merce avariata prelevata dagli scaffali polverosi della storia ed asservire a s? impuniti, immaginazioni denutrite e soffocate da bandiere multicolore.
Vedo sagome di imprenditori di successo, sorridenti e globalizzati, nascondere dietro la loro plastica patetiche figure di mendicanti che bussano, con piattini in mano, a porte sovrastate da luccicanti stemmi della Repubblica.
Vedo scorie mortali del ?8 aggirarsi come faine nei luoghi della divulgazione del pensiero e della decisione con tasche stracolme di sangue e sudore altrui.
Vedo rinomate universit?covare e sfornare nuove generazioni di grigi burocrati prestampati, sacerdoti forzati del culto della managerialit? adepti dell’Ordine Supremo dell’Ignoranza.
Vedo servitori in divisa dello Stato girare per citt?sempre pi?violente con curate e fiere crestine di capelli a centro testa, pi?pronti, all’apparenza, per la serata di apertura del Billionaire che per la caccia ai delinquenti.
Vedo anche, per la verit? quel genio rinascimentale che ?il Cavaliere, cartina di tornasole di una vitalit?nazionale mai sopita, ma esposta al disprezzo ed all’odio pi? corrosivi nel corso di decenni di dolosa e dolorosa e violenta deformazione della realt?
50 anni di deriva globale verso il niente di slogan debolmente lineari non sono facili da recuperare. E questo ?preoccupante.
Leggo per?l’articolo suo e di altri che, come lei, scrivono in benemeriti quotidiani come il Giornale ed il Foglio e mi dico: "forse c’è una speranza?".
Cordiali saluti.
Purtroppo questa e?la realta?/font> secondo il mio punto di vista. Tornerei se ci fosse “qualcosa da fare?ma per ora non mi sembra proprio.
Ho seguito e seguiro molto le cronache italiane e gioiro?il momento stesso che la repubblica italiana mi smentira?con I fatti.
Nel frattempo saluto con ammirazione e gratitudine
Fabio Cairola
Gentile Prof. Pelanda
ho letto con molto interesse il suo articolo su 'Il Giornale' di oggi,
luned?15 luglio.
Il mio nome ?Paolo Di Leo, sono un PhD student in Lettere Classiche
presso la University of Pennsylvania di Philadelphia, quindi uno di quegli Italiani
che, come Lei, vogliono tornare in Italia per fare qualcosa per il Paese. La
condizione di 'esule volontario' non mi si attaglia molto bene e, del
resto, non mi sento di far parte di quella larga schiera di nostri connazionali
che, dall'estero, si atteggiano a fustigatori del costume nazionale.
Per queste ragioni leggere il suo articolo ?stata una vera boccata
d'aria.
Finalmente sentire che qualcuno richiama con orgoglio le glorie dei nostri
bisnonni che combatterono la Grande Guerra e dei nostri nonni che, di
fatti, ricostruirono il Paese, Le confesso che ?stato un piacere inaspettato.
Tuttavia, su un punto temo di non poter essere d'accordo con Lei. Dalle
sue parole, infatti, mi sembrava di intendere che Lei pensa si possa e si
debba tornare allo spirito del Risorgimento per costruire, anzi in certo modo
ricostruire, un senso di Nazione che sia progetto per l'oggi e per il
futuro. A questa tesi io vedo due obiezioni, una del tutto inerente alla storia
d'Italia e del Risorgimento Italiano, l'altra riguardante pi?che altro il Mondo
Occidentale tout court.
La prima obiezione riguarda direttamente il ruolo e la valenza del
Risorgimento.
Come ?noto, il Risorgimento ha fatto l'Italia e poi s'? cimentato a fare
gli Italiani, e quest'ultima cosa, come Lei ricordava, ?stata ed ?la parte
pi?problematica. Io credo che l'assunto di fondo fosse sbagliato. Infatti,
gli Italiani gi?c'erano e nonostante le differenze di dialetti e di costumi
regionali, che sussistono tuttora, avevano una certa coscienza di
appartenenza, si riconoscevano in qualcosa. Questo qualcosa io lo individuo nella Chiesa
Cattolica. Gli Italiani dell' '800 erano, si riconoscevano come Cattolici.
Difatti, il Risorgimento ?andato contro questa coscienza, creando una
ferita che a stento 40 anni di DC sono riusciti a risanare. Del resto, il
Risorgimento ?stato un fenomeno generato e portato avanti dalle classi alte della
borghesia di allora. Badi bene che in queste parole non vi ?da leggere alcun
anti-borghesismo n?tanto meno alcun anti-risorgimentalismo: due dei miei
antenati morirono per l'unit?della Patria, uno fucilato come carbonaro,
l'altro come capitano dei Bersaglieri a Porta Pia nel 1870; mentre un
altro serv?come capitano dei Garibaldini. Non posso, per? non riconoscere
quella che, a mio parere, ?la tara pi?vistosa del nostro Risorgimento. Un
problema grave, perch?anzich?fornire una solida base identitaria, il Risorgimento
ha aperto una contraddizione nella coscienza della stragrande maggioranza
degli Italiani, volendo ignorare ci?che aveva costituito per secoli una matrice
importantissima nella formazione di un concetto di 'Italianit?.
La seconda obiezione riguarda la possibilit?che un progetto culturale,
prima ancora che politico, come fu quello risorgimentale possa essere applicato
all'attuale congiuntura storica. Come dicevo sopra, il Risorgimento fu e
nell'attuazione pratica e poi, cosa pi?importante, nella definizione
identitaria un fatto proprio delle élites. fortemente segnato
dall'anti-cattolicesimo. Oggi giorno viviamo in una societ? massificata,
nella quale la massa ha assunto una dimensione di omologazione sovra-nazionale e
i cui gusti, modi e costumi hanno assunto una natura trasversale, tale da
eliminare di fatto l'esistenza di una qualsivoglia élite, che non sia
élite puramente economica. D'altro canto, gli Stati, pur avendo ancora un ruolo
di controllo politico imprescindibile, mi sembrano sempre pi?travalicati sia
economicamente sia culturalmente da entit?sovra-nazionali. Di fatti, a
imporre le mode, i costumi e i modi di pensare sono direttamente e indirettamente
le grandi compagnie, attraverso la pubblicit?e i mass-media.
In questa 'panmelassa', come la defin?profeticamente Ch. P. Péguy, c'?br> ancora spazio per un progetto culturale quale fu quello risorgimentale? (La
stessa domanda la si potrebbe fare sostituendo il Risorgimento Italiano con la
Rivoluzione Americana: la societ?di massa, stolida e volgarmente
ignorante ?quello che si aspettava Ben Franklin?)
Io penso di no. Il mio problema, per? ?che questa risposta non mi pu?br> soddisfare. Sarebbe la resa alla crisi dell'Occidente che, almeno io,
avverto come profondamente presente e operante.
La ringrazio per l'attenzione.
PDL
Gentile Sig. Pelanda, ho letto con un certo sbigottimento il Suo articolo ne "Il Giornale" di oggi. Ma il Risorgimento ?stato veramente quello che lei descrive o a cui allude, quello che ci ha insegnato la propaganda - perch?di questo si trattava e si tratta purtroppo ancora - a scuola? Ormai sono stati scritti tantissimi libri e articoli sulla vera natura del cosiddetto Risorgimento italiano: anticattolico, antipopolare, massonico ed elitario, propugnato e appoggiato da nazioni straniere (Inghilterra in primis), guerra di conquista del Regno piemontese, feroce nel sopprimere ogni opposizione, falso nel chiamare "briganti" chi difendeva le proprie tradizioni, la propria fede e il proprio Re... Ma non si rende conto che l'Italia ?stata distrutta dal Suo Risorgimento, che il Meridione da prospero ?stato costretto ad emigrare in massa (per una tassazione esasperata e la rovina di ogni risorsa), che il Veneto dal buon governo ?passato alla miseria (e ad emigrare anch'esso)...
buongiorno prof.Carlo Pelanda,
sto leggendo "Garibaldi-la forza di un destino"
di Max Gallo che mi entusiasma e mi da una visione del personaggio storico e
umano che mi sembra di aver "colto" nel Suo stupendo articolo di cui all'oggetto.
La ringrazio sentitamente e mi onoro di avere la fortuna di riconoscere
nella Sua persona e nella, appena accennata, storia della Sua famiglia
quei valori che, forse, non sono definitivamente perduti.
Al piacere di poterLa ancora leggere unisco profonda stima e cordiali saluti.
P. F. Terni
Egregio Signor Carlo Pelanda,
Ho letto il suo bellissimo articolo su IL GIORNALE.IT e ho sentito il desiderio di scriverle per ringraziarla, lei ha espresso il mio pensiero in modo perfetto, un pensiero che non sapevo come articolare e lei lo ha fatto per me.
Spero ci siano tante persone colte e intelligenti come lei con la forza (delle parole e delle idee) e il coraggio di rischiare in prima persona in grado di cambiare questa nostra Italia.
Io sono uno di quelli che se fossi vissuto nel 1918 avrei combattuto per la patria perche la patria e?la mia famiglia e nel 1940/1945 sarei andato sui monti.
Oggi vado a votare per rispetto di chi e?morto per darmi la democrazia e la liberta ed e?quello che insegno ai miei figli indipendentemente dalla politica ma per le idee di libert?e democrazia e questa non sta solo a sinistra.
Se fosse solo per questi nostri politici la nostra Italia sarebbe gia morta.
Un sincero augurio di tanta fortuna nel suo lavoro e che continui a divulgare le sue giuste idee.
Mi scusi se mi esprimo male ma i miei studi si fermano alla terza media
Cordiali saluti
Ivano Giuzzi
Gentile Signore,
gent.mo Carlo Pelanda,
Ciao Carlo,
Ho letto il suo articolo di oggi. “Un nuovo risorgimento?e mi ? venuto un grosso lacrimone agli occhi. Ho 52 anni con una storia familiare simile alla sua ed un enorme desiderio identico al suo, purtroppo poco realizzabile visto che vivo in una regione, la Toscana, dove viviamo alienati da questa speranza, perch?tutto, e sottolineo tutto, ?in mano ad una mafia comunista che non lascia il minimo spazio alla libert?
Continui cos? anche per chi non ha speranze.
Cordialit?o:p>
F.R.
Pisa
E? il nuovo polverone sollevato da chi non riesce a governare e sta perdendo il sostegno dell’elettorato e che per nascondere le proprie incapacit?e difficolt?prova a
creare un problema di carattere generale che ?falso.
La gente, al contrario, sembra dimostrare una grande voglia di partecipazione, come hanno testimoniato le recenti amministrative, dove la sinistra, quando ?riuscita a mantenere le posizioni (un tempo molto solide), come a Genova e provincia, lo ha fatto solo per il rotto della cuffia.
La gente chiede di essere governata, chiede una buona e corretta amministrazione, chiede scelte.
Ma a sinistra e al centro, il famigerato, invocato e inesistente centro, alberga il non governo, ?evidente la mancanza di decisioni.
La sinistra perch??allo sfascio completo: sono in disaccordo su tutto e tra tutti: nella creazione del PD, di cui si seguita a discutere e a parlare, ma di cui non si riesce a intravedere nemmeno la fisionomia e dove ogni presunto accordo ?in realt?una trappola per fregare qualcuno; nella organizzazione degli estranei al PD, dove la nuova “cosa rossa?ha al suo interno gi?i primi oppositori che ci vedono solo un tentativo di PRC di allargarsi ed egemonizzare; nella Margherita dalle tante anime; negli aut aut di (e tra) Mastella e Di Pietro??
Affari loro se non fosse che tutto questo si traduce nella paralisi del governo (hai voglia a prendertela con la legge elettorale, che, anzi, dovrebbero ringraziare, detto una volta per tutte!!!), che quando riesce a varare qualche provvedimento, a causa degli infiniti compromessi, partorisce uno storpio.
