Le cronache, in particolare quelle relative ai presunti disordini in Finmeccanica ed alle dichiarazioni di Frattini che l’Italia è sotto attacco, portano alla ribalta un lato dell’economia solitamente poco commentato sulla stampa: le azioni di penetrazione commerciale/industriale come strumento di politica di potenza da parte di una nazione nonché la difesa da esse. Da sempre gli Stati nazionali attuano politiche mercantilistiche dove i governi operano in congiunzione con le imprese per strategie di influenza. Negli ultimi anni tale fenomeno è aumentato di intensità ed anche l’Italia sta giocando questa partita di “geopolitica economica” sia in attacco sia in difesa.
Da quali attacchi l’Italia deve difendersi? Multipli, ma ora mirati principalmente su Finmeccanica. Dai primi anni ’90 la Francia persegue la strategia di bilanciare il riemergere della potenza tedesca cercando di conquistare il dominio del mercato italiano. In particolare, punta a conquistare Finmeccanica perché ciò permetterebbe al sistema industriale francese della difesa di essere il più grande in Europa e di condizionare le politiche europee relative. Quando il governo francese vide che Finmeccanica, dal 2003, si stava trasformando da preda in predatore, con l’acquisizione di una parte dell’industria militare inglese (elicotteri ed elettronica) e, più recentemente, con l’acquisto di importanti aziende statunitensi del settore, tentò di destabilizzare la testa dell’azienda italiana e di influenzare più decisamente il nostro governo per bloccare l’emergere di un potenziale italiano perfino superiore a quello francese. Senza riuscirci, come per altro nel settore bancario ed energetico, e la questione finì con dei compromessi di reciproco equilibrio. Ma dal 2008 Finmeccanica ed il nostro governo sono sempre più attivi in aree del mercato internazionale che la Francia considera un proprio dominio, per esempio il Mediterraneo occidentale, o nuova area di penetrazione, per esempio la Russia. Inoltre Parigi ha la priorità di imporre la propria tecnologia nucleare nel futuro programma energetico italiano, cosa che è contrastata da precedenti accordi tra le aziende di settore nel gruppo Finmeccanica ed imprese statunitensi, nonché giapponesi. In sintesi, Parigi ha un interesse rinnovato nel destabilizzare il vertice di Finmeccanica che si è dimostrato così competitivo allo scopo di “spacchettare” il gruppo per renderne più influenzabili le diverse aziende nel settore militare, aeronautico ed energetico. A questo interesse francese si aggiunge quello di imprese americane che non hanno visto di buon occhio l’emergere di una Finmeccanica capace di competere sia nel mercato interno statunitense sia nei mercati terzi con gli americani stessi. Alcune stanno premendo sul governo per contenere gli italiani. Altre, va detto, hanno un partenariato vantaggioso con gli italiani e ciò riduce la pressione ostile. Ma l’Amministrazione Obama vede con preoccupazione la relazioni politiche ed industriali dell’Italia con la Russia, con la Libia ed altri Paesi arabi, anche perché vorrebbe che le aziende statunitensi sostituissero quelle italiane in alcune aree chiave. Tralascio la competizione tra Germania ed Italia per l’influenza sui Balcani e per la penetrazione in Russia nonché l’affacciarsi aggressivo della Cina nei teatri dove gli occidentali stanno guerreggiando tra loro. Ma quanto accennato penso basti per avvertire i lettori che quando leggono o vedono notizie su Finmeccanica devono pensare a cosa ci sia dietro prima di giudicare.