Se un ente europeo avesse garantito tutto il debito greco ai primi del 2010, assorbendolo e sterilizzandolo, il costo del salvataggio sarebbe stato attorno ai 140 miliardi, recuperabili. Il non averlo fatto è costato per contagio, finora, almeno 1.500 miliardi tra perdite nelle Borse europee ed aumento dei costi di rifinanziamento dei debiti. Quando il mercato ha visto che la Germania si opponeva a salvataggi della Grecia, ha proiettato tale dato negli altri casi o di economia debole, cioè senza base industriale, quali quelli di Spagna e Portogallo, o di economia forte, ma molto indebitata, quali l’Italia, toccando anche Francia ed Olanda. In sintesi, per risparmiare 140 miliardi ne sono stati persi più di dieci volte tanto, si è distrutta la ricchezza nazionale e la stabilità democratica della Grecia e si sono messe sulla stessa strada Spagna ed Italia. Non solo. Ormai il mercato sconta con probabilità crescente la dissoluzione dell’euro. Qualora accadesse il costo dell’impatto sarebbe pauroso: non quantificabile, ma porterebbe alla distruzione dei risparmi ed all’erosione del potere d’acquisito delle pensioni in molte nazioni europee. La Germania stessa avrebbe un danno fatale. Il ritorno alle monete nazionali vedrebbe, per esempio, la lira svalutata di almeno il 50% sul nuovo marco tedesco. Le merci tedesche diventerebbero meno competitive e la Germania andrebbe in seri guai. Ma allora sarebbe buono per l’Italia, alla fine? In teoria sì, ma l’eccesso di competitività valutaria porterebbe poi a protezionismi entro l’Europa, spaccandola definitivamente. Va poi considerato che se l’euro saltasse l’intero mercato globale cadrebbe in depressione, riducendo il commercio internazionale e le esportazioni di tutti. Il costo di tale eventualità equivale alla distruzione di circa 50 trilioni di dollari, una decapitalizzazione di entità tale del mondo da tenerlo in depressione almeno per 15 anni. L’uscita della sola Grecia dall’euro potrebbe essere gestita senza conseguenze sistemiche? Non lo sappiamo e raccomando di non prendere questo rischio. Come evitarlo? Basterebbe che la Bce avesse il permesso di garantire tutti gli eurodebiti, comprandone una parte. Lo potrebbe fare senza grossi problemi, come stanno facendo le Banche centrali di America, Regno Unito, Giappone, ecc., in casa loro e se lo facesse la crisi si chiuderebbe in un attimo. Ma la Germania non vuole una soluzione europea che la ingaggi come garante. O cambia posizione o dovremo fargliela cambiare con tutti i mezzi possibili.