America ed Europa si sono messe in posizione passiva lasciando di fatto alla Russia il compito di risolvere la crisi ucraina. Merkel ed Hollande, nel recente incontro bilaterale, hanno usato un linguaggio dissuasivo che in realtà definisce uno spazio di manovra per Mosca: inasprimento delle sanzioni economiche se Putin aumenterà la pressione. Vuol dire: (a) ti lasciamo la Crimea; (b) l’Ucraina resti uno stato cuscinetto; (c) ma in cambio trova tu una soluzione stabilizzante che porti il caso fuori dalle prime pagine, poi ad acque chete troveremo accordi stabili, nel frattempo senza guai. L’Amministrazione Obama ha preso una posizione simile: il linguaggio dissuasivo resta, ma non è seguito da fatti aggressivi rilevanti. Ciò implica un segnale: fai tu, ma entro certi limiti. La rubrica non ha accesso alla diplomazia riservata in atto, ma osservando queste posizioni ritiene che un accordo tra le parti, nel senso detto, ci sia. Ciò individua il tema di scenario: quale soluzione per l’Ucraina è accettabile sia dagli occidentali sia dalla Russia? Probabilmente il limite posto a Mosca dagli occidentali riguarda la tutela dell’integrità territoriale residua dell’Ucraina. Putin e il suo rimarchevole ministro degli esteri hanno il problema di armonizzare tale vincolo con quello della tutela delle popolazioni russofone che è determinante per il consenso interno di Putin stesso. Sulla carta la soluzione è semplice: trasformare l’Ucraina in uno stato federale fatto di regioni autonome, una di queste a maggioranza russofona. Nella realtà Mosca ha una serie di problemi. Il primo è di controllare i movimenti secessionisti filorussi. Da un lato, sono stati aizzati da agenti di influenza russi. Dall’altro, una volta mobilitati non sarà facile riportarli alla calma, entro una istituzionalizzazione ucraina. Pertanto Mosca, oltre che plutonizzare qualche capoccia per calmare gli altri, dovrà inventare un qualche privilegio economico per la popolazione della nuova regione. Non è impossibile. Forse sarà più problematico tutelare i russofoni ucraini dove sono in netta minoranza. In prospettiva lo potrà fare una polizia federale ucraina. Ma nel breve i russofoni potrebbero essere vittime di attacchi da parte delle formazioni ucraine di estrema destra che hanno interesse ad accendere una guerra civile per prendere più potere nell’area ucraino-occidentale. E’ questione di operazioni militari selettive e riservate, ma che implicano una collaborazione tra Mosca e Kiev. Possibile? Si tratta di mettersi d’accordo con gli oligarchi ucraini dando loro un vantaggio. Possibile. Se risolte queste cose, poi, resta il problema della tutela del gruppo russofono della Transnistria, materia che riguarda una stabilizzazione della Moldavia, ma influenzata dalla soluzione per l’Ucraina. Forse lo stesso modello di una Moldavia federale con la Transnistria regione autonoma potrebbe funzionare. O perfino renderla regione autonoma entro l’Ucraina confinante (con Odessa territorio libero e porto franco). Qui il problema potrebbe essere che i locali non vorranno abbandonare i privilegi di una terra senza controlli dove sono possibili tutti i traffici legali ed illeciti, ma non è irrisolvibile. In sintesi, c’è una buona probabilità che la Russia possa risolvere la questione in modi che permettano agli occidentali di dire che Mosca è stata riportata a miti consigli ed a Putin di celebrare un commosso trionfo davanti ai suoi. La rubrica raccomanda di realizzare rapidamente tale scenario per poi passare a cose veramente importanti quali l’inclusione prospettica della Russia nell’occidente.