ENGLISH VERSION


Dati personali
Pubblicazioni
Articoli
CAP TV
Interviste
Voci dei lettori

 CERCA


Carlo A. Pelanda
X  

MENU   VITA   ARTICOLI   INTERVISTE
fb Tw print

Carlo Pelanda: 2025-8-24La Verità

2025-8-24

24/8/2025

Note al discorso di Mario Draghi

Pur con rispetto e stima per Mario Draghi vorrei in parte correggere ed in parte integrare la sua visione strategica presentata al meeting di Rimini su quattro punti.

Primo: l’Ue ha bisogno di togliere regole limitative e non di fare più debito per ottenere più sviluppo. Draghi ha portato l’esempio positivo della reazione finanziaria alla crisi pandemica con debito europeo parzialmente comune. Da un lato, in situazioni d’emergenza è razionale agire con strumenti di debito ed equivalenti di politica monetaria come l’allentamento quantitativo secondo me ben gestito da Draghi quando fu presidente della Bce, per mitigarle. Dall’altro, questi strumenti d’eccezione hanno effetti tendenzialmente destabilizzanti se non ben calibrati in relazione alle situazioni reali. Pertanto va definita con precisione quale sia l’emergenza che gli europei debbano affrontare. E’ veramente l’irrilevanza geopolitica? Il gap corrente di forza politica interna ed esterna dell’Ue è evidente, ma quello più preoccupante è il gap di efficienza industriale e tecnologica in relazione ad America e Cina. Questo tipo di emergenza non si mitiga ed inverte con debito pubblico – pur ammettendolo come investimento per programmi futurizzanti specifici - ma riducendo al minimo le regole che ostacolano il trasferimento dell’enorme risparmio europeo verso le attività produttive. Semplificando, nell’Ue abbiamo un problema di socialismo e burocrazia che va curato con regole basate sul liberalismo economico. Quindi se vogliamo un ambiente europeo competitivo dobbiamo liberalizzarlo – con attenzione al requisito della ricchezza diffusa socialmente - e non caricarlo di ulteriore debito depressivo, incentivando il dinamismo del capitale privato di investimento in combinazione con un processo di riduzione del debito stesso che permetta detassazioni stimolative.

Secondo: ovviamente la forza economica, in particolare per i modelli economici europei trainati dall’export, deve essere correlata a quella geopolitica, annotando che esiste una disciplina chiamata “Geopolitica economica” (fondata dal Prof. Paolo Savona e dal Generale Carlo Jean) che è quella che insegno. Al momento l’Ue ha un gap di forza geopolitica basata sulla deterrenza militare che richiede 10-15 anni per essere colmato. Draghi ha detto che è favorevole al riarmo europeo per scopi di deterrenza difensiva, ma criticando l’accordo euroamericano che implica troppi acquisti di strumenti statunitensi che indeboliscono l’autonomia strategica europea. La mia critica: gli europei non hanno alcuni strumenti militari essenziali per la difesa vista l’evoluzione tecnologica di possibili attaccanti. Possono costruirli, ma prima di averli in linea – e ci vogliono almeno 10/15 anni - sono vulnerabili. Quindi devono importarli da nazioni compatibili, cosa che Russia e Cina non sono. Resta l’America che ha colto questa debolezza europea e vuole farci soldi e probabilmente comprimere la competitività degli europei sugli strumenti di superiorità, per esempio robotizzazione, (eso)spazio, armi a raggi e non a proiettili, ecc. A me sembra una situazione di necessità per gli europei accettare il diktat statunitense anche se equivalente ad una sberla umiliante come sottolineato da Draghi. Ma la soluzione del problema non è quella di divergere dall’America, ma spingere una collaborazione euroamericana e G7 per incrociare via consorzi di progetto le rispettive aziende tecnologiche. Ed in tale negoziato avviare un’integrazione crescente tra Nato ed alleanza delle democrazie nel Pacifico. Come esempio indico il progetto di caccia robotizzabile di sesta generazione britannico-italiano-nipponico (Gcap) con orizzonte costruttivo il 2035. Che mi piacerebbe evolvesse fino ad una integrazione tra cupole antimissile, tipo Irondome: Eurodome, Goldendome (Usa), Asiadome, ecc.     

Terzo. C’è un pericolo potenziale, forse non intenzionale, nell’enfasi di Draghi: separare Europa ed America mentre ambedue sarebbero troppo piccole se divise per fronteggiare il blocco dei regimi autoritari guidato dalla Cina. Quindi l’unità d’analisi per la compattazione non è l’Europa, ma l’alleanza delle democrazie, cioè un G7 che si espanda e diventi gradualmente più integrato sul piano della sicurezza, degli scambi commerciali, delle collaborazioni industriali e della politica monetaria. Capisco la perplessità di Draghi nel pensare che l’America guidata da Donald Trump possa essere disponibile per una visione G7 più integrata. Ma lo prego di valutare che Washington, dopo un momento di eccitazione eccezionalista/rivendicativa, sta gradualmente tornando alla realtà: senza un’alleanza vasta e coesa l’America è troppo piccola per sperare di restare prima potenza e lo capirà avendo già dato segnali. Quindi ritengo razionale mantenere la freddezza e l’obiettivo di un mondo governato dalle democrazie e non dai regimi autoritari.

Quarto. Prego di fare più attenzione nell’appello per una Confederazione europea perché se si forzasse tale linguaggio, aumenterebbe il rischio di divergenze e disordini interni. L’Ue è meno di un’unione, ma è e potrà essere molto più di un’alleanza. Quindi la coesione tra nazioni europee (ed alleate) va cercata su progetti specifici dove i partecipanti vedono tutti un loro vantaggio, come successo nel metodo funzionalista che costruì la Comunità europea nel periodo 1957/1992.

In conclusione ho una richiesta a Draghi: usi la sua competenza per iniziare a disegnare una metamoneta, tipo l’Ecu pre-euro che io chiamerei Credit, basata su rapporti di cambio (gradualmente) quasi fissi tra monete del G7: sarebbe uno strumento per estrarre più risorse monetarie dal futuro per investimenti nel presente ed un pilastro per la fiducia economica globale.

(c) 2025 Carlo Pelanda
FB TW

(c) 1999 Carlo Pelanda
Contacts: letters@carlopelanda.com
website by: Filippo Brunelli
Privacy policies
X
La tua privacy è importante
Utilizziamo, senza il tuo consenso, SOLO cookies necessari alla elaborazione di analisi statistiche e tecnici per l'utilizzo del sito. Chiudendo il Cookie Banner, mediante il simbolo "X" o negando il consenso, continuerai a navigare in assenza di cookie di profilazione. More info

Tutti Cookie tecnici Cookie analitici di terze parti

Accetto Chudi