Per proiettare le tendenze economiche bisogna capire perché l’Eurozona sia l’unica regione del mondo che resta in crisi. Il motivo è che la sua governance non reagisce rapidamente alle situazioni reali, correggendole, né a livello di governi delle economie nazionali principali né a quello comunitario. Infatti il sistema non ha fatto e tarda a fare quelle cose che hanno tirato fuori dai guai altre nazioni comparabili, quali il Regno Unito e l’America, ora quasi in boom, ed il Giappone. La mancanza di reattività proseguirà oppure l’evidenza della crisi indurrà i governi nazionali e le istituzioni europee a reagire? Servirebbero due azioni forti, come fatte in altre nazioni: (a) riforme fiscali, da intendersi come riduzione sostanziale delle tasse, per stimolare la domanda aggregata; (b) aumentare la liquidità a basso costo del sistema. La Bce sta attuando la seconda azione, per altro con un ritardo di circa un anno calcolato in base ai segnali di deflazione che avrebbero consigliato di fare ieri quello che sta facendo oggi. Ma non appare probabile che possa dare il supporto necessario per la prima. Per abbassare le tasse, infatti, è necessario un periodo di deficit oltre il 3% del Pil. Se non si vuole finanziare l’operazione in deficit, allora bisogna tagliare spesa pubblica equivalente per almeno 100 miliardi, mediamente per ciascuna nazione, in Francia, Germania ed Italia che insieme formano i 2/3 del Pil dell’Eurozona. Ma tale opzione implica due problemi: un ulteriore impatto deflazionistico temporaneo e dissensi ingestibili. Quindi logica vorrebbe che si usasse la leva del deficit per trasferire più denari dal fisco nei portafogli di famiglie ed imprese, scontando che in 2-3 anni l’operazione darebbe impulso alla crescita ed aumenterebbe il gettito fiscale, riequilibrando i bilanci pur a tasse minori. Ma per una detassazione in deficit bisognerebbe aumentare i debiti, cosa possibile solo se la Bce potesse comprarne i titoli. Ma non può (direttamente) per statuto e, soprattutto, la Germania resta totalmente contraria ad una tale operazione. Inoltre, Germania ed Italia hanno messo, incoscientemente, il vincolo al pareggio di bilancio in Costituzione. Ciò blocca una reattività rapida ed efficace perché ai governi nazionali resta solo un’opzione impraticabile. Per questo appaiono così inefficaci. In conclusione: (a) l‘insufficiente euro-reattività continuerà; (b) L’azione sul lato monetario riuscirà a far galleggiare il sistema, ma non a rimetterlo in vera crescita. Paradossalmente, il fatto che ora la Bce si muova fornisce una scusa ai governi per non muoversi loro. Irrazionale, pericoloso.