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Carlo Pelanda: 2017-10-20Milano Finanza e Italia Oggi

2017-10-20

20/10/2017

Il ritorno alla verticalità del potere in Cina

Gli analisti stanno valutando la “discontinuità Xi” in relazione alla strategia di Deng Xiaoping avviata nel 1978. In realtà il cambiamento non è a livello di grande strategia, ma a quello dei mezzi per raggiungere il medesimo obiettivo. Questo, invariato, è preservare il dominio del Partito comunista contrastando tre fattori che potrebbero indebolirlo: l’impoverimento di massa, un potere democratizzante prevalente nell’Eurasia e nel Pacifico e conflitti nel vertice del partito stesso. L’idea strategica ispirata da Deng, dopo la possibilità nel post-Mao di evidenziare quanto il modello comunista fosse impoverente e indebolisse il partito, fu di rendere ricca la Cina tentando di conciliare il comando del partito con un’economia liberalizzata (“il libero mercato è il miglior mezzo per realizzare gli obiettivi del socialismo”, fece scrivere) allo scopo di finanziare un potere militare superiore a quello dell’America per ridurne l’influenza nel lungo termine, ma prima usando buoni rapporti con l’America stessa per favorire lo sviluppo cinese. Inoltre, Deng stabilizzò il turbolento vertice del partito offrendo a ogni capocorrente e sua megacordata sottostante la possibilità di arricchimenti via signoraggio di territori specifici, di settori economici, ecc., in cambio della loro rinuncia a perseguire l’egemonia via mezzi violenti. Ciò non impedì i conflitti tra élite e il loro trasferimento dai palazzi alla strada, per esempio i moti di Piazza Tienanmen del 1989 accesi da studenti strumentalizzati. Ma, un volta mostrato chi comanda con la forza repressiva, poi tale modello favorì le riconciliazioni. Deng, tuttavia, non poteva prevedere le nuove minacce al dominio del partito in una Cina più sviluppata. Ora Xi Jinping le sta affrontando. La più pericolosa è l’emergere di tycoon con potere privato tale da comprare parti del partito. Xi, oltre ad eliminarne un paio per educare gli altri, pretende la presenza di un funzionario di partito in tutte le grandi aziende e riorganizza il partito stesso, con la scusa dell’anticorruzione, per eliminare le correnti. Non abolirà il diritto di signoraggio per le élite, ma lo condizionerà alla lealtà nei suoi confronti. In sintesi, la revisione di Xi del metodo Deng riguarda la verticalizzazione del comando del partito. Altre revisioni, in particolare l’esplicitazione e formalizzazione di un nazionalsocialismo che Deng aveva voluto lasciare implicito, non sono ancora chiare. Ma lo è già che chi fa affari con attori cinesi dovrà diventare capace di gestirli in modo più “politico” e direttamente con Xi e il suo staff.         

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