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Carlo Pelanda: 2011-4-12Il Foglio

2011-4-12

12/4/2011

C’è un gioco opaco tra mercato che teme insolvenze e l’Eurozona che le nega

Il mercato prevede  l’insolvenza parziale dei debiti di Portogallo, Grecia ed Irlanda. Per evitarla l’Eurozona ha messo a punto strumenti che sostituiscano il mercato nel comprare titoli di questi paesi, ed altri a rischio. Sarà possibile?

Il fondo europeo coprirà con 500 miliardi il fabbisogno. La Bce potrà dare ulteriore sostegno agendo come prestatore di ultima istanza con capacità complessive attorno ai 2 trilioni di euro. E vorrà farlo perché le banche europee detengono montagne di titoli di eurodebito ed una sola insolvenza parziale, ma con effetto contagio, taglierebbe il valore di questi titoli creando una megacrisi bancaria globale. Scenario che metterebbe in campo le risorse del Fmi e del Fondo sovrano di Pechino, timorosa di un crollo delle monete dei paesi importatori e conseguentemente dell’implosione dell’economia cinese. Fuori tutto, la potenza di fuoco per coprire la crisi debitoria europea è attorno ai 6 trilioni di euro, più che sufficiente. Non basterebbe se in contemporanea andassero in default il debito nipponico e quello americano. Ma è ipotesi remota. Come è possibile, allora, che il mercato annusi euroinsolvenze pur essendo l’Eurozona dotata dei mezzi per evitarle? Forse non ritiene i governi sufficientemente coesi e lucidi. Ma una valutazione del genere può farla un piccolo operatore, non certo le èlite finanziarie. Queste condizionano i governi ed i politici sono interconnessi  con loro. Per esempio, il governo tedesco nasconde almeno 400 miliardi di buco nelle banche regionali. Ciò fa prevedere che le insolvenze nazionali verranno evitate  per salvare le banche. Forse il mercato pensa che Portogallo, Grecia ed altri possano andare in rivolta per l’eccesso di rigore e per l’impoverimento dovuto alla combinazione economia debole/moneta forte? Realistico, ma proprio per questo è probabile che vi saranno aiuti sottobanco per attutire le tensioni. Forse teme che i tedeschi voteranno una maggioranza che spinga la Germania fuori dall’euro facendolo crollare? Realistico (magari) ma le élite del 4° Reich sanno bene che dopo la potenza industriale tedesca sarebbe massacrata dalla competizione valutaria intraeuropea. E lo sa anche il mercato. Quindi? Forse c’è un gioco governi/èlite del mercato: (a) io mercato faccio i soldi sui titoli di Stato dichiarandoli incerti per aumentarne il rendimento, sapendo che non andranno in insolvenza; (b) i governi lasciano fare perché ottengono in cambio un freno alla speculazione destabilizzante e permettono alle banche di risanarsi grazie ai maggiori rendimenti dei titoli che hanno in pancia. Imbroglio, ma stabilizzante.   

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