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Carlo Pelanda: 2015-3-20Milano Finanza e Italia Oggi

2015-3-20

20/3/2015

La terzietà europea tra America e Cina è un rischio

La valutazione della partecipazione di Francia, Italia, Germania e Regno Unito alla sinocentrica Asian Infrastructure Investment Bank (Aiib) non riguarda solo la sfida alla americocentrica Banca mondiale nel teatro asiatico, ma uno scenario ben più ampio. L’America, infatti, ha espresso forte irritazione perché in questa mossa ha visto un segnale di neutralità dell’Europa nel confronto tra imperi cinesi ed americano che potrebbe compromettere la riorganizzazione del secondo e favorire l’emergere del primo. Nel febbraio 2013, dopo che nel 2012 fu chiaro che Pechino non avrebbe accettato l’accordo di gestione condivisa G2 del G20 proposto da Washington nel 2009, l’Amministrazione Obama lanciò l’idea di un mercato integrato euroamericano, poi avviata come negoziato Ttip, ed accelerò le trattative per strutturare un’area di libero scambio nel Pacifico (Tpp). Il piano era ed è quello di riconfigurare l’influenza statunitense creando un mercato mondiale delle democrazie, diviso in due parti, atlantica e pacifica, ma connesse dall’America come centro e ponte, con l’intento di escludere Cina e Russia per condizionarne l’accesso al mercato internazionale e, conseguentemente, i comportamenti. Pechino e Mosca, terrorizzate, reagirono lanciando controprogetti: area doganale russocentrica nel perimetro della Csi (ex Urss) e area di libero scambio sinocentrica nel Pacifico. In particolare, concentrarono i loro sforzi per dividere America ed Europa in base al noto principio strategico che i due uniti sono non sfidabili. Mosca iniziò a ricattare direttamente la Germania nonché a finanziare movimenti protezionisti e anti-euro in Francia, Italia, Grecia, Ungheria, ecc. Pechino, con una strategia indiretta più raffinata, cominciò a comprare gli europei dando loro, prima, molti soldi per addomesticarli. Il punto: la Germania non riesce a scegliere tra America e Cina e sta tentando di prendere un posizione terza, ma comunicando di accettare ambedue gli inviti: non blocca il Ttip, ma lo rallenta, e collabora con i cinesi, ma tenendo la relazione a livello commerciale, cioè sotto la soglia politica. Ciò fa scenarizzare agli altri europei che, alla fine, vi saranno quattro blocchi - cinese, americano, europeo e russo – portandoli a definire il loro interesse nazionale in un mondo frammentato come priorità di prendere posizione, scoordinati, in ciascuno dei blocchi stessi. Ma così facendo offrono un vantaggio alla Cina e per questo l’America è infuriata. Aspettiamoci una reazione da Washington ora costretta a condizionare di più l’Europa. Spaccandola o compattandola?

(c) 2015 Carlo Pelanda
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