I mercati sono in postura di prudente attesa per valutare l'esito elettorale in Italia, ma non temono fracassi. Motivi. La vittoria netta della coalizione di destra rende probabile una stabilità politica duratura anche perché non sarebbe interesse dei partiti divergere tra loro al punto da destabilizzare il Governo pur scontando divergenze nella coalizione su alcuni punti specifici.
La futura probabile Primo ministro ha fatto capire di essere consapevole dei vincoli di equilibrio della finanza pubblica che l'Italia con enorme debito deve rispettare. Sul piano geopolitico, la convergenza euroatlantica è netta: tale collocazione nel conflitto globale tra regimi autoritari e mondo delle democrazie promette di trasformarsi in sostegno economico, per esempio gli investimenti statunitensi in Italia e la continuità pur con variazioni del Pnrr.
In sintesi, la volontà di non fare errori fondamentali sul piano estero rende probabile che il nuovo Governo non li faccia.
Resta però una difficile situazione dell'economia interna dove i vincoli esterni e il fabbisogno interno corrente d'emergenza non collimano in una situazione dove il mercato valuta che senza l'ombrello dell'Eurozona, l'Italia sarebbe a rischio.
Ma quanto è il rischio stesso? L'Ocse ha appena pubblicato le sue proiezioni aggiornate che vedono il Pil italiano crescere del 3,4% nel 2022 per poi contrarsi a +0,4% nel 2023, con un'inflazione media dell'Eurozona poco sotto il 5%. I fattori di rallentamento dell'economia sono i costi dell'energia, la scarsità di alcuni materiali critici e la stretta monetaria. Ma la sostituzione del gas russo sarà quasi completata nel 2023 da forniture dal Mediterraneo a costi minori.
Altri dati indicano un minor peso del costo dell'energia già verso il marzo 2023. Pertanto si può ipotizzare che il periodo più critico possa durare 6 mesi, seguito da una ripresa lenta che poi acceleri e aumenti nel 2024. Pertanto ci sarà un picco breve d'emergenza, molto complicato, dove il nuovo Governo dovrà decidere se trovare extra-risorse con aggiustamenti interni di bilancio senza scostamenti o accenderli. Ma poi la situazione migliorerà.
Il punto: il sistema produttivo italiano è molto più robusto di quanto si creda. Quindi, tamponata l'emergenza, se il suo potenziale finora compresso da politiche anti-crescita fosse liberato da azioni pro-crescita, allora l'Italia potrebbe realizzare un'espansione sorprendente nel medio periodo. I mercati annusano questo potenziale e sarebbe suicida se il nuovo Governo li deludesse.