A sorpresa la Bce sta correggendo l’eccesso di ambiguità al riguardo dell’ombrello contro l’aumento degli spread delle nazioni più indebitate che negli ultimi giorni ha colpito pesantemente l’affidabilità del debito italiano, con conseguenze negative sul ciclo economico anche per l’aumento del costo di rifinanziamento del debito pubblico a scapito di altre allocazioni. Sollievo? Certamente. Il Comitato direttivo ha dato mandato ai dipartimenti tecnici della Bce di individuare diverse opzioni di “scudo” contro la differenziazione degli spread. Ma solo questo fatto, pur implicando decisioni differite, ha dato al mercato finanziario internazionale un segnale di garanzia: non scommettete su un aumento del rischio Italia. Tale comunicazione combinata con quella rilasciata dalla rappresentante della Germania nel direttivo della Bce ha rinforzato questa postura “ombrello” della Bce stessa: l’istituto ha preso l’impegno di riallineare i differenziali di rischio/rendimento (spread) dei debiti nazionali ed ha mezzi illimitati per farlo. Detto da una tedesca è importante. Cosa possiamo aspettarci? Probabilmente il mantenimento dei titoli di debito delle nazioni a spread elevato acquistati in precedenza nel bilancio della Bce, rinnovandone l’acquisto: ciò significa sterilizzare per un tempo non breve più di 300 miliardi di debito italiano, togliendoli dalle mani del mercato speculativo. Tale posizione è selettiva, cioè una forma di aiuto alle nazioni in relazione alla loro fragilità differenziale. Possiamo sperare in uno scudo ampio che duri fino a che ci sarà turbolenza sui mercati? Da un lato, l’impegno “ombrello” è stato sancito con chiarezza, anche perché punto essenziale del mandato della Bce di difendere la stabilità dell’euro. Dall’altro, appunto, la Bce ha preso tempo per definire in dettaglio le nuove misure a causa della divisione interna tra falchi e colombe, divergenza che potrebbe riguardare la condizionalità da applicare alle nazioni oggetto di aiuto. Chi scrive ritiene che proprio la riunione straordinaria del direttivo Bce per correggere la postura ambigua precedente segnali la consapevolezza che non è questo il momento per mettere in tensione l’Eurozona e pertanto si aspetta, dopo aver provato nei giorni scorsi un forte pessimismo, misure abbastanza efficaci e sostenibili per l’Italia. Ma resta un punto sostanzialmente politico: l’Italia deve mostrare di saper avviare un programma autonomo di riduzione del debito e di aumento della crescita. Se ci riuscirà, l’ombrello Bce sarà più facilitato.