Il centro. Perch? ?il luogo delle parole, delle intenzioni, delle invocazioni, delle nostalgie; dove abbondano i residui della prima repubblica, quella delle formule e dei giochetti politici, quella dei politicanti che pi? professionisti non si pu? dove abbondano quelli abituati in continuazione a fare e a disfare, quelli di un governo ogni sei mesi, quelli che hanno caricato sulle spalle di tutti gli italiani un debito pubblico esorbitante?..quelli che anche nella precedente legislatura hanno seriamente frenato l’azione di governo timorosi di perdere le clientele e sempre fedeli al rituale della politica deteriore, fatta di “verifiche?e formule, tipo “discontinuit?, “andare oltre?“volenterosi??.
A Berlusconi una raccomandazione: presenti in fretta un programma di governo forte e alternativo, fatto di pochi, pochissimi, punti, assolutamente prioritari, anche impopolari, ma che facciano l’interesse vero del paese che ?alla lunga (senza i Follini fra i pedi) quello della massima parte degli italiani.
(Enrico Venturoli)
Mi scuso del disturbo, ma volevo congratularmi per l’articolo di ieri sul Giornale di Vicenza “Fisco, perch??giusta la protesta? Il mio pensiero rispecchia riga per riga il contenuto dell’articolo.
Per fortuna c’è ancora qualcuno che la pensa come noi? speriamo che continuando a dirle le cose ?.migliorino.
Sar? mia cura diffondere e divulgare quell’articolo ?.
Grazie ancora e congratulazioni
Caro Professore, grazie per l’articolo illuminante dell?11 giugno su “Il Giornale? Non era facile esprimere concetti cos?chiari in cos?poco spazio. Lei sostiene cautamente che la sua interpretazione dei rapporti di reciproco sostegno tra Impero (gli USA) e Chiesa (il Papato) ? un’ipotesi, io vorrei spezzare una lancia in favore della fondatezza di tale ipotesi adducendo ragioni che in fondo appartengono alla mera logica.
Per quanto concerne la Chiesa ?indubbio che il suo messaggio al mondo ? basato sull’insegnamento di Cristo tutto incentrato sull’amore e la fraternit?fra gli umani. La violenza e l’uso della forza ?ripudiata nella parola e nella esperienza umana di Cristo e lo ?fino al sacrificio di s? fino al martirio. Intendo dire che il vero cristiano di fronte alla prevaricazione e all’offesa si fa agnello e rinuncia alla reazione e alla vendetta. Ora questo atteggiamento di apparente debolezza (di cui si nutre la storia cristiana) trova un limite invalicabile quando vengono messi in discussione i cardini fondamentali del credo cristiano, come i supremi principi morali del bene e del male. Cristo stesso ha detto che le forze del male non prevarranno, il che significa secondo l’umana logica che occorre battersi affinch? ci?non avvenga. Di qui a mio parere l’esigenza di una spada che difenda la croce e la sconsolante constatazione che secondo la Chiesa sussiste nella nostra epoca il rischio che il maligno possa prevalere.
Relativamente all’Impero, che per sua natura tende all’espansione, l?esportazione di modelli di vit?che siano permeati di valori ideali ne facilita l’accettazione da parte di sempre pi?ampie moltitudini. E non vi e nulla di pi?ideale
di una visione religiosa della vita dove la tolleranza ?diffusa e l’egoismo represso. Inoltre l’imperatore che si proclama difensore della fede si fa strumento di Dio e in quanto tale sar?oggetto di riconoscenza e rispetto. La spada perci?ama proteggere la croce traendo dallo scambio l’alone di sacralit?che proviene dall’essere parte di un disegno divino che nobiliti progetti umani altrimenti effimeri e fallaci. Con i sensi della mia pi?viva stima. Giuseppe Zuccarini - Perugia
Caro professore, Le trasmetto qui di seguito una e-mail di possibile
affissione
nel Suo sito. si tratta di uno stralcio di testo da me aggiunto al 'libro'
che
Le ho gi?trasmesso e che provvedo a rivedere ed aggiornare nelle sue varie
parti.
cordialmente
Carlo Vitali
'Nel corso della sua visita al Vaticano, il Presidente USA ha interpellato
il
Pontefice col titolo di 'Sir'. Contrariamente a quanto affermato dalle
nostre
'menti sottili'lungi dal costituire una 'gaffe' di un povero ignorante
texano
quella scelta ?espressione di una situazione di consolidamento ancora in
corso
nelle relazioni globali del sistema di nuovo ordine globale in fieri. La
'gaffe' lungi dall'essere tale riconosce la separazione tra Stato e Chiese
nel
nuovo contessto geo-politico. Separazione che obbliga il nuovo Imperatore
legittimato da Roma quale 'Protector Fidei' globale a rispettare le
separazioni
ancora esistenti nella cristianit?e rappresentate pienamente nella realt?br> interna USA. Il Successore di Pietro si ?formalmente raccomandato al nuovo
responsabile civile della Roma Imperiale del terzo millennio per quanto
concerne il voler conservare l'adesione delle sue iniziative politiche
globali
(leggi e tutela politica ad aborti, cellule staminali, tutela del diritto i
libert?religiosa, sostegno allo sviluppo civile e morale dell'Africa, etc.,
etc.) ispirandole ai principi morali di Santa Madre Chiesa, stabilentone con
ci?la 'santificandone' d'una nuova legittimit?globale che ha le sue due
basi
tradizionali, quella del Potere Imperiale di Cesare con sede a Washington
(la
quarta Roma dell'Impero Romano d'Occidente)e quella morale del Successore di
Pietro della Curia di Roma (i colloqui formali sono stati intrattenuti col
Papa
E con Bertone Segretario di Stato). La civilt?cristiana occidentale ha
inaugurato la sua nuova fase globalizzata del terzo millennio. Mentre le
nostre
'menti sottili' sono solo capaci di 'rosicare' e 'ironizzare' nella loro
impotenza frustrata e la odierna 'suburra' continua invece a osannare i suoi
Cola di Rienzo illetterati fiancheggiata dai suoi 'Rigoletto' e 'Pasquino'.
Le
manifestazioni associate alla visita di Bush a Ratzinger di 'intellettuali'
sui
Media e plebe sulle strade (il 'Panem et circenses' del terzo millennio)
confermano questa visione del nuovo scenario che inaugura la nuova era
mondiale. Gli inutili parlano di clima, di Guantanamo, di ONU e di vetero
istituzioni ottocentesche.
Infatti, la recente visita di George Bush al Pontefice (non all'Italia)
costituisce un ulteriore segno della vitalit?geo-politica intellettuale
della
Chiesa di Roma in epoca di globalizzazione incipiente e in anticipo sull?br> uragano mondiale che ha ingenerato il crollo del Comunismo. Ruolo centrale
nella civilt?occidentale riaffermato costantemente nella storia pi?br> attuale.
La sede della legittimit?del ruolo morale di Roma e di quello del
Presidente
degli USA imperiale con sede a Washington DC si ?coronato con la visita di
Bush al successore di Pietro nel Giugno 2007. Al suo rientro nella Capitale
dell’Impero dal periodico incontro con i futuri ‘feudatari regionali?a
Heligendamm. L’unico significativo incontro a Roma ?stato per rendere
rispettosi onori alla riconosciuta autorit?morale globale, la Curia di
Roma.
Ci?corona senza ancora concludere il percorso iniziato da Reagan e Woytila
con
il primo scambio di ambasciatori con la Santa Sede, William A. Wilson a Roma
e
Pio Laghi a Washington DC. Roma ritorna ad essere la sede morale unica del
mondo occidentale dopo la frattura creatasi nei millenni con la nascita
della
seconda Roma (Costantinopoli) e della terza Roma (Mosca). Mai assurte in
realt?br> a sedi universalmente riconosciute. Il coronamento finale potr?gi? forse
essere ufficializzato nel 2008 con la visita del successore di Pietro alla
Casa
Bianca di Washington DC su invito di George W. Bush il successore attuale di
Costantino. La formale accettazione nel Paese che ospita l’Impero del terzo
millennio dell’etica cristiana negli USA.
A Roma laica resta la tradizionale sede della ‘suburra?dei panem et
circenses
e dei ‘buffoni di corte?capaci di manifestare come Pasquino la propria
amara
ironia o spirito satirico a seconda del prezzo stabilito dal mercato dei
Media.
Una forma di intellettualit?frustrata nei secoli dall’inibita gestione del
potere e che quindi si ?adattata ad un comportamento carbonaro,
complottista e
destinato a sperimentare ulteriori, costanti frustrazioni. Cosa che
suggerisce
a chiunque dotato di doti di eccellenza e ambizioso di poter erogare le
proprie
risorse intellettuali in modo costruttivo, ad emigrare o a restare in Italia
nel contesto geo-politico che si ispira alle strategie di Santa Madre
Chiesa.
Possiamo forse concludere nella speranza che il Signore Dio nostro ci liberi
in
modo particolare dal deteriore e perdente ‘spirito del 1968?e dai suoi
‘intellettuali?(che tutti successivamente si sono ‘pentiti? e ci aiuti in
sua
vece di diffondere lo ‘Spirito del 1776?e delle Elite realmente Illuminate
dei
Padri Fondatori della fine dell’era degli Stati Nazione'.
Carlo Vitali
Papa e Bush: Globalizzazione a misura d’uomo
Il prof. Carlo Pelanda, purtroppo ancora cervello solitario, nell’editoriale del 11 giugno su il Giornale , illumina il significato forte del viaggio di Bush in Europa.
“Senza pretendere di alzare il velo che copre le delicati relazioni tra Impero e Papato provo ad ipotizzare, scrive Pelanda, cosa stia succedendo perch? mi ?sembrata una svolta di enorme rilievo? Per inciso: credo che una base minima di formazione scientifica tecnica, che Pelanda ha ai massimi livelli, sull’universo digitale dei byt e della rete, sarebbe necessaria al mondo della politica e della cultura per la comprensione degli eventi.Chiuso l’inciso.
Vediamo i segni della svolta di enorme rilievo illuminati dal prof. Pelanda con la sua acclarata incisivit?
Primo: Accordo “pesante?Bush ?Benedetto XVI
Lo racconto attraverso emozioni. Dice Bush, andando all’incontro, “vedr? Benedetto XVI per la prima volta e la mia intenzione ?soprattutto ascoltarlo? Pensa evidentemente, anche, al sondaggio dove si evince che sette americani su dieci gli hanno raccomandato di ascoltare il Papa.
Benedetto XVI nell’incontro gli ha sostanzialmente detto: “Se gli USA vogliono avere un ruolo grida, allora si mettano a capo di una grande campagna contro la sofferenza del mondo, impegnandosi a combattere la fame, le malattie, la povert?che assediano tre quarti del pianeta?
Poche ore dopo Bush alla tavola rotonda con l’O.n.g cattolica della Comunit? di S. Egidio affermava: “Il Papa lo ha chiesto e noi lo faremo?
Secondo: La nuova laicit?nell’era della globalizzazione.
Scrive il prof. Pelanda: “Nel 2001 e 2003 ci furono momenti in cui l’Imperatore ebbe la tentazione di farsi Papa per rafforzare la spada unendola alla croce. E momenti in cui Roma dovete fare geopolitica in proprio mettendo la croce contro la spada. Questa rottura non fu mai aperta, ma ci fu. Ora, secondo me il Papa ha realizzato in base ai preoccupanti fatti in corso che la cristianit?ha bisogno di un Impero che la difenda. O che comunque agisca senza metterla in difficolt? convergendo.
E l’Imperatore ha colto che senza l’aiuto di Roma non va da nessuna parte?
Terzo: Nuova frontiera occidentale per la globalizzazione
Le strategie dell’Impero e del Vaticano convergono naturalmente dopo la sostanziale divergenza con Giovanni Paolo II che fortissimamente vuole l’unit?delle tre grandi are cristiane (cattolica, ortodossa, protestante).
