Divertiamoci, ma pensiamo anche al business. Chi scrive ringrazia Elon Musk – sperando che Mark Zuckenberg sia convergente – per aver scelto un’arena italiana come luogo per il loro duello fisico con metodo delle arti marziali miste. Ringrazia anche il ministro italiano della cultura, Gennaro Sangiuliano, per aver escluso il Colosseo nella splendida Roma - che non ha bisogno di attrattività ulteriore, ma solo di un’amministrazione comunale migliore che la tenga pulita ed ordinata - concedendo ad altri luoghi italiani la possibilità di fare business territoriale. Ma c’è un sospetto, pregando il bravo Sangiuliano di prenderlo con un sorriso per giocare: depennare Roma, vista l’origine napoletana del ministro, potrebbe essere una tattica per spingere Pompei, che per altro non ha bisogno di ulteriore attrattività perché solo così come è lascia a bocca aperta il visitatore: una macchina del tempo, francamente non ancora ben sfruttata come tale, ma che dovrebbe esserlo. Caso mai Pompei dovrebbe stimolare una ricerca per ricostruire la ricetta del garum di epoca romana, una salsa saporosa a base di pesce fermentato ed altro spalmabile sul pane, presumibilmente stimolando il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) a continuare le indagini ricostruttive sulla cucina romana antica che nel passato hanno dato suggestioni importanti ai buongustai. Il punto: chi scrive candida l’Arena di Verona.
E’ un anfiteatro costruito nel 40-42 dopo Cristo – terzo per grandezza dopo il Colosseo e l’anfiteatro di Capua – già attrezzato per contenere circa 20mila spettatori, ma portabili a 30mila. Oggi è un luogo di spettacoli operistici e musicali in genere all’aperto con grandi scenografie, ma facilmente ritrasformabile in arena gladiatoria togliendo le poltrone e loro fondale al centro dell’Arena stessa, poi facilmente ripristinabile. Inoltre, l’area è già attrezzata per ospitare molteplici telecamere per una trasmissione televisiva globale. Ha anche importanza l’abitudine della città a fornire servizi medici ben organizzati sia nella Piazza Bra antistante al cerchio murato sia nel trasferimento a due ospedali a non più di dieci minuti di distanza per situazioni gravi: c’è un’organizzazione addestrata a gestire la convergenza di decine di migliaia di persone in un’area ristretta. Lobbying spudorato di chi scrive perché abita ad un centinaio di metri dall’Arena, quando è in Italia? Ovviamente, come nella migliore tradizione del Palio di Siena dove ogni corruzione e trucco è ammesso per far vincere una contrada. Ma non per amore disinteressato. Chi scrive teme per i suoi occhi – e divora mirtilli - invecchiando, e sa che nell’ospedale di Negrar (nelle vicinanze di Verona, privato e proprietà ecclesiale) c’è già una delle migliori cliniche di settore del mondo: i due contendenti, Musk e Zuckenberg, devolveranno gli incassi a favore di enti benefici ed il potenziamento di quello detto è un vantaggio per lo scrivente. Ma anche per la Chiesa veronese che potrebbe fornire un incentivo pragmatico: questo duello non è un peccato, indulgenza specifica in cambio di donazione all’ospedale detto. La Sinagoga di Verona potrebbe associarsi, nel caso con un motto di spirito biblico: occhio per occhio, ma senza cavarne uno permettendo la cura di molti. Agli studenti dei licei classici - a Verona ancora di qualità, ma a tutti quello che vogliono in Italia - il compito di formulare un motto in Latino giocando su Urbs (città) Orbis (mondo) e orbo (maccheronico da inserire). A proposito di studenti, il fatto che due imprenditori di enorme successo accettino una sfida fisica tra loro – sperando che non sia solo una mossa pubblicitaria – dovrebbe essere un messaggio educativo in contrasto con il buonismo decompetitivo oggi maggioritario: il capitalismo competitivo richiede audacia, caratteri forti e capacità di competere anche combattendo. Pensiero scorretto? Scorrettissimo, ma pensiero forte che crea leader.
Lo spettacolo e il business. Nell’Arena di Verona regge ancora l’antica architettura che permette di udire un lieve sospiro sul terreno dall’ultima gradinata in alto: il silenzio la miglior musica per un duello. Gli assistenti di Musk e Zuckenberg dovrebbero valutare questa potenza della scena. Ma anche il prima e il dopo musicale. Carmina burana prima? Il testo non converge con la scena pur la coralità ipnotizzante. Forse sarebbe meglio una riscoperta di musica corale medievale oppure due cori che competono portati da ciascun avversario. Chi scrive percepisce adatto il brano di Modest Petrovic Musorgsky, “Una notte sul Monte calvo”, diviso in due parti: la prima, roboante, infernale, antecedente lo scontro; la seconda calma e dolce, dopo. Ma sente che l’evento è “rock”, pesante ed allucinatorio. In ogni caso puntare ai diritti del disco è business. Quelli televisivi potrebbero arrivare a decine di milioni, forse più. Una chiaccherata goliardica con un amico giapponese ha scatenato l’istinto affaristico di questo: spettacolo di arti marziali prima dello scontro. E’ preoccupato da quelle miste e vuole difendere la purezza di quelle tradizionali nipponiche. Interessante, ma gli ha chiesto chi scrive: chi sponsorizza? Emerge che anni fa ci fu un tentativo di collegare l’aeroporto di Verona con il Giappone dotato di una vasta comunità amante della lirica e del vino. Certo, far coincidere il Vinitaly a Verona con il duello Musk-Zuckenberg, attivando il collegamento aereo diretto, potrebbe portare molti giapponesi a preferire i vini nuovi della Valpolicella a quelli francesi, francamente inferiori, ma al momento molto richiesti a Tokyo. Altre zone d’Italia si mettano in competizione con la qui proposta candidatura di Verona, con il permesso di qualsiasi trucco: reimpariamo a duellare, con divertimento e furbizia competitiva.