E’ il momento giusto per proporre una valutazione nazionale delle vulnerabilità multifattoriali per l’economia italiana con lo scopo di costruire il consenso e gli strumenti per ridurle nel cambio di mondo in atto e probabile “metastabilità” globale prospettica. Il suggerimento al governo è di indire una “Conferenza sullo stato della nazione” poi base per decisioni programmatiche. Tale conferenza articolata per settori dovrebbe avere una frequenza annuale, ma quelle del 2024 e del 2025 prenderebbero uno status particolare: come titolo informale “rigenerazione dell’Italia”. Perché non solo analisi del rischio con la formula classica “probabilità di un evento controllata dalla stima del danno atteso”? Il sistema italiano è esposto a vulnerabilità combinate che possono moltiplicare l’intensità dei danni. Pertanto l’analisi di vulnerabilità che punta alla sua riduzione diviene un demoltiplicatore dei rischi. Un governo non agisce solo con la tecnica, ma anche via costruzione del consenso in situazioni di prevalenza dei criteri politici. Pertanto la conferenza nazionale qui proposta serve a combinare priorità tecniche e fattibilità politica, inaugurando il metodo di “progetto nazionale” di legislatura che è uno strumento di costruzione dell’ottimismo e dell’attivismo degli attori di mercato (soluzioni) in situazioni ambigue o turbolente.
Sarebbe un depotenziamento del governo? No, il contrario: il governo sempre decide con riferimento il parlamento. Sarebbe un potenziamento di governo e parlamento istruiti dalle molteplici categorie tecniche e di associazionismo chiamate a redigere analisi di problemi e soluzioni settoriali. Il governo avrebbe il compito della sintesi, appunto, istruita. Sarebbe anche un passo di evoluzione tecnologica: l’intelligenza artificiale permette “supersintesi” tematiche, cioè riduzione della complessità senza perdere troppa informazione, e l’analisi di impatto di situazioni settoriali sul sistema complessivo. Va anche detto che una maggiore verticalità dell’esecutivo, via premierato o simili, sarebbe arricchita e resa strumento razionale sia dall’istruzione ricevuta da una Conferenza nazionale con adeguata tecnologia sia da quella data alla popolazione. Sarebbe cioè, in termini di ingegneria istituzionale, una “rivoluzione cognitiva di massa”: qualificazione della democrazia. Una prima bozza tematica delle priorità emersa da un esercizio grezzo e preliminare del think tank dello scrivente vede al primo posto la riduzione del debito pubblico, massima vulnerabilità interna con effetti esterni, via operazioni non recessive “patrimonio pubblico contro debito”: la presentazione del come tecnico in una iniziativa istituzionale da parte degli esperti di settore potrebbe aiutare la realizzazione. La delicata questione dell’aumento dei contributi nazionali alla sicurezza entro le alleanze potrebbe essere meglio vista in relazione all’economia. Quando la prima conferenza? Servono mesi per l’architettura: settembre 2024?