Convergono nel sostegno aperto dell’Impero alle “comunit?cattoliche di volontariato che gestiscono un enorme rete di diplomazia riservata per fini umanitari in tutta l’Africa ed oltre, compresa quella islamica, con una credibilit?ed influenza senza pari. Il Papa mai potr?concedere sostegni aperti all’Impero anche per tenere separati Stato e Chiesa, massima priorit?per Roma, ma le organizzazione operative connesse alla Chiesa stessa potranno chiedere e stimolare interventi?
Conclusione
Il viaggio di Bush in Europa segna una svolta di enorme rilievo per quello che si e detto sopra.Ma anche perch?questa ?la via concreta per liberare l’umanit?dal relativismo.
Per quanto riguarda l’Europa: la Francia con Sarcosy mira a farne forza trainante del nuovo Occidente. L’Italia potr?dare il suo qualificato contributo se emarginer?i cattocomunisti rappresentanti nostrani del relativismo. Le nuove frontiere occidentali comprenderanno Russia e America Latina con in testa il cattolico Brasile. L’Europa ha cos?un ruolo insostituibile.
gentile professore
i potenti d'occidente sono preoccupati dalla possibile influenza che i
cinesi
possono avere sui loro leader fantocci in mezza Africa?
certo quei dittatori hanno avuto l'appoggio di qualcuno non cinese nei
decenni
scorsi.
mi dica perch?la Cina non dovrebbe avere le materie prime e l'energia che
le
necessitano?
si ricorda di Mattei? anche lui prov?a fare lo sgambetto ai potentati
d'occidente, ?finito a fare l'ennesimo morto senza colpevoli.
giovanni gualtiero
gentile professore
pi?nucleare e pi?energia alternativa, lei dice.
sar?che son bastian contrario ma a suo tempo non mi feci incantare e votai
per tenerle le centrali nucleari.
purtroppo il nostro paese ?zeppo di gente che si fa abbindolare dal primo
saltimbanco che passa.
basta guardare come corrono ad osannare l'essere pi?falso del mondo.
ci vuole una democrazia pi?seria di questa ci vuole una democrazia dove uno
non si possa comperare deputati, senatori e giudici, raccontare la storia
dell'orso e venire creduto!!!!!!!!!!!!!!!!!
suo
giovanni gualtiero
Condivido appieno tutto l'articolo. Salvo la stima sui 5 anni. La mia stima
?un massimo di 3 anni. Dopodich?si ha la guerra civile alla stregua del
Cile di Allende
A.L.
Caro professore condivido in pieno le Sue considerazioni su ‘il Giornale? di oggi, tuttavia mi sembra raccomandabile non insistere sulle critiche incentrate su Prodi.
Mentre riconosco in quel personaggio un’abilissima serpe che sta riuscendo a ricostruire la rete di connivenze burocratiche che ci hanno condotto alla situazione attuale, egli non ?che un’abile marionetta nelle mai di politici che dovremmo bersagliare in sua vece (da Marini a tutti i vetero-DC che infestano anche la CdL).
Il rischio che si corre altrimenti ?di focalizzare l’attenzione dell’elettorato su un ‘falso scopo?creandogli attorno una sorta di simpatie generali in quanto sembrerebbe essere ‘vittima?di aggressioni personali sia di destra che di sinistra.
Ci? oltre a consolidargli una base elettorale a sinistra, riuscirebbe a lasciare integra l’immagine dei ben pi?pericolosi personaggi ex-DC che mirano a usarlo per scopi di ‘restaurazione?del vecchio regime basato su nuove forme di ‘consociativismo?attorno al paventato ‘blocco di centro? Saremmo giunti allora a restaurare la vecchia teoria dei ‘due forni?di Giulio Andreotti (una delle ‘volpi? che stanno pazientemente attendendo che passi il cadavere di Berlusconi e della sua CdL).
Per carit?cerchi di mettere in evidenza la nullit?di Prodi e dare invece chiara visione di questa minaccia che ritengo ben pi?grave per il futuro della competitivit?italiana rispetto alla pur condivisibile analisi ‘tecnica?da Lei riportata sul quotidiano,
cordialmente
Carlo Vitali
Ho letto il suo articolo "promesse di catastrofe" apparso su Il Giornale del 04-05-2007.
Volevo chiederle una cosa, premetto che sono un lettore del Vostro quotidiano e un elettore di centro destra. Alla fine dell'articolo lei scrive: Non scherzo, non esagero, riferendosi all'imminente catastrofe. Le chiedo: secondo lei questa situazione ?saltata fuori adesso oppure era gi?nota da alcune legislature (quella di Berlusconi compresa)?
Perche vede ormai la situazione non ?piu reversibile in quanto nessuno in Italia sar?disposto a rinunciare ai propri privileggi (o rendite), e non mi riferisco solo ai politici, ma anche ai pensionati che hanno smesso di lavorare a 45 anni e che sono tuttora mantenuti dallo stato.
Vede la catastrofe ?gi?in atto e noi Italiani siamo gi?condannati, anche se torna Berlusconi o un altro politico di dx o sx che sia.
La ringrazio per l'attenzione, e arrivederci.
Antonio S.A.
Gentile Professore,
serpeggia nel paese un crescente malcontento per non dire ostilit?da parte di strati sempre pi?vasti di opinione pubblica nei confronti della politica e del suo establishment.
La dissociazione tra elettori ed eletti ?oramai un fenomeno (grave) riconosciuto dai pi?e molti osservatori si sono espressi sulle cause della malattia, che non sar?certo un’esclusiva italiana ma che da noi sembra possedere virulenza di carattere epidemico.
Le ragioni di tale disaffezione sono state individuate nell’egoismo della classe politica alla continua ricerca di vantaggi e prebende di ogni tipo e nel sostanziale disinteresse (salvo lodevoli, rare eccezioni) per i problemi reali che attanagliano la societ?civile (scuola, sanit? giustizia ecc), ai quali i nostri amministratori dedicano al massimo qualche parola di comprensione e molte promesse mai mantenute.
Le critiche dei cittadini alla classe politica non sono certamente una novit? ( il “piove governo ladro?riassume bene lo scetticismo degli italiani nei confronti del potere) e prescindono anche dal colore politico dei governi in carica, ma occorre domandarsi perch?il fastidio e l’antipatia dilaghino oggi allorquando il 50%+24000 elettori di centrosinistra ha recuperato l’esecutivo (l’antipolitica si sa era un peccato di centrodestra) dopo 5 anni di forsennata avversione al governo Berlusconi.
La spiegazione secondo me non ?poi tanto difficile da trovare e sta nel fatto che sempre pi?persone si sono convinte di non avere speranza di miglioramento n?di giustizia indipendentemente da chi comanda, qualunque sia la casacca partitica indossata dai manovratori. Come dire che la “stanza dei bottoni?livella tutti, obbligando sinistri e destri a comportamenti che nel caso migliore sono improntati alla manifestazione di buone intenzioni e in definitiva all’impotenza o alla navigazione di piccolo cabotaggio. Oggi perci?la gi?folta schiera di coloro che hanno in uggia la ”casta?si arricchisce dei tanti delusi che avevano sperato in un centrosinistra diverso e virtuoso che avesse risolto o almeno avviato a soluzione alcuni dei tanti problemi che angustiano la nostra societ? Ci?che secondo loro evidentemente non ?avvenuto.
Se questa ?la diagnosi, quali la prognosi e la terapi? I pi?propendono per l’adozione di misure moralizzatrici che intacchino i privilegi degli amministratori (ad esempio trattamenti economici, pensioni, benefit vari) per ridurre il divario con i comuni cittadini. Altri puntano sulla limitazione del numero di parlamentari e consiglieri delle amministrazioni locali. Sono tutte misure che si possono condividere e che probabilmente potrebbero avere una loro efficacia, ma a mio avviso non sono risolutive. L’argomentazione che segue, pur nella sua carica provocatoria e tendenzialmente “rivoluzionaria? forse merita qualche riflessione da parte degli addetti ai lavori e soprattutto degli elettori.
E? noto che gli uomini sono tremendamente esposti alle tentazioni e la probabilit?che vi cedano non dipende soltanto dalle capacit?di resistenza di quelli e dalla forza attrattiva di queste, ma anche e soprattutto dal tempo di esposizione alla azione tentatrice. Per fare un esempio uomini probi potrebbero non approfittare di una cassaforte aperta o di una donna nuda disponibili per poche ore o giorni, ma se queste condizioni si prolungassero nel tempo, per mesi o anni, non v’è dubbio che l’integrit?morale di costoro sarebbe messa a dura prova fino al cedimento. Personalmente mi sono sempre domandato per quale ragione questa debolezza umana non dovrebbe valere per chi fa politica, nella cui sfera oltretutto regna sovrana la tentazione pi?forte e irresistibile che tutte le altre riassume e sovrasta e cio?la tentazione del POTERE. Un’attrazione, una sete irresistibile e fascinosa che non si estingue, a differenza di altre, neppure con l’et?e il passar degli anni
Sembra perci?lecito chiedersi se la permanenza in politica per decenni e decenni (qui mi riferisco alle responsabilit?parlamentari e di governo al centro e in periferia) sia una saggia regola e soprattutto se sia nell’interesse della democrazia e pi?esattamente degli elettori. Io non lo credo e in Italia i danni prodotti da questa anomalia sono stati gi?evidenti nel recente passato (Tangentopoli) e potrebbero riprodursi ciclicamente ove il micidiale fenomeno del mancato ricambio dovesse perdurare .
Si potr?obiettare che l’attivit?politica richiede una lunga preparazione ed esperienza per essere condotta al meglio in un mondo sempre pi?complesso e variegato. Vero fino ad un certo punto come dimostrano i successi di uomini che non erano professionisti della politica (nel senso italiano) come molti presidenti americani (Reagan, Ford, Carter), i quali sono stati chiamati a guidare addirittura una grande potenza in tempi non facili. E per rimanere oltreoceano, riflettiamo sul fatto che negli USA i presidenti restano al potere al massimo per due mandati (8 anni) dopodich?escono definitivamente di scena, o su quanto accadde in Gran Bretagna alla fine della II Guerra Mondiale allorch?Churchill venne spedito in Costa Azzurra a fumare il sigaro (lui , il vero vincitore del nazifascismo) perch?gli inglesi gli preferirono il quasi sconosciuto Clement Attlee. Possibile che questi episodi avvenuti nei Paesi anglosassoni, culla della democrazia, siano frutto del caso o non piuttosto dovuti al radicato convincimento di quei popoli che il potere logora e tenta chi ce l’ha e non solo chi non ce l’ha, come sosteneva il campione del mondo della longevit?politica, guarda caso un italiano di nome Giulio Andreotti?
La conclusione dunque ?che noi tutti avremmo interesse a cambiare frequentemente gli uomini che eleggiamo alle cariche pubbliche senza consentir loro di abbarbicarsi alla poltrona e che avremmo tutto da guadagnare in termini di buon governo da una classe dirigente rinnovata per legge nel volgere di pochi anni (massimo 10), i cui membri - dopo aver ringraziato per l’onore ricevuto - vanno a casa (ho scritto a casa, non alla presidenza di qualche ente pubblico) a riprendere la propria professione o mestiere.
Al di l?dello schieramento partitico di ciascuno occorre meditare seriamente sulle positive conseguenze in termini di moralizzazione della vita pubblica che deriverebbero da una riforma simile. Certo non ? possibile aspettarsi che idee del genere siano condivise dai politici in carica ( non esiterebbero a giudicarle fantasie qualunquiste impraticabili), n?che essi stessi assumano iniziative parlamentari per vararle. E?necessario perci?si faccia strada un movimento di opinione che, riconosciuta l’efficacia della terapia, si adoperi a diffondere la seguente, semplice idea che ?al tempo stesso un programma e un auspicio:
PER UNA POLITICA INTESA COME SERVIZIO E NON COME MESTIERE,
da accompagnare con l’immagine di CINCINNATO, il noto personaggio romano che nel V secolo a.C. fu nominato console nella guerra contro gli Equi. Ottenuta la vittoria, Cincinnato torn?ad occuparsi delle sue propriet? terriere divenendo esempio di patriottismo e disinteresse verso il potere.
