I dialoghi in atto tra alleati Nato per la fornitura di garanzie di deterrenza all’Ucraina contro la minaccia della Russia mostrano una tendenza verso la costruzione di uno scudo aereo/antimissile multilivello simile all’Irondome israeliano, che qui chiamo Eurodome. Il think tank euroamericano che coordino (Stratematica, scenaristica strategica) è molto interessato a questo sistema per due motivi: a) è in linea con l’evoluzione della guerra/deterrenza che la evita: robotizzazione che minimizza l’esposizione al rischio di militari umani, superiorità della lancia/scudo aerospaziale contro scudi o fionde terrestri e (sub)marine, proiezione nell’orbita (e oltre) dei sistemi di difesa; b) ha bisogno di ipertecnologie basate su capacità di innovazione continua con un alto potenziale di ricaduta espansiva sull’economia civile. Questo secondo punto può essere messo in relazione con l’enfasi recente di Mario Draghi sul fatto che o l’Ue fa un salto verso la superiorità tecnologica in generale oppure perderà rilevanza geopolitica con conseguenze geoeconomiche e finanziarie negative.
L’America ha già costruito da tempo un sistema di difesa aerospaziale con capacità di intercettazione sia nel raggio breve e medio sia di annichilazione di un missile nemico in fase di lancio via sistemi di scoperta immediata dall’orbita, il tutto corredato dalla massima attenzione sulla superiorità aerea sia localizzata sia globale. Ma ha bisogno di innovarlo contro le innovazioni avversarie, per esempio missili a ipervelocità con capacità di autoguida elusiva sia balistici sia cruise. Lo sta facendo via ricerca di armi a energia, nuovi veicoli spaziali, diverse soluzioni robotiche per abbreviare i tempi di reazione e la creazione di una base lunare. Inoltre, in questo sistema Goldendome lo scudo di difesa è integrato con uno di attacco. Ma la Cina ha capacità quasi pari e ad ogni innovazione statunitense può far corrispondere una risposta competitiva, anche considerando che la Russia ha capacità innovative residue in pochi, ma rilevanti, settori tecnologici. Washington punta a staccare la Russia dalla Cina, ma è scenario incerto. Quindi l’America, che pur superpotenza è ormai piccola sul piano globale se sola, ha bisogno degli europei per aumentare la massa critica di innovazioni. Un possibile Eurodome dovrà comprare tecnologia statunitense perché non ce la ha, ma nel tempo potrà produrre innovazioni condivisibili e quindi arrivare ad un modello reciprocamente contributivo. E poi Eurodome e Goldendome potranno aiutare la costruzione di un Asiadome per difesa e deterrenza integrabili nell’alleanza globale delle democrazie, sistema importante per l’estensione dell’influenza nel Sud globale. Questo tipo di riarmo per scopi di deterrenza/superiorità ha un potenziale enorme di ricaduta innovativa sull’economia civile e sua stimolazione in uno scenario di 15 anni. Lo scenario che combina tecnosuperiorità, sicurezza e fiducia economica/finanziaria merita approfondimenti.