Lo scenario a breve per i rifornimenti di gas all’Ue resta problematico (per il petrolio meno), ma quello a medio-lungo di sostituzione totale o parziale delle forniture russe è promettente sul piano delle quantità e dei prezzi. Alla diversificazione delle forniture via tubo, infatti, si è aggiunta l’opzione del gasdotto EastMed che potrebbe portare, via Cipro e Grecia, direttamente il gas dagli enormi giacimenti davanti alle coste di Israele ed Egitto ad Otranto e da lì essere trasferito fino alla Germania grazie a tubi già esistenti. Finora tale opzione era rimasta congelata per diversi motivi geopolitici tra cui spiccava la posizione turca di non voler concorrenti per il Tap (con origine nell’Azerbajan) e restare esclusa dallo EastMed, sostenuta dall’America che non voleva irritare troppo Ankara. Ma da qualche giorno la situazione è cambiata. Non solo per l’incontro nel Negev tra ministri degli Esteri di Emirati (di fatto rappresentanti dell’Arabia), Israele, Marocco e Stati Uniti, preceduto da uno semisegreto tra premier di Emirati, Egitto e Israele a Sharm El Scheik dove è stata confermata la compattezza degli accordi arabo-israeliani di Abramo contro l’Iran, ma anche per un cambio di postura dell’America: sembra non opporsi più. Forse è anche intervenuta la sensazione che la Turchia si stia allargando troppo. Oppure quella che l’Azerbajan possa essere condizionato dalla Russia rendendo meno sicuro il Tap. Deve avere contato anche il fatto che le promesse statunitensi di rifornire l’Ue di gas liquefatto potrebbero rivelarsi inferiori per motivi tecnici. Se così, anche l’America avrebbe interesse ad un più grande sistema di rifornimento dell’Ue via tubi con fonti viciniori, cioè da Algeria, Libia ed Egitto-Israele (va annotato che anche al largo di Gaza c’è tanto gas e ciò potrebbe aiutare convergenze con i palestinesi, una volta eliminato il dominio iraniano su Hamas).
Chi scrive pensa importante la stabilizzazione della costa sud del Mediterraneo via estensione degli accordi di Abramo e partenariato degli europei con questi, sostegno da parte dell’Arabia, maggiore ingaggio della Nato pilotato da Italia, Grecia e Francia con ancoraggi in Israele e ombrello Usa, concessioni razionali, ma non esagerate, alla Turchia. Tale configurazione, metterebbe un limite all’influenza russa e cinese anche in Africa, e dell’Iran nel Medioriente, e darebbe all’Italia lo status di hub gasifero per tutta la Ue, motivo della convergenza tra Berlino e Roma. Parte del riarmo dovrà essere impiegata per la sicurezza del Mediterraneo euro-abramizzato.