Pi? saranno gli italiani che si riconosceranno in una riforma simile, gentile Professore, maggiori saranno le probabilit?che la politica recuperi la sua dignit?e soprattutto che gli elettori riacquistino il ruolo preminente che debbono avere in democrazia, cio?quello di essere governati da chi vogliono e per il tempo che vogliono con la massima dedizione ed efficienza. Grazie per l’ospitalit?e un cordiale saluto
Perugia, 4 giugno 2007 Giuseppe Zuccarini
Caro professore
Caro Carlo, sei mesi fa ebbi modo di leggere un tuo interessante commento alla fusione bancaria Intesa-San Paolo. Ora aspetto di leggere cosa pensi della fusione Unicredit-Capitalia. Noi "plebei" vorremmo almeno capirci qualcosa. Non sono cos? ingenuo da pensare che non vi debbano essere rapporti fra affari e politica, per?mi piacerebbe almeno capire come stanno andando le cose in Italia, chi aiuta chi, e come si schierano i pezzi sulla scachiera. Nicola Porro sostiene che oggi " La politica su colossi senza patria come Unicredit ha perso influenza, pur fingendo di averne molta". Speriamo sia vero.
gentile dottor pelanda,in questi giorni stiamo assistendo allo sfacelo totale di quanto di buono era stato fatto dal precedente governo, mentre d'alema ha perso un'occasione unica per tacere,poich?non mi sembra che gli italiani non vogliano pi?il centrodestra al governo.anzi!!!!!!!detto questo ,andando per ordine,mi limito solo alla grande trovata della bresso ,la quale asserisce che per combattere i delinquenti e impedire le rapine in villa dobbiamo cambiare modo di abitare(noi) e lasciare le case isolate spostandoci verso zone pi?popolate.cos?questi furboni pigliano due piccioni con una fava dando poi le case vuote, come la loro testa agli immigrati,ottenendo cos? la loro gratitudine e in caso di cittadinanza il voto.domanda:vorrei sapere se per caso i nostri sovietici politici sanno(tenendo conto dello stipendio di un operaio)quanti anni quanti sacrifici e privazioni ci vogliono per costruirsi una casa e quante cambiali bisogna firmare per poter pagare?non siamo mica tutti seduti su una poltrona a contare e dividere soldi che non ci appartengono senza sapere assolutamente da dove sono arrivati e perch??facile parlare, e infatti in questo anno che ?passato hanno parlato anche troppo. ma le energie le hanno sprecate tutte a parlare,cos?non hanno avuto la forza di fare null'altro.intanto noi paghiamo fior di euro di tasse,mastella f? l'indulto, noi abbiamo paura in casa nostra, ci dobbiamo adattare alle regole degli altri, nella fattispecie,tutti i clandestini che vivono senza regole,che uccidono,che stuprano,che rubano. per? a sentire qualcuno del governo,sembra che sia colpa nostra,perch?non facciamo nulla per farli integrare. mi scusi per lo sfogo,ma credo con questa mia anche se non ?tutto,di interpretare il disagio della maggior paret degli italiani che sono trattati come clandestini in casa loro. cordialmente.
Egr. Sig Pelanda,
La fiducia? E' anche questione di neuroni
Sapete dove avete maggiori probabilit?che vi venga restituito un portafoglio perso per strada? In Scandinavia. E se vi chiedessero se ci si possa fidare della maggior parte delle persone, cosa rispondereste? La risposta "s? ci si pu?fidare" varia dal 5% in Brasile al 64% in Norvegia.
La correlazione positiva tra il livello di fiducia e di cooperazione all'interno di un Paese ed il suo Pil ?nota. Meno noto ?il fatto che nei Paesi ricchi, l'aumento del Pil non si accompagna ad un aumento della felicit?media della popolazione. Lo ha mostrato, con molti dati empirici l'economista Richard Layard della London School of Economics: uno dei fattori chiave che spiega la differenza di felicit? di un Paese rispetto ad un altro non ?la percentuale di reddito a disposizione delle persone, ma la percentuale di persone che dicono che ci si pu?fidare dei propri simili ( gli altri fattori sono il tasso di disoccupazione, il tasso di divorzio, la qualit?del governo e la fede religiosa ).
Questa disamina comportamentale trova conferma in un esperimento, ai limiti della fantascienza, dal quale si apprende che gli individui derivano una sensazione di piacere nell'interagire con persone disposte a cooperare: non perch?possono ricavarci un guadagno monetario, ma perch?una relazione basata sulla reciprocit?e sulla fiducia, a quanto pare, ?gratificante di per s?
Non entrer?nei dettagli del "gioco di fiducia" su cui si ?basato il sofisticato esperimento del neuro-economista Colin Camerer e dei suoi collaboratori del Californian Institute of Technology ( CIT ), ma ? importante sapere due cose: primo, il gioco ?ripetuto; giocatore A e giocatore B, rispettivamente il benefattore che invia i soldi, ed il beneficiario che li riceve, continuano a spartirsi la posta per dieci turni. Secondo, l'attivit?cerebrale dei giocatori ?monitorata tramite una doppia risonanza magnetica funzionale: vale a dire che tutti e due i cervelli A e B sono analizzati in modo combinato. Ai segnali di un cervello corrispondono pochi secondi dopo quelli dell'altro, cosicch??possibile registrare mosse e contromosse ed identificare i segnali di fiducia ed altruismo di entrambi i partecipanti, i quali, con il passare dei turni, si creano una propria reputazione di persona egoista o generosa.
L'esperimento condotto con quarantotto coppie mostra che la stessa area del cervello, il nucleo caudato nello striato ventrale ( un'area che si eccita di fronte a ci?che ?immediatamente gratificante: cibo, sesso e cocaina ), riceve e codifica in successione prima l'informazione relativa all'equit?dell'offerta dell'altro giocatore, poi l'intenzione di ripagare l'altrui azione con fiducia o meno.
E' noto che le persone si comportano secondo il principio di " occhio per occhio dente per dente": cooperano con chi coopera, e defezionano chi defeziona. Adesso per?scopriamo anche che il nucleo caudato si attiva pi?intensamente tanto maggiore ?l'intenzione di cooperare, cio?di fidarsi dell'altro. Non solo, ma se nei primi turni dello scambio l'aumento della fiducia da parte del beneficiario( che deve decidere se gratificare a propria volta il partner) avviene molti secondi dopo che il benefattore ha rivelato le sue intenzioni di cooperare, nei turni successivi, dopo che si ?generata una reputazione di fiducia, la volont?di reciprocare ?molto pi? veloce.
In breve, con il crescere della nostra fiducia nei confronti degli altri, aumenta il piacere nel reciprocare e diminuisce il tempo richiesto per prendere la decisione di farlo.
Oggi negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e nell'Europa continentale la percentuale di adulti inclini a fidarsi della maggior parte delle persone ?pari alla met? di quella degli anni Cinquanta. Da allora a oggi la crescita dei redditi e degli standard di vita sono oltre che raddoppiati. Anche i poveri sono diventati pi?ricchi; ma a quanto pare non pi?felici. Si capisce pertanto l'importanza di politiche volte ad incoraggiare la cooperazione. Che lo studio sulle basi neurobiologiche della fiducia possa tradursi in scelte politiche che ne tengano responsabilmente conto?
Cordiali saluti
Dott. Lorenzo Polojac
Egregio Professore, questi dilettanti della politica di sinistra ne stanno combinando di tutti i colori; l'ultima in ordine di tempo
Gentile Carlo Pelanda:
gentile professore
preoccupazioni condivisibili le sue, tanto pi?che un'ulteriore crescita dei
tassi d'interesse metterebbe in pericolo la stabilit?finanziaria di molte
famiglie e forse farebbe scoppiare, senza paracadute, la bolla immobiliare.
L'origine del problema ?il potere incontrollato degli USA. Serviva la
creazione di un'unit?monetaria internazionale, svincolata dal dollaro, come
pensata dal Keynes. Quelli si sono abituati a far pagare all'Europa tutti i
loro problemi esportando il loro deficit. Parlar male degli americani,
significa passare da antiamericani, come seguendo la perversa logica dei
destri locali, sono oggi entrambi i rami del parlamento statunitense.
suo
giovanni gualtiero
Egregio Dottore:
Caro professore il titolo della e-mail vorrebbe parafrasare il famoso ‘colossal’ di Griffit degli anni venti in negativo per questo nostro povero Paese in mano a degli incompetenti nelle discipline di governo.
Mi faccia riepilogare brevemente ciò che mi sembra stia avvenendo al di fuori di ogni sistema di ‘misurazione ufficiale’:
‘dalle pagine di cronaca locale che sfuggono in genere ai meccanismi di ‘censura’ più istituzionali, in Italia c’è una costante crescita di credibilità nei confronti dei seguenti fenomeni:
Possiamo cercare di ‘misurare’ (almeno nei loro ‘differenziali’ di crescita se non nei loro valori assoluti) questi fenomeni di lenta ma inesorabile disgregazione del consenso nazionale nei confronti delle istituzioni politiche (ivi incluso la Confindustria di Montezemolo-benedetto-da-Dio) per indicare a qualche homo-novus la strada di riappropriazione della leadership (magari suggerendo per l’Italia l’adesione all’Unione USA come 52° stella in quella bandiera?)?
Grazie per l’attenzione sempre benevola
Carlo Vitali
gentile professore,mi permetto di scriverle in merito al suo articolo sul "Giornale" del 21 marzo.a mio modesto parere i terroristi hanno iniziato a vincere quando prodi disse ""abbiamo vinto"",perchè un governo che dialoga solo,e ribadisco "solo" con i governi tipo iran non può essere un governo che garantisce la sicurezza del paese che governa.dopo il 9 aprile per il nostro paese si è aperto un periodo che definire buio è eufemistico.non abbiamo più sicurezza,siamo prigionieri di una sinistra estrema che dice no a tutto meno che alla droga e all'accesso di tanti disgraziati e, visto che in italia ne abbiamo pochi,andranno ad ingrossare le file dei delinquenti nel paese ,spacciando tutto ciò per solidarietà.dicono no al rifinanziamento delle nostre truppe e indicono conferenze di pace con i talebani.e veniamo al dunque:il 27 marzo si vota per il rifinanziamento dei nostri militari in afghanistan e mi auguro che,anche se fassino ha detto che il governo non si deve dimettere anche se non è autosufficente,finalmente tolgano il disturbo.tutto ciò che in 5 anni di governo di destra è stato fatto con loro al governo non esiste più.accusano l'opposizione di ostruzionismo,ma quando erano all'opposizione hanno fatto solo ostruzionismo,chiedendo ogni giorno x 5 anni le dimissioni del governo senza uno straccio di proposta alternativa.la serietà al governo" era lo slogan di prodi e co.meno male!!!!!!!!!!!! con questo e mi scusi lo sfogo la saluto, augurandoci che la prossima volta che le scrivo si possa veramente dire"LA SERIETA' AL GOVERNO",
m'auguro che si sia almeno un pò vergognato, ieri, dopo aver letto che i
singles, in ITALIA, PAGANO TASSE CIRCA 4 VOLTE DI
PIU' DEI CONIUGATI A PARITA' DI REDDITO,dopo avermi risposto, tempo fa, che
chi potrebbe usufruire dei DICO incide sulle sue
tasse.
MA LEI E' DAVVERO UN ECONOMISTA LIBERALE, VISTO CHE AMA LA TASSA SUI CELIBI
E VEDE NELLA COPPIA SOLO LA FUNZIONE RIPRODUTTIVA O LA FREGOLA, ANZICHE'
L'AMORE?
saluti
Roberto Curione
14 anni feci il giro di mezza Europa, e ho pure risieduto per oltre
un anno nel cuore dell'allora Europa, il Belgio, ma in quella parte
dove la confluenza di popoli era pi?alta: Liegi. L? zona
francofona, nel raggio di 100 kilometri si trovano 5 diverse
nazionalit?e culture, dall'olandese alla lussemburghese, dalla
tedesca alla francese, dalla fiamminga a quella italo-meridionale a
quella francofono-africana.
