C’è un coro di critiche verso il governo francese per aver tentato di rendere balneabile per gare olimpiche l’inquinatissima Senna. Con un corredo di sfottò per la storica propensione della Francia di tentare iniziative che eccedono le sue capacità nazionali. Per inciso, io non sono filofrancese e da sempre cerco di contrastare i tentativi napoleonici di Parigi. E continuerò a farlo. Ma il suo tentativo difficilissimo di pulire la Senna non merita una critica totale né tantomeno prese in giro perché intravedo in questo progetto (costato oltre un miliardo) l’innesco di un possibile scenario positivo: l’avvio di una gara mondiale tra Stati per chi meglio pulisce i fiumi (terreni, mari e aria) con l’esito di un probabile balzo tecnologico eco-sistemico con effetti economici moltiplicativi. Suggerisco la creazione di eco-olimpiadi tra Stati per le migliori ecosoluzioni.
L’ecopolitica finalizzata alla gestione del cambiamento climatico ha un elevato grado di incertezza. Per esempio, la scelta tra decarbonizzazione con gravi rischi di impatto economico negativo ed ecoadattamento che richiede investimenti massicci, anch’essi con problemi di sostenibilità economica, per ridurre la vulnerabilità dei territori e degli insediamenti ad eventi ambientali estremi. Ma la parte di ecopolitica dedicata alla decontaminazione dell’ambiente dovrebbe essere certa, anche perché più facilmente gestibile sul piano economico. Ma è realistico puntare ad una decontaminazione sostanziale dei territori? Negli anni ’90 ebbi l’opportunità di visitare, grazie alla cortesia dell’allora Alenia, con certo dettaglio i sistemi di osservazione satellitare dei fenomeni di inquinamento con rilevazione delle sostanze contaminanti e, soprattutto, della loro provenienza. Pur non tecnico del settore, anche se con certa esperienza nel settore dei satelliti militari con capacità di osservazione di oggetti in centimetri dallo spazio quando ero direttore di alcune ricerche di scenaristica strategica per il Centro militare di studi strategici (Ce.Mi.SS) della Difesa italiana, ritengo che la tecnologia per un’analisi sistemica con grande ampiezza territoriale delle fonti inquinanti sia più che matura e sviluppabile come base per nuovi sistemi di ecorilevamento multisettoriale. Al riguardo di come pulire le fonti contaminative individuate, mi sembra semplice incentivare – non multare - le aziende imputabili per costruire sistemi chiusi di depurazione. Lo stesso per le fogne. Forse più difficile per la chimica utile all’agricoltura, ma una spinta tecnologica e fiscale non è fuori portata. Soprattutto, il settore della decontaminazione appare un campo di applicazione futurizzante per l’AI: dati da numerosi sensori sintetizzabili in matrici capaci di mirare gli interventi per grado di urgenza con grande efficienza: c’è una relazione forte tra risparmio di energie/denaro ed informazione, base per un’ecologia artificiale dove la relazione uomo-ambiente venga armonizzata.