Torna il “sentiero stretto”, termine utilizzato dal ministro dell’Economia Padoan anni fa, tra condizionalità ordinativa europea e spazio disponibile per la spesa pubblica italiana: è finito il tempo in cui la seconda poteva godere di una politica monetaria accomodante e di concessioni per ricorrere al deficit di bilancio lasciando aumentare il debito. Va detto che la nuova condizionalità sarà più morbida della precedente nel senso di “negoziabilità”. Esempi: per attivare lo scudo antispread – cioè ridurre il costo di rifinanziamento del debito italiano e mantenere l’Italia una zona sicura entro il ciclo finanziario internazionale – la Bce ricorrerà a interlocuzioni informali e flessibili con la nazione interessata per definire i vincoli di bilancio richiesti prima di eventualmente passare il dossier al Meccanismo europeo di stabilità (Mes) che è disegnato per imporre vincoli formali strettissimi, di fatto un governo esterno totale, agli Stati europei in difficoltà per finanziare la loro salvezza. Così come l’Ue ha accettato di revisionare il Patto di stabilità nel 2023, segnalando una certa disponibilità a compromessi politici che tengano conto delle diverse specificità nazionali. Tuttavia, pur un po’ meno stretto, il sentiero richiederà una riallocazione sostanziale dei capitoli di spesa pubblica per renderla tendente al pareggio, impostata per ridurre il debito e renderla più produttiva di crescita. Tale probabilissimo scenario renderà molto difficile l’azione di governo per chiunque vinca le elezioni. Per esempio, l’assistenzialismo avrà limiti molto stringenti così come la riduzione eventuale delle tasse (chi scrive ritiene fondamentale il taglio del cuneo fiscale in busta paga) dovrà essere bilanciato da compressioni di altri capitoli. Un’anticipazione di tale scenario, che corrobora la valutazione di sua elevata probabilità, è stata visibile nella pressione esplicitata in primavera dall’Ue sul governo Draghi: niente scostamenti di bilancio per far fronte alle molteplici emergenze, cosa che il governo stesso ha dovuto fare, inducendo dissensi. Un altro esempio è la condizionalità durissima e millimetrica imposta dall’Ue per l’erogazione delle risorse che alimentano il Pnrr. Infatti molti analisti si chiedono come si comporterà la politica italiana in questo sentiero stretto, al momento temendo un disordine penalizzante per l’economia italiana. Secondo chi scrive questo timore, pur non infondato, è esagerato. Ma lo si potrà valutare dalle comunicazioni in campagna elettorale, sperabilmente prudenti e realistiche.