A fine 2017, dopo le elezioni politiche in Germania in autunno, quelle in Francia di primavera e il rodaggio della nuova presidenza negli Stati Uniti che s’insedierà a gennaio, i governi di queste nazioni avranno davanti a loro tre o quattro anni di legislatura in cui probabilmente saranno revisionati sia il modello europeo sia la relazione tra Ue e Stati Uniti, le due azioni correlate e non distinte. La probabilità è determinata dal fatto che l’Ue senza modifiche non ha destino. La correlazione deriva dalla considerazione che qualsiasi competitore geopolitico dell’America deve separarla dall’Europa e che per questo Washington non potrà rinunciare, anche in caso di svolta isolazionista, all’alleanza con gli europei, o almeno parte di loro, e a insinuarsi negli affari della regione. Per l’Ue il legame con l’America è vitale sui piani economico e della sicurezza, ma è difficile trovare una formula di convergenza. L’elaborazione di strategie 17 - 20 nei governi delle nazioni citate è ferma in attesa delle elezioni. Il Regno Unito è costretto a precisare di più le possibili opzioni perché, dopo la Brexit, deve già predisporle per decidere in velocità se confermarla o meno nonché se prepararsi ad azioni apocalittiche, per esempio la dissoluzione dell’euro e la divisione dell’Ue tra pro-atlantici e contro, idea non escludibile in caso di vittoria di Trump, spinta da un rinnovato “nucleo anglofono”. L’Italia è la nazione più a rischio di danno e/o di perdita d’opportunità nei possibili (som)movimenti 2017-20, ma il suo pensiero strategico appare fermo. Da un lato, non ha senso precisare strategie prima dei risultati elettorali altrove. Dall’altro, l’Italia deve prepararsi a poter giocare sui tavoli post-17 e non è pronta a farlo. Raccomandazioni: a) anticipare le elezioni politiche alla primavera o autunno 2017 per rafforzare la credibilità negoziale del nuovo governo in tempo utile; b) nuova legge elettorale proporzionale per permettere una coalizione maggioritaria tra partiti razionali nel caso quelli irrazionali conquistassero consensi rilevanti; c) prevenire già in gennaio, con diplomazia riservata, che l’eventuale destabilizzazione dell’Europa venga attuata facendo “saltare” il debito italiano; d) far slittare la Difesa europea e promuovere l’integrazione tra industrie militari americane ed europee, così evitando un consolidamento solo regionale del settore e rafforzando di fatto la Nato, pilastro del sistema euroamericano e unico vero moltiplicatore di forza dell’Italia, nonché garante di fatto del suo debito e sistema finanziario.