Al requisito per l’Ue di diversificazione delle forniture di energia, beni alimentari e minerali critici per distacco da quelle russe corrisponde la necessità di una politica di potenza e presidio per rendere sicura l’area delle forniture stesse. Nel nuovo perimetro, in base a simulazioni preliminari dello scrivente che definiscono le quantità di rifornimento alternativo a quello russo, ci dovranno essere certamente il Mediterraneo, l’Africa costiera atlantica, nonché parti di quella interna per i minerali, e il Sudamerica. Per tenere limitati i costi delle importazioni sarà necessario siglare contratti a lungo termine che rassicurino i fornitori non solo sul piano economico, ma anche su quello della sicurezza. Infatti il pacchetto di diversificazione dovrà contenere benefici superiori a quelli offerti da competitori quali la Cina e difesa credibile dalle pressioni russe. Nelle simulazioni è stata inserita l’ipotesi di una sostituzione del regime russo corrente: vi sarà comunque instabilità. E’ stata anche inserita l’ipotesi di maggiore produzione autonoma dell’Ue di energie alternative e di beni alimentari, considerando un’Ucraina libera che pur amputata resti granaio, in un orizzonte di 25 anni: in questo periodo resterà comunque una forte dipendenza dalla diversificazione. Inoltre, il conflitto latente tra America e Cina tende ad includere la seconda nelle sanzioni emesse dalla prima, costringendo l’Ue a seguirla. Ciò implica una riconfigurazione del mercato globale dove gli attori economici dell’Ue hanno bisogno che venga definita una “safe zone” internazionale per il loro business. Per esempio, un fondo di private equity italiano specializzato nell’internazionalizzazione dovrà capire il raggio dove tale operazione è sicura e dove no. Il punto: l’Ue da sola potrà fare poco sia per la diversificazione a prezzi controllabili sia per fornire una safe zone ai suoi attori economici perché la nuova situazione globale restringe moltissimo il mercantilismo, in particolare di Germania ed Italia. Pertanto l’Ue deve schierarsi e necessariamente deve farlo entro un G7 allargato. Ma per bilanciare e rendere collaborativi gli interessi europei con quelli statunitensi, l’Ue dovrebbe diventare una confederazione con bilancio integrato e Bce rafforzata, per autotutela, e spingere la convergenza euro-dollaro-yen-sterlina nonché l’integrazione tra Nato e alleanze asiatiche tra democrazie per sostenere con collaborazioni la sua partecipazione ad una “safe zone” ampia. Lo scenario indica che l’Ue deve accelerare l’integrazione e avviare il primo passo verso l’America.