Insomma una grande "Melting-Pot" come si diceva una volta, un grande
calderone che tutto sommato offriva il suo fascino e la sua variet?
Ma c'erano dei contro effetti, il pi?marcato dei quali era la
distruzione per semplice scomparsa della cultura locale, quella
vallone.
Ho vissuto per un anno con cittadini di tutta Europa, vedendo nei
giovani della mia et?le grandi differenze che esistevano e che erano
marcatamente "nazionali" seppure con i dovuti distinguo fra persona e
persona.
In quel mondo io ero ben integrato , perfino un promotore e
organizzatore di feste e di grande integrazione.
Ma oggi, 14 anni dopo, le mie considerazioni sono molto diverse.
Sebbene il contatto fra i popoli sia qualcosa di positivo, in una
certa misura, devo dire che il bilancio di 50 anni di Unione Europea
? per me, fallimentare e catastrofico: meglio fermare tutto e
ripensarci.
Se andiamo a guardare ci?che si ?realizzato abbiamo questi
risultati fortemente negativi:
1) BCE: la Banca Centrale, un soggetto privato, ?un mostro
irresponsabile che sta creando inflazione e povert?fuori da ogni
controllo dei cittadini. Non si sa quanta moneta stampi, senza
riserve auree, e le banconote non sono nemmeno numerate (non ?un
numero di serie quello scritto sopra le banconote!)
2) Parlamento Europeo: un posto di non-decisione e di non-potere
politico, e senza valore, eletto con un sistema assurdo fatto di
sistemi molto diversi zona per zona. Un esempio: vi fu una
commissione parlamentare europea che acert?che Santer, amico di
Prodi, aveva creato "uno Stato nello Stato" nelle Istituzioni UE,
quello che va letto come "Mafia", ma non ha potuto farci nulla n?br> sanzionare i suoi comportamenti perch?il parlamento non ha potere
alcuno. Prodi e Frattini sono l?a dimostrare che chi delinque,
purch?sia un "popolare" di qualche ente religioso, pu? farlo
impunemente nelle Istituzioni Europee.
3) Commissione: le politiche disastrose della Commissione Europea,
specie nell'agricoltura e in diversi altri settori sono sotto gli
occhi di tutti. In particolare il cuore produttivo d'Europa, la
Venetia e la pianura Padana sono state colpite e debilitate pi?di
ogni altro territorio d'Europa , con la distruzione del sistema
produttivo agricolo, con politiche inutili e dannose di
certificazioni massoniche, e senza che a questo sia corrisposto una
riduzione dell'inquinamento o un aumento della qualit?vita. La
Venetia oggi deve importare latte e formaggio che prima esportava ,
pur rimanendo una delle zone ad alta concentrazione di allevamenti
bovini . Le mucche si ma il latte no ?
4) Politiche Sociali: cosa ne viene in tasca ai cittadini d'Europa
sapere che possono andare a risiedere ovunque e votare l?e farsi
eleggere, se poi quando votano non contano nulla perch?votano anche
gli immigrati e vengono privilegiati i partiti europei ?
5) Sicurezza: la programmazione dei flussi migratori , voluta e
incentivata da istituzioni occulte sta portando a quel melting pot
che serve alle Mega Corporation per fare prodotti uniformati, e porta
distruzione della sicurezza sociale e un aumento della criminalit?
con la distruzione del legame di fiducia degli uni verso gli altri.
6) democrazia e diritti umani: l'Europa ?di fatto un grande sistema
che permette la negazione dei diritti umani ai suoi stati membri
tanto da chiedere tranquillamente alla Turchia di entrare a farne
parte, e con la stessa faccia andare poi dai Russi a pretendere il
rispetto di diritti che in Turchia non esistono. Ci sono in Europa
oggi molti casi di medici perseguitati ed arrestati per teorie
scientifiche, rapimenti di stato voluti e di fatto non sanzionati,
violenze della polizia contro i manifestanti, e tutto viene comunque
soggiogato agli interessi di 4/5 stati dominanti.
7) identit?europea: tutto quanto detto sta portando alla distruzione
dell'identit?europea e alla realizzazione di un grande mercato di
consumatori considerati tutti uguali, "europei", ma che in realt?br> sono solo un concetto di media astratta che non esiste nei fatti e
serve per creare una ideologia senza attecchimento.
Il futuro, se sta nella Costituzione Europea, non promette nulla di
meglio.
A questo punto bisogna fermare tutto, e capire che l'errore ?stato
quello di puntare su di una Europa di Stati, tradendo il pensiero di
Spinelli di una Europa dei Popoli storici, fra cui il popolo veneto.
Per noi veneti, specialmente, l'Europa non pu?che essere che la
prosecuzione di quell'Idea Socialista che ?tanto aliena ai nostri
interessi quanto lo fu la demagogia della Rivoluzione Francese o
quella dell'Unit?d'Italia, anche esse opera di Banchieri .
L.P.
Lettera aperta al prof. Pelanda
Carissimo Prof. Pelanda, gli italiani e l’opinione pubblica occidentale le devono riconoscenza per il suo editoriale “La vittoria dei terroristi? che avrebbe meritato titolo a tutta pagina se il fango dell’Italia relativista scoperchiato da il Giornale non avesse oscurato la sensibilit? per i problemi tragici del mondo come il terrorismo e la negazione di Dio.
E? vittoria del terrorismo il miserabile progetto organizzato e realizzato con la menzogna e l’inganno dal gruppo , Prodi ?D’Alema ?Strada ?Repubblica, antiamericano e antiisraeliano e impazzito dietro la nuova religione- ideologia del relativismo.
Lei ha illuminato il quadro della politica attuale dell’Italia occupata dal governo relativista:
1) Rifiuto sostanziale della missione ONU ?NATO contro il terrorismo in Afghanistan.
2) Rifiuto di accettare la NATO di oggi come alleanza militare per difendere l’Europa e il mondo dalla violenza del fondamentalismo islamico.
3) Rifiuto di prendere atto della guerra terroristica del XXI secolo scatenata contro ebrei e crociati dall’ideologia imperiale islamica con l’attacco dell?1 settembre 2001.
4) Rifiuto di rispettare i limiti di una situazione esplosiva lungo il fronte invisibile della guerra terroristica attivando cellule come Emergency e Repubblica per modificare gli equilibri in senso antiamericano e antioccidentale.
Lei concludeva il suo editoriale: “Non voglio dire altro perch?c’è una speranza di raddrizzare la situazione e perch?abbiamo bisogno del silenzio per approvare il rifinanziamento della missione. Taceremo?
Ma gi?oggi America, Inghilterra e il resto del mondo che si sente minacciato dal terrorismo islamico hanno deciso di non tacere, anche se hanno cura di sottolineare inaffidabilit?di D?Alema e dell’attuale governo di sinistra italiano, che non teme di concedere vittorie ai terroristi.
Non sappiamo come finir? Certo ?che gli alleati occidentali non sono pi? bloccati dal timore che l’Italia lasci l’Afghanistan e il Medioriente.
Per l’Europa e l’Occidente prioritari ?che l’Italia si dia un governo affidabile.
I cittadini italiani nella stragrande maggioranza cattolici e laici non credenti ma ispirati dalla fede che solo la coppia “verit??libert? crei futuro umano, troveranno il modo di salvare l’Italia.
Occorre fiducia nell’uomo. Cosa significa in concreto?
Che tutti quelli che hanno fede nella coppia “verit??libert?, alimentino la loro sicurezza interiore, abbino il coraggio di accettarsi di impegnarsi nella consapevolezza che il tempo ?compiuto.
Il futuro avanza nel segno della “verit??libert?.
Il relativismo animato sempre da menzogna e inganno porta alla schiavit?e alla morte.
Egregio Dottore,
Apprezzo i Suoi scritti; a proposito del Suo articolo pubblicato oggi sul Giornale aggiungerei un commento: questa ?sempre l'Italia dell'8 settembre e le radici di questa repubblica sono li.
Gentile professore, non ostante il tono ironico (?) delle mie recenti e-mail si tratta di una seria preghiera di voler inaugurare nei Suoi eccellenti scenari di geopolitica delle considerazioni ‘irrituali?al fianco delle considerazioni pi?‘allineate?ai dati delle statistiche ufficiali.
Mentre infatti tutti i miei pi?cari amici attivi nelle istituzioni sono obbligati a esporre le proprie considerazioni attenendosi strettamente alla fonte che li stipendia (OCSE, Confindustria, ISTAT, FMI, BMI, etc.) Ella gode del raro privilegio di cui beneficiano gli ‘uomini liberi? in ogni campo professionale e cio?di poter attingere (o meglio ancora ‘integrare?con proprie deduzioni pseudo-qualitative) a dati relativi alle componenti ‘sommerse?dell’economia riuscendo spesso con ci?a fornire preziose indicazioni sulle tendenze in atto al di l? di ogni obbedienza al proprio ‘sponsor?
Soprattutto in piena internazionalizzazione delle economie nazionali. Soprattutto in epoca in cui a tale internazionalizzazione sta dando un crescente contributo il tessuto imprenditoriale delle imprese pi?piccole e meno partecipi dei meccanismi di finanziamento nazionali. Soprattutto in epoca in cui la ‘libert?di circolazione?delle persone fisiche fa coincidere sempre pi?la nascita di autonomi (e non misurabili) canali fiscali, finanziari e professionali capaci di alimentare quel tessuto di imprese. Soprattutto in un’epoca in cui i nuovi canali del turismo di massa (dai pi?squallidi ai pi?‘equi e solidali? trasferiscono masse di danaro oltre i confini nazionali sottraendo significativit? alle ‘grida?governative di lotta all’evasione o di contrasto di spaccio e di contrabbando dei beni (?) pi?fantasiosi (dagli strumenti professionali pi?tecnologicamente avanzati, ai beni protetti da diritti d’autore, all’investimento in fondi mobiliari internazionali, all’investimento in beni immobiliari, agli organi umani, al commercio di schiavi, etc.).
Soprattutto in una simile epoca ad ogni professionista realmente capace e realmente libero da condizionamenti di parte (parlo di Lei) si offre un’occasione come mai in precedenza. Riuscirci a dare una sensazione quantitativa sulla (sicuramente libera) adesione di masse di consumatori e di produttori di piccole dimensioni ai canali ‘illegali? dell’economia nera sotto le pressioni delle loro insoddisfatte esigenze da parte dei canali ufficiali nei rispettivi Paesi.
Il ‘Re ?nudo?non pu?essere lasciato solo ai vignettisti giocando sterilmente sui ‘paradossi?delle scelte del Paese Legale si tratta di un concetto che merita di essere qualificato con sempre maggiore precisione e portato all’attenzione dei produttori e dei consumatori nel Paese Reale. Non tanto perch?essi (il vero ‘libero mercato? debbano modificare le proprie scelte certamente basate sulla responsabilit?individuale bens?perch?gli ‘scenari geopolitici? aumentino la loro coerenza con fenomeni di massa e possano loro attribuire un graduale consenso ed adesione consensuale al di la degli stretti e ormai sterili confini nazionali (sterilit?segnalata con chiarezza: dal ‘muro USA/Mexico? dalle migrazioni di fortuna di tutti i popoli della disperazione economica o politica -dagli ispanici agli africani, ai cambogiani, etc.-, dai vettori umani di ovuli di droga –da hostess e piloti a top model).
Caro professore come esseri umani stiamo vivendo un’epoca di rivolgimenti che possono farci piacere o meno ma come intellettuali abbiamo l’opportunit?di osservare da veri ‘uomini liberi?(da politica e da religione ?cose che si raccomanda da sempre di tenere con grande saggezza ben al di fuori delle colonne del tempio) la consistenza quantitativa dei fenomeni e la loro consistenza qualitativa sia nei confronti dei regimi ormai abbondantemente obsoleti sia anche nei confronti delle relative mutue compatibilit?(ad esempio droga, sesso, gambling, potrebbero essere compatibili con economie socialmente condivise –comprare oppio in Afghanistan avrebbe un senso solo ‘liberalizzando?totalmente il mercato della commercializzazione - mentre la mancata tutela dei diritti d’autore e dei brevetti industriali pu?pregiudicare le pi?solide e vaste forme di cooperazione industriale gi?in corso).
