Questo governo appare in grado di tenere il sistema in equilibrio, ma non di dargli un impulso di crescita forte tagliando spesa e tasse in misura sufficiente. Poiché non è prevedibile che nel prossimo futuro l’Italia possa attivare una leva interna di crescita, vanno valutate quelle esterne. La domanda globale tirerà un po’ di più l’export, ma non tantissimo perché il mercato internazionale è in ripresa lenta a causa di problemi ancora persistenti in Cina ed in America e per la stagnazione dell’Eurozona. Inoltre, a causa del cambio de-competitivo dell’euro (che si stima costi all’Italia circa un 10% di volumi d’affari in meno in relazione al potenziale) la crescita dell’export e delle presenze turistiche resterà insufficiente per bilanciare il declino del mercato interno oppresso da costi troppo elevati ed inefficienza. Per inciso, la Germania ha un mercato interno stagnante per gli stessi motivi, ma riesce a bilanciare questo segno meno con un maggiore segno più dell’export perché tratta merci (grandi sistemi) relativamente meno sensibili al cambio. Inoltre il costo del credito in Italia penalizza enormemente di più le aziende in comparazione con la Germania. In tali condizioni assume rilievo ciò che può fare la politica monetaria e bancaria europea per sbloccare la situazione verso una maggiore crescita. Qui c’è una buona notizia, anzi ottima: (a) la Bce, che ha appena tagliato il costo del denaro, ha preso una posizione re-flazionistica per il futuro che dovrebbe portare l’euro a non rivalutarsi troppo sul dollaro e probabilmente a svalutarsi in quantità sensibile; (b) la Ue, nonostante violente opposizioni di parecchie nazioni per motivi “sovranisti”, è riuscita a far partire la prima fase, pur incompleta, dell’unione bancaria, cioè di una vigilanza unica (e conseguentemente tutela omogenea) delle banche europee. Va notato che l’azione di Draghi su questi due fronti ha trovato una forte opposizione della Germania, ma questi è riuscito a superarla, con sorpresa degli osservatori, grazie ad una formula di governance che combina determinazione capacità diplomatica. La svolta espansiva ed ordinatrice della Bce crea due speranze per l’Italia: (a) aumento dell’export e dei flussi turistici grazie ad un cambio più competitivo; (b) riduzione del costo del credito, fattore di spinta sia per le esportazioni sia per il mercato interno, dovuto all’inserimento delle banche italiane sotto l’ombrello regolamentare e di protezione dell’Eurozona. Se verrà evitato il disordine politico interno, l’Italia crescerà nel 2014/15 più di quanto ora si pensi grazie a queste leve esterne.