Gli attori del mercato minerario stanno rivalutando sottosuolo e fondali italiani perché contengono materiali di valore crescente sia al riguardo dell'energia fossile sia dell'elettrificazione. Questa tendenza sta accelerando ed espandendosi. Aumenta la richiesta di nuove concessioni per lo sfruttamento di vecchie miniere chiuse in Piemonte, Lombardia e Sardegna per materiali utili alle batterie. Anche la ricerca di terre rare sta trovando sorprendente soddisfazione. Nella storia degli ultimi 3.000 anni la geologia sta ritrovando potenziali in tutto l'arco alpino e dorsale appenninica: cobalto, nichel, rame, ecc. Aumenta poi la pressione per estrarre più gas dai giacimenti esistenti portando la copertura con risorse proprie del fabbisogno nazionale dl circa il 3-4% verso il 10% con effetto calmierante sui prezzi nel medio-lungo periodo, con tempi di attivazione brevi (10-20 mesi) a costi sostenibili. Ma poiché il ricorso all'energia fossile sarà molto più lungo di quanto previsto dalla transizione ecologica (proprio in questi giorni stanno emergendo scenari che inducono dichiarazioni e atti politici meno ecoambiziosi) il fatto di poterne averne tanta nazionalmente è un fattore di fiducia e di competitività industriale prospettica. E l'Italia ne ha tanta. Infatti sarebbe possibile una copertura nazionale di almeno il 20%, forse di più, per decenni se la ricerca di nuovi giacimenti di gas riprendesse, in particolare nei fondali, anche estendendo la zona economica marittima dell'Italia nel canale di Sicilia e nell'Adriatico, considerando inoltre il co-sfruttamento con altre nazioni.
Un potenziale nazionale che nessuno osa esplicitare pubblicamente, per motivi di orientamento contingente del consenso, poi, è quello petrolifero. Il petrolio affiora in Basilicata e potrebbe essere abbondante altrove entro il perimetro italiano, pur da chiarire i costi di estrazione: ma se il Wti si assesta oltre i 70 dollari al barile è probabile un'estensione del potenziale. Il limite del dissenso? Le nuove tecnologie azzerano i rischi contaminanti e i prezzi dei materiali estratti ne sostengono l'investimento. Sembra razionale invocare la facilitazione politica per un'Italia potenza mineraria ed energetica nell'Ue. Ma chi scrive la trova anche importante per aumentare la rendita delle concessioni statali, trasformarle in obbligazioni variabili per poi metterle al servizio di una riduzione del debito non recessiva. Il Tesoro dovrebbe considerare gli effetti anticipativi sfiducianti ditale metodo di dedebitazione (parziale) e iniziare a calcolare i potenziali.