Sono piccoli, periodici sfoghi tra amici che spero Ella mi consenta benevolmente di formulare sperando di riuscire ad ottenere non tanto una risposta postale quanto una risposta scientifica di chiarimento. Chiarimento potrebbe appagare solo la mia curiosit?ma potrebbe aiutare i tanti orbi che compongono le ‘intelligenze pi?sottili?a uscire dai loro sterili ghetti politico istituzionali per raccordarsi meglio a ci?che sta accadendo nel mondo reale.
La saluto con deferenza e cordialit?o:p>
Carlo Vitali
Buongiorno signor Pelanda,
ho 43 anni e vivo a Sovizzo, piccolo comune in provincia di Vicenza.
Ho letto stamane il suo articolo "il costo del denaro penalizza l'Italia,
pubblicato sul Giornale di Vicenza, e sono perfettamente d'accordo con la
sua esposizione, ma viene da chiedere se non vi ?un interesse generale a
tenere ignoranza in questi argomenti. Dov'?il governo, che sbandiera il
fatto di essere vicino ai consumatori?
E se il costo del denaro penalizza l'Italia, perch?non vi ?una presa di
posizione da parte di questo governo nei confronti della BCE?
Ero comunque preoccupato, causa la politica di questo insano governo, dopo
aver letto l'articolo, sono seriamente preoccupato.
Ho costruito una casa, con notevoli sacrifici e impegni, sopratutto verso le
banche, e la prospettiva ?quella di dover pagare pi?interessi e pi? tasse.
Purtroppo il mio pensiero sembra retorico nei suoi aspetti generali ma se
per esempio, analizziamo i provvedimenti inseriti nell'ultima finanziaria,
ci accorgeremo che, vi ?un notevole aumento tassativo nei confronti degli
immobili: infatti l'aumento degli estimi catastali porter?ad un aumento
dell'ICI. Ma nessuno si ?preoccupato di farlo notare.
La preoccupazione ?viva perch?non riesco a vedere un buon futuro, n? per
m? e la mia generazione, ma tanto meno per i miei figli e la loro
generazione.
Concludo scusandomi del disturbo, ma ringraziandoLa per farci avere notizie
che altrimenti non si conoscerebbero.
distinti saluti
G.Franco S.
Egr. CARLO PELANDA
io sinceramente non riesco a capire come mai realt?tanto giuste e cos?chiaramente esposte
nell’articolo ?Il nostro vento per la libert??( Giornale del 26 febbraio scorso ) articolo al quale aggiungerei io, realt? assolutamente indispensabili per uscire dalla condizione di partito “virtuale? non siano sentite e portata avanti dai nostri dirigenti nazionali e locali. Perch?aspettano tanto, dovremo ancora essere abbandonati a noi stessi, ed essere ancora plebe senza parola ?.
Ascoltiamo ed osserviamo in radio e in t.v i nostri esponenti di partito sperando che bastino loro
per attrarre anche gli elettori indecisi o non aderenti per scelta precisa. Che tristezza, ci sentiamo inutili ed impotenti. Continui Lei a scrivere sempre di pi?sull’argomento, chiss?che qualcuno si accorga dell’errore immenso che stanno commettendo nel non coinvolgere la BASE nella creazione del nuovo, del forte, dell’utile per il nostro paese, perci?per noi.
Grazie.
Gent.mo Prof. Pelanda ho letto con apprezzamento il suo articolo di oggi su "Il Giornale" notando un suo tono in qualche modo accorato per un percorso politico a lungo cercato e poi celermente accantonato. Io come lei penso che un partito unico possa essere una buona ricetta per dare , in qualche modo, scacco alla ssnistra, tuttavia penso che questa sia una ricetta della quale non abbiamo ancora gli ingredienti. Non solo non c'è la volontà da parte della Lega (escludiamo del tutto l'UDC, almeno ab inizio) ma neanche da parte di Fini e Berlusconi. Il primo infatti è timoroso che i tempi ancora non siano maturi (a ragione!) perchè lui possa entrare in questo nuovo soggetto politico in qualità di leader; il secondo è pienamente cosciente che il suo partito (FI) si trova in un momento di serio rimaneggiamento e sa perfettamente che in diverse città (io scrivo da Torino e ne sono diretto testimone) i quadri alti delle sedi non sono stati particolarmente efficaci in termini di preferenze e pertanto desidererebbe un reale rinnovamento che mal si accorderebbe con il convogliamento nel nuovo partito. Troppa carne al fuoco che potrebbe portare a confusione. Alla fine mi pare di poter dire che non siamo promti! Io capisco il suo appello e mi unisco a lei ...ma mi sembra di essere nelle condizioni di colui che abitando in una casa ormai vecchia , bruttina e insufficente , ne desideri una nuova e più grande ma poi scopre che non ci sono le condizioni. La verità è che non stiamo approfittando di questo momento che ritengo a noi favorevole sia perchè siamo comunque all'opposizione e si sa che fare opposizione è certamente più facile che governare, e sia perchè si poteva avere il tempo necessario ad approntare una politica di rinnovamento di tutto il centrodestra volta a riguadagnare il rapporto con l'elettorato per ridurre se non annullare il gape che ormai da anni si è creato fra politica e società. Devo purtroppo rilevare che nella strada del rinnovamento il vecchio vince il nuovo.Infatti se è vero che la gente è inconsciamete in cerca di una personalità politica carismatica che ispiri fiducia e che senza salire in cattedra sappia parlare al cuore delle persone è pur vero che in questo il primato spetti ancora a Berlusconi che così del centrodestra si conferma essere risorsa e problema. Risorsa in quanto unico ad essere in possesso delle doti di comunicabilità, abilità personale ed esparienza oltre che intraprendenza e lungimiranza necessarie per essere un leader ; ma anche il problema in quanto attualmente insostituibile. Io credo che Berlusconi desideri che FI cammini con le sue ganbe e che il suo popolo trovi in se la forza di produrre il rinnovamento che serve al partito. Ma la base, che siamo noi, non troviamo ancora del tutto questa forza ; i Circoli stanno cominciando a fare un pò di strada in tal senso ma mi pare ancora troppo poco. Ci servirebberi personalità di rilievo (come lei) che si mettessero alla testa di movimenti ricchi di persone volenterose che riescano ad avere penetrazione socio-culturale . Dopo un ragionevole periodo di crescita , queste formazioni potrebbero confluire ,come gocce di mercurio, in un soggetto unico.
Dott. Pelanda ho letto con estrema attenzione e condivisione il suo articolo di oggi ma non ho trovato il come alimentare questo vento e che mi auguro diventi un uragano.
Ci indichi come e noi la seguiremo.
Grazie. Cordiali saluti
G.L.L
Gentile Prof. Pelanda,
Caro Pelanda, ho letto con molto interesse il suo pezzo; temo che il suo
suggerimento a Berlusconi e
a Fini di mettersi insieme non sarà seguito, perché è logico, intelligente
e, soprattutto,
possibile. Lo so, è un paradosso, ma da noi i paradossi sono come l'aria che
respiriamo (abbondanti
e necessari!).
Non so se posso spingere la mia indiscrezione fino a rivolgerle una domanda
(la prego di ignorarla
se la metto in imbarazzo): lei, che probabilmente conosce di persona questi
due signori, cosa crede
che pensino di ciò?.
La saluto molto cordialmente. Avaldi.
Ho trovato molto interessante l'articolo da Lei scritto sul "Giornale" di
ieri circa l'opportunità o, meglio, la necessità
di fare delle due formazioni di cui sopra un unico partito; condivido
appieno le argomentazioni da Lei esposte e, anzi, senza falsa modestia,
parlando con amici e conoscenti del mio stesso orientamento politico,
sotengo questa ipotesi già da qualche anno.
Io sono un semplice cittadino (consulente del lavoro libero
professionista) che si interessa da sempre della vita pubblica
e che cerca, attraverso lettere ai giornali, partecipazione a dibattiti,
incontri pubblici, etc. di dare il proprio contributo affinchè si possa
rendere il nostro Paese più moderno ed efficiente.
Ritornando al punto, mi piacerebbe vedere che dalle parole si passasse ai
fatti e si costituisse da subito un comitato
promotore per l'unificazione delle due forze politiche citate: credo
sarebbe un fatto dirompente che, come Lei giustamente ipotizza, sarebbe in grado
di sconvolgere il panoramo politico italiano, costringendo tutti a fare i
conti con una forza che rappresenterebbe al meglio i valori condivisi della
cultura liberale e di tutto il mondo occidentale.
Credo che, ormai, soltanto in questo modo si potrebbe uscire dalle secche
in cui il sistema politico si è cacciato, sovvertendo una situazione che vede
al governo un'accozzaglia di partiti tra cui, unico caso in Europa (forse
al mondo), due che si richiamano al comunismo.
Sarei molto interessato a partecipare, nel mio piccolo, nelle forme che
meglio si possano ritenere utili al raggiungimento dello scopo di cui
all'oggetto, alla sollecitazione nei confronti dei leaders dei due partiti
ad intraprendere, in tempi strettissimi, il percorso che porti
all'unificazione.
Nell'attesa La ringrazio e La saluto cordialmente.
Roberto Natali
Caro Carlo, penso che questo sia uno dei rari momenti della Storia in cui un popolo (il popolo della Destra in questo caso) è più avanti dei suoi leader. Non credi che a questo punto tocchi a te fondare un movimento che permetta a noi - la plebe - di essere quel vento di cui parli? Chiamalo "Vento", appunto. E andiamo. Forza!
Ill.re Professore
Carlo Pelanda,
mi sembra molto tempistico il Suo suggerimento odierno del “vento” ma credo che, per l’immediato, il problema della ns. coalizione sia quello di gestire gli appetiti dei nostri partners.
Berlusconi ha 70 anni, Bossi, Fini e Casini ne hanno fra i 50 a i 60 e tutti scalpitano perché hanno la necessità di rendersi visibili, creando non pochi problemi alla coalizione, vedasi il “caso” Follini….
Il problema si risolverebbe con una coalizione programmata in modo che la Presidenza del Consiglio venga gestita a “ staffetta”, in rapporto ai voti raccolti da ciascun partito partecipante.
Così facendo, tutti avrebbero interesse a dare il meglio per il buon esito delle votazioni e, qualora vincessimo, sarebbero interessati al buon funzionamento del Governo. Si eliminerebbe la competizione interna alla coalizione e si creerebbero le basi per la costruzione del Partito delle Libertà da Lei e da noi tutti auspicato.
E siccome neanche Berlusconi è eterno, dobbiamo mettere fra i nostri problemi anche quello di una Sua eventuale “indisponibilità”, con tutte le conseguenze del caso.
Mi sarebbe gradito un Suo parere.
Cordiali saluti.
Gianfranco Schiavo
Pd, 26.02.07
Stimatissimo Prof. Pelanda,
considero oro colato le sue affermazioni nell’articolo pubblicato su il Giornale del 12 febbraio 2007 e prendo spunto dalle sue riflessioni per trarne un paio di considerazioni di natura strategica in chiave di politica per la famiglia:
Il problema principale delle coppie di oggi che vogliono prendersi l’enorme responsabilità (economica, finanziaria, oltre che civile e penale) di sposarsi e mettere al mondo dei figli non si risolve con la “mancia” di uno sgravio fiscale. Vediamo perché:
Tecnicamente le deduzioni per la “family area” compete in base ad un calcolo complicatissimo che dovrebbe garantire una certa presunta “progressività”, ed ammonta “teoricamente” ad € 2.900 per ciascun figlio a carico.
Il meccanismo della deduzione per oneri di famiglia dal reddito imponibile induce erroneamente a pensare che per ciascun figlio a carico spettino 242 euro al mese di risparmio fiscale.
Tuttavia le cose non stanno così e l’elemosina si rivela a conti fatti una clamorosa presa in giro.
Per capire l’incidenza di questa deduzione (non detrazione dall’imposta, ribadiamo, ma deduzione dal reddito imponibile) ci basti illustrare un esempio pratico:
Due genitori con reddito imponibile di 28 mila euro ciascuno (ipotesi relativa a due impigati di banca) e due figli a carico, senza altri oneri deducibili:
La deduzione dal reddito imponibile, effettivamente spettante a ciascun genitore ammonta ad € 1.967, con il seguente risultato:
Se non avessero figli a carico avrebbero ciascuno un reddito netto di € 1.753, con due figli a carico avrebbero un reddito pari ad € 1.798. Ossia 45 euro di risparmio fiscale mensile per ciascun genitore.
Si obietterà che due genitori con quel reddito stanno messi bene, vediamo allora il caso seguente:
Un genitore con reddito imponibile fiscale di 28.000 euro annui, due figli minori di tre anni (deduzione teorica massima: 3.450 euro per ciascun figlio) e moglie a carico (deduzione teorica 3.200 euro).
Elaborati i calcoli, il reddito netto mensile senza moglie e figli a carico ammonterebbe ad € 1.753, mentre con moglie e due figli minori di 3 anni a carico, ammonta ad € 1.873 !
Ecco il valore che la nostra amministrazione delle finanze dà ad una moglie e due figli a carico: 120 euro al mese ! Ossia 40 euro ciascuno !
Il politico di turno si presenta di fronte alle telecamere e dice: “con due figli minori ed una moglie a carico avrete vantaggi fiscali per 10.100 euro”, lo spettatore fa due conti in tasca pensando di risparmiare 842 euro al mese. In realtà sono 120 nella migliore delle ipotesi.
Il vero, grosso, unico problema delle coppie che vogliono sposarsi oggi è la CASA. Non si discute.
Il mercato immobiliare negli utlimi 10 anni è lievitato in maniera vertiginosa (e vergognosa) e senza apparenti buone ragioni. In nessun paese "occidentale" le case costano quanto in Italia. Soprattutto nelle grandi città.
E’ vero che la rendita catastale della prima casa viene dedotta del reddito, ma il suo effetto in dichiarazione è neutro. La rendita viene sommata al reddito complessivo e dedotta dal reddito imponibile. Però sulla prima casa si pagano:
Per l’acquisto: il notaio, l’imposta di registro (3%) o alternativamente l’IVA (4%), le imposte ipotecarie e catastali (€ 168 + € 168), e magari anche la provvigione per l'intermediazione dell'agente immobiliare; per la gestione: l’ICI (la cui incidenza, stante l’imminente rivalutazione degli estimi catastali è destinata ad aumentare sensibilmente) e dulcis in fundo: fior di interessi alle banche per la contrazione di un mutuo (oltre alle relative spese vive).
Un mutuo di 250.000 euro (il minimo per acquistare una casa in cui dimori una famiglia media), al tasso annuo del 5,5% per 30 anni costa la bellezza di 1.420 euro al mese ! Come la mettiamo con quel padre di famiglia che ha un posto in banca, la moglie e due pargoletti a carico ? Dal reddito netto di € 1.873 tolte le spese per il mutuo ne rimangono 453 !!! Um pò pochini per mantenere una moglie e due figli ...
Mentre in quei 30 anni al sistema bancario vanno nominali € 261.000 (dico euro duecentosessantunomila) di interessi a fronte di 250.000 euro di prestito!
Allora la conseguenza unica e sola delle Sue sagge considerazioni è la seguente:
Se vogliamo fare una vera politica per la famiglia (e per di più senza costi per lo Stato) dobbiamo eliminare la demogagia della deduzione fiscale per la “family area”, e salvaguardare la famiglia dal circuito perverso della schiavitù dal sistema bancario.
Lo stato dovrebbe garantire per ogni coppia che decida di fondare una famiglia, un mutuo a TASSO ZERO di 250.000 euro per 30 anni, garantendosi solo la copertura dall’inflazione (circa il 2,5% annuo). Ipotecando l’immobile fino al pagamento dell’ultima rata, e quindi avendo come contropartita del credito concesso, un immobile iscritto in bilancio al valore di mercato. E sarebbe una bella garanzia visto che i prezzi delle case continuano a lievitare !
In tal modo senza rimetterci un euro garantirebbe alla famiglia il bene più prezioso. Con l’effetto virtuoso di liberare le famiglie da una delle principali cause di separazione e divorzio. Quella dell’insicurezza e della dipendenza da un fardello mensile spesso al limite della sostenibilità.
Questo mutuo costerebbe ad ogni famiglia 990 euro mensili, allo Stato ZERO (è solamente un’impegno di natura finanziaria, non economica).
Con opportuni correttivi legati al reddito dei coniugi si determinerebbe l’ammontare massimo concedibile di mutuo e/o la rata mensile, magari variabile in funzione di eventuali incrementi di reddito e magari la casa potrebbe considerarsi “retrocedibile” in caso di sopravvenuto possesso di altra casa ad altro titolo (successione o donazione). Altri correttivi per evitare speculazioni potrebbero riguardare l’obbligo di dimora o limiti alla possibilità di concedere la casa in locazione.
Si potrebbe, per le coppie meno abbienti, anche pensare ad un mutuo effettivamente a tasso zero, mettendo al riparo le famiglie con redditi bassissimi dai rischi di un’improvvisa inflazione (fenomeno paragonabile ad un’imposta “regressiva” ossia che colpisce in misura maggiore chi ha redditi più bassi).
In tal caso un muto da 250.000 euro per 30 anni costerebbe 695 euro al mese.
Perché le banche devono lucrare sul bene più prezioso (la casa) per l’istituzione più sacra (la famiglia), quando dovrebbe essere interesse primario dello Stato sottrarle da quel giogo ?
Se tale beneficio fosse limitato alle coppie eterosessuali e solo per le prime nozze, ben vengano poi i PACS o i DICO.
L’Europa vieta i c.d. “aiuti di stato” alle imprese oltre certe soglie ed al di fuori di alcune zone economicamente depresse, ma grazie a Dio ancora non vieta gli aiuti alle famiglie.
Certo la resistenza delle lobbies bancarie potrebbe risultare fatale per chi si presentasse alle elezioni con uno slogan del tipo “Mutuo a tasso zero per la prima casa”.
Ma in Italia un genio folle capace di sostenere una simile proposta ce l’abbiamo. E’ vivo e vegeto, e farebbe il pieno di voti.
Cari saluti,
Andrea Canevari
Roma
Sono sostanzialmente daccordo con il suo articolo. Ho espresso una posizione
simile nel mio blog "www.libertysoldier.splinder.com", unica divergenza,
l'accettazione di un "superiore" interesse per le coppie feconde. Io non
credo sia giusto neppure che i miei quattrini finanzino coppie diverse dalla
mia, a meno che non sia personalmente io a volerlo. La radice dei problemi è
la tassazione a scopi sociali, che crea arbitrio e ineguaglianze tra le
persone.
Saluti LibertyFighter
Il mio "No" laico.
Illustrissimo sig. Pelanda, sono da sempre (dal 1974) lettore del Giornale, elettore moderato, ho 71 anni ed ogni tanto mi permetto di scrivere a Belpietro, dal sito del Giornale. Così ho fatto ieri, ho espresso la mia opinione, possibilmente da riferire a lei ed allo stesso Berlusconi. Condivido tutto (come sempre dei suoi articoli e scritti), ad esclusione del punto in cui lei dice che l’Unione non andrà mai sotto, nei voti di fiducia in Parlamento, salvo che nella politica estera: secondo lei la Cdl non potrebbe approfittarne, per” obbligo occidentalista”. Premesso che l’elettore medio (cui mi vanto di appartenere), moderato ed anticomunista non ne può più delle stampelle che graziosamente Berlusconi ( di Casini non vale la pena di parlarne) offre in nome dell’onorabilità dell’Italia, io sono certo che gli USA e la NATO capirebbero molto bene la necessità assoluta dell’Italia di liberarsi dalla zavorra estremista rossa, verde no global ecc… ed avrebbe la certezza che il cambio di Governo in Italia,ricucirebbe e riporterebbe immediatamente il paese sulla linea di politica estera occidentale, filo americana e filo israeliana.
Sono convinto che, pur in presenza di incidenti di percorso futuri(?) al Senato, questi nove mesi di Governo delle sinistre ( Mastella, i radicali, lo SDI e lo stesso Di Pietro hanno poca voce in capitolo rispetto alle sinistre ed ai verdi- Margherita e DS si trastullano con il PD, che abortirà o sarà un neonato “down”),ci hanno fatto capire che Prodi o un qualsiasi altro esponente Ds o della Margherita durerà , ne farà di tutti i colori ( aumenti tasse e spesa pubblica comprese), ma andranno avanti tutta la legislatura, anche se perderanno le amministrative (ai sondaggi credo poco, se Berlusconi continua a porgere la stampella poi ….), e quindi è questo che lei, caro sig. Pelanda , auspica? Sostenendoli nell’unico punto debole che mostrano continuamente in politica estera? Ci domandiamo come mai, anche con l’assenso verbale e più che sofferto ( la votazione odierna lo dimostra) all’allargamento della base USA di Vicenza ed al rifinanziamento della missione in ’Afghanistan, Prodi non è stato ancora invitato in America, non dico a parlare al Congresso, ma a conferire con l’attuale ( così odiato dalla sinistra) Presidente USA?
Con tutta la mia stima e scusandomi per la scarsa sintesi della mia esposizione, le porgo i miei ossequi, spero di leggerla sempre più spesso sul Giornale, e la saluto cordialmente.
G.D. - Bresso (MI)
Caro professore,
ho letto le Sue considerazioni su ‘il Foglio?assieme a quelle di Giorgio Israel e di Giuseppe Sermonti e Le voglio esporre talune mie considerazioni tralasciando di ‘confessare?le mie convinzioni personali che (seppure sia divenuto un vezzo abituale darne comunicazione chiara e anticipata all’espressione delle proprie idee da parte di ‘scienziati? ‘filosofi? ‘giornalisti?certificati o anche dei pi?semplici ‘lettori? non interessano nessuno n?dovrebbero interessare chicchessia al di la delle affermazioni espresse su carta.
Come noi tutti convinti assertori del ‘progresso umano?(in crescita sempre seppure sempre travagliato dall’imperfezione e dalle incoerenze umane) sono convinto che l’odierno ‘occidente?sia portatore di una civilt? ‘superiore?alle molte con essa purtroppo ancora coesistenti nel 21? secolo. Ci?non ci garantisce la conservazione dello stato di ‘migliori?in eterno. L’assenza di una solida adesione interna ai principi fondanti potrebbe infatti condurci all’estinzione (come avvenne per i Dinosauri e per tante altre specie e civilt?nel passato). Lotto assieme ad altri per garantire la sopravvivenza e la proliferazione della Nostra civilt?ed assicurarle quindi il trionfo. Ci?non significa arrestarne il progresso sulla strada del miglioramento continuo dalle sue ‘imperfezioni?umane (e pertanto storicamente inesauribili).
La convinzione circa la ‘superiorit? della nostra civilt?(erga omnes humani) mi obbliga anche a considerare con pieno ottimismo la strada intrapresa nelle sofferenze e col metodo di tentativi ed errori da almeno parecchi millenni.
Il fatto stesso che siamo riusciti faticosamente ad assicurare al mondo un lungo progresso coronato dall’attuale ‘superiore?livello di civilt? non ostante la componente animale dell’uomo ci abbia costantemente spinto a tenere atteggiamenti drastici e bellicosi mi spinge per coerenza ad ammettere che il progresso non stia seguendo un percorso ‘a la Monod?(solo ‘casualmente?segnato da migliorie) bens?che esso segua una linea evolutiva (che chiamo ‘intelligente?solo in quanto costantemente orientata al meglio). Che poi l?intelligenza?sia stata iniettata una tantum all’atto del Caos?iniziale come dote intrinseca di uno sviluppo dalla massima entropia ad una graduale crescita di ordine (che possiamo notare sia nel cielo stellato che nel mondo animato) invece che in altri modi estemporaneamente, non toglie che occorra ammettere la molto inferiore probabilit?statistica di un tipo di ‘evoluzione casuale?(a la Monod) rispetto all’accettazione dell’esistenza di un?energia superiore?che ?capace di dare un senso all’evoluzione grazie a una legge capace di garantire la sopravvivenza al suo ‘disegno intelligente? Nessuno pu?sperare di definire il concetto ‘epistemologico?di scienza in modo tanto riduttivo da riportare le esperienze umane sotto il solo cappello delle tradizionali scienze fisiche. Tuttavia ogni ‘scienziato?deve accettare la sfida di riuscire a scoprire quale sia lo strumento (la ‘legge? di cui si serve quell’energia superiore (che trascende la stretta natura fisica ed umana) per guidare l’evoluzione sia della natura inanimata che di quella animata.
L’unicit? della conoscenza e quella delle leggi seguite dalla natura mi obbliga altres?ad ammettere che non ci possa essere una drastica e riduttiva frattura tra ‘scienze naturali?e ‘scienze umane? Soprattutto dopo la scoperta del DNA e dei suoi profondi legami con la trasmissione di informazioni tra generazioni lungo una costante evoluzione positiva dell’uomo e della natura.
L’unicit? della scienza deve tra l’altro obbligarci ad accettare che la logica e la matematica siano gli strumenti comuni di cui lo ‘scienziato?pu? servirsi per affermare o confutare le proprie teorie. Sia in materia tecnologica che in quella organizzativa delle tecnologie al servizio del progresso civile.
Ci? ci suggerisce di trovare anche una comune base etica alla ‘libert?di ricerca?in qualsiasi disciplina siamo interessati. Infatti la destinazione sociale (economica, politica o semplicemente astrattamente ‘culturale? della ricerca (da quella pura a quelle applicate) ci obbliga a non ritenere che la ‘libert? sia IL valore basante della civilt?umana. Se si vuole vivere in gruppi sociali, infatti, la ‘libert? ?un valore che (seppure consensualmente) accettiamo di ‘barattare?per una migliore ‘qualit?di vita? Che tale ‘etica?superiore cui siamo disposti a cedere dosi della nostra libert? individuale risulti nelle epoche e tra le etnie molto elastica e variabile, ci convince di avere un parametro tramite il quale poter decidere della ‘superiorit? dell’una rispetto alle altre. ?ad esempio agevole per noi dare una misura eticamente superiore al sacrificio consensuale di s?del missionario rispetto a quello del kamikaze o del terrorista.
Una regolamentazione della libert?di ricerca non credo sia un atto inaccettabile purch?si basi sull’affermazione di valori basanti della nostra civilt? Il relativismo etico invece rinuncia poco scientificamente ad approfondire tali temi trasversali a tutte le scienze dietro la pretesa di non voler riportare la ‘scienza esatta?sotto il dominio della ‘chiesa cattolica? Rinunciando a distinguere tra la sfera della scienza (ivi incluso cercare di capire la ‘legge?che garantisce il ‘disegno intelligente?al progresso umano E naturale) e quello della fede (che magari riesce perfino a considerare ‘migliore? la scelta della ‘eugenetica preventiva?di rieri e di domani rispetto alla ‘assistenza umana e sanitaria?dei sofferenti oppure la scelta Maltusiana rispetto a quella dello sviluppo tecnologico per risolvere i problemi della sopravvivenza).
Io ho ‘fede?nella scienza in quanto sono convinto dai miei studi (e costanti curiosit?scientifiche) dell’esistenza di una ‘linea intelligente?(e non Monodiana) che guida il progresso umano e naturale. Ci?non ha nulla a che fare con ‘posizioni?fideiste (creazionismo o meno e Darwiniste o neo-Marxiste). Infatti anche Galileo era cosciente di avere capito solo qualcosa di parziale mentre Newton (al contrario del matematico Leibnitz) era certo di avere risolto i problemi naturali addirittura deterministicamente con mezzi matematici originali (convinzione dimostratasi fallace soli qualche decennio dopo grazie a Faraday-Maxwell che aprirono la strada alla relativit?Einsteiniana e alle odierne teorie del campo unificato quanto-elettro-dinamico quasi senza soluzione di continuit?sul piano della ‘revisione? logico-concettuale da essi inaugurata). Infatti anche Marx ha affermato un punto di vista originale per esaminare criticamente la Storia seppure le sue sicurezze ‘scientifiche?(socio-economico-politiche) abbiano avuto un ruolo puramente ‘fideista?e si siano potute dimostrare autonomamente sterili e fallaci. Infatti Darwin (indipendentemente dalle sue convinzioni personali su societ?e politica) ha fornito un rivoluzionario concetto per osservare la diversit?delle specie in natura pur non avendo fornito alcuna solida chiave di ‘soluzione scientifica? del problema della origine delle specie e della loro ‘evoluzione per salti discreti?fino all’assetto dell’uomo e delle specie attuali. Cancellare Dio dall’evoluzione non semplifica il progresso delle conoscenze gli sottrae solamente una delle possibili giustificazioni nell’altrimenti improbabile origine della ‘logica evolutiva?(non dei meccanismi ?o ‘leggi??‘scientificamente?conoscibili da essa seguiti).
La leggo sempre con interesse e curiosit?(soprattutto in quanto gli ‘scenari geo-politici?devono potersi fondare su scelte etiche di civilt?che diano legittimit?agli interventi pratici che ?sempre necessario adottare per agevolarne o contrastarne la realizzabilit?
cordialmente
Carlo (Vitali)
Caro Carlo Pelanda
Nel suo articolo di oggi sul Foglio lei equipara il Cristianesimo ad una
specie di religione civile utile per l'ordine e l'equilibrio della
societa' occidentale. Tesi confermata dalle parole finali: "interverremo
noi non credenti e razionalisti nel ridisegno della teologia per farne una
piu' robusta a sostegno dell'impero".
Da credente le dico subito che un tale tentativo e' destinato a fallire.
Intanto ha contro la molta parte della Chiesa che e' si' consapevole
dell'importanza sociale del Cristianesimo ma non vuole affatto ridurlo
a religione civile a supporto dello stato o della societa'. Anzi, la
crisi del Cristianesimo e' dovuta proprio al grave equivoco in cui sono
caduti molti preti che hanno voluto enfatizzare il lato sociale del
Cristianesimo e ne hanno dimenticato la dimensione escatologica, che e' la
principale.
Inoltre la riduzione del Cristianesimo a religione civile ha contro anche
i credenti. Io personalmente sono del tutto contrario al fatto che
non credenti e razionalisti ridisegnino la teologia per farne strumento
dell'impero. Un tale programma di lavoro va catalogato sotto la
voce "distruzione della teologia", non "ridisegno della teologia".
Infatti e' vero che il Cristianesimo ha tutta una serie di influenze
positive sulla societa', ma le persone credono (e quindi sono positivamente
influenzate dal Cristianesimo) perche' hanno la fede e perche' il Cristianesimo
risponde alle domande fondamentali dell'uomo; chi sono, perche' sono qui, quale e'
il senso della vita, c'e' un aldila' ?
Se lei trasforma il Cristianesimo in religione civile, riscritta da non
credenti e razionalisti, ne fa venire meno la ragione fondamentale, Gesu' Cristo e
il suo messaggio di salvezza, e con quello che ne resta ci puo'
tranquillamente fare la birra.
Se vogliamo costruire una "religione" civile funzionale al mondo
occidentale e alla sua conservazione ci si deve rivolgere al retto pensare (in cui e'
maestro Benedetto XVI: "Non agire secondo ragione e' contrario alla natura
di Dio") e ai diritti naturali. Quando si saranno distrutte le male piante
del relativismo e del multiculturalismo, che negano ogni giudizio di valore su
idee e tradizioni culturali, si sara' fatto il passo fondamentale; perche' si
riuscira' di nuovo ad affermare che ci sono diritti inalienabili dell'uomo
I miei complimenti per il suo articolo su Il Giornale di oggi 31 gennaio. Parole sante; diciamo che avrei preferito non leggerle. Purtroppo questa è la realtà ed è giusto gridarla a gran voce. Forse varrebbe la pena che il centro destra mettesse almeno una volta da parte l’occidentalismo e votasse nell’interesse degli italiani, visto che regali la sinistra non ne fa, ma è più compatta che mai nel conservare il potere.
Complimenti ancora,
Luca L. V.
Condivido pienamente l' analisi e la strategia proposta
Occorre muoversi e subito
Cordialità
Marco Scaini
Gent.mo Prof . Pelanda , la seguo sempre leggendo i suoi articoli sul quotidiano "Il Giornale" e ogni volta non posso non apprezzare la lucidit?e precisione cun cui affronta ed interpreta i problemi della nostra complessa societ?nonche della nostra politica oggi afflitta da molta confusione a causa di una commistione di ruoli che lascia poco spazio alla comprensione, almeno per il cittadino comune . Uomini di provata fede di sinistra che si professano "liberali", cattolici che siedono a fianco ad atei per formulare insieme leggi dello Stato, un presidente del consiglio eletto senza un suo partito(non parliamo di partito di maggi!oranza!), ministri che "sconfinano" nei compiti di altri loro calleghi presi da folgorazione di anniscenza. Insomma l'elenco potrebbe andare avanti ancora per molto , ma mi fermo l? lei ha da sempre dimostrato , come dico, una notevole conoscenza del nostro Paese e dei suoi problemi, le chiedo pertanto se ha mai avuto intenzione di aggiungere al suo impegno socio-culturale un impegno anche politico esplicito.
Caro Carlo Pelanda, cosa pretendere di più da un bombarolo come D'Alema ? Secondo me ,sa far bene solo lo Skipper. Ma non lo vede come sia cambiata la fisionomia sua da quando crede di fare il Ministro degli Esteri pro Hezbollah ? Fa paura a guardarlo. E' livido in volto, quasi, se non di più, degli arabi che frequenta. E' un uomo pavido. A me è bastato sentire che ieri un noto giornale arabo, in prima pagina abbia riportato il nome di Gianfranco Fini, Ministro degli esteri Italiano, anzichè quello del Baffino. Si pensa la sua incazzatura ? Lui, sempre così contenuto nel parlare, nel vestire, nel non guardare in viso il suo interlocutore, indice di lingua biforcuta e di basso intelletto. A quando una bella rivoluzione dei "moderati" ? Ci vuole, Professore, ci vuole, se vogliamo mandarli a casa, quella " dis-carica dei 102."
Sistema elettorale e referendum 2008.
I sistemi elettorali fin qui sperimentati in Italia sono chiaramente, per esprimerci alla Teodori, una porcata dei piccoli partiti contro i grossi. Il Referendum ventilato è senz’altro una porcata dei grossi partiti contro i piccoli. Fintantoché Berlusconi e gli altri grossi partiti ( non li chiamo grandi perché in Italia io non ne ho mai visti ) non si decidono a fare i prepotenti nei confronti dei piccoli, e anzi elaborano leggi elettorali strampalate nel tentativo di raggiungere la chimera del multipartitismo-decisionista, subiranno sempre la prepotenza dei Bossi dei Casini dei Bertinotti dei Diliberto dei Di Pietro eccetera. Spero che questa volta Berlusconi non faccia come nel precedente referendum finiano del 2000 volto ad abolire la quota proporzionale, se lo avessimo vinto il suo governo sarebbe stato di gran lunga migliore e sarebbe stato anche rieletto. Spero che Berlusconi non insegua continuamente Bossi e Casini nei loro capricci di capetti importanti solo finche durano questi sistemi elettorali. Se si vince questo referendum non conterranno più nulla ed in ogni caso sia che lo si vinca sia che lo si perda torneranno sempre a trattare con Berlusconi.
Daniele Gionimi
Egr.Professore, non riesco a capacitarmi perchè il tecnico Padoa-Schioppa si è fatto convincere