L’imprevedibilità non impedisce scenari predittivi: sposta il loro metodo più sull’analisi di reattività potenziale alle sorprese da parte della politica monetaria e fiscale, e sulle capacità adattative del mercato, nonché sulle inferenze di probabilismo soggettivista, per esempio bayesiane, piuttosto che su quelle lineari-storiche. Chi scrive ha appena terminato la prima bozza di scenario economico 2022 per l’Italia con tale approccio, assumendo una bassa probabilità di eventi destabilizzanti sul piano globale, pur questo turbolento. L’analisi della politica monetaria la trova adeguata: la Bce ha preso una postura di opzionalità, in una moderata tendenza restrittiva, cioè pronta a reagire con strumenti adeguati a qualsiasi evento. E’ credibile, ma con un certo grado di sub-ottimalità sia perché la trasmissione della politica monetaria al sistema economico nell’Eurozona, diversamente dal mercato statunitense, tende ad essere lenta e spugnosa sia perché non ha mezzi per intervenire sul possibile cigno nero dell’inflazione energetica, a parte una suicida induzione di recessione. Sul piano della politica governativa la valutazione è buona sul piano della reattività contro l’emergenza medica mentre è meno positiva sul piano della politica economica. L’allocazione delle risorse nella legge di bilancio è molto dissipativa e fuori mira. Per esempio, la stimolazione della crescita avrebbe avuto più efficacia usando più spazio di bilancio per ridurre i costi delle imprese e meno per misure bizzarre, per esempio i bonus, o gli incentivi edilizi che eccedono la capacità operativa del settore, con rischio di disfunzioni. Ma la capacità adattativa delle imprese italiane è elevatissima. Qui l’analisi è stata approfondita per valutare la soglia di tolleranza (per settore) all’aumento dei costi energetici, delle materie prime e dei ritardi di fornitura. Tale soglia è stata superata in negativo nel quarto trimestre 2021 ed è probabile resti erosiva per i bilanci aziendali nel gennaio-febbraio 2022. Ma poi l’impatto tenderà ad essere decrescente fino al punto, pur restando elevata l’inflazione, di permettere un aggiustamento di mercato. La capacità delle aziende potrà bilanciare la sub-ottimalità della politica.
Numeri: senza escludere un momento recessivo nel primo bimestre, ma prevedendo un buon andamento nel secondo e terzo trimestre, la forchetta di crescita del Pil 2022 stimata dallo scrivente è tra il 2,5-3% e il 5%. Determinante tra caso migliore e peggiore sarà il quarto trimestre, ancora nebbioso. Infatti lo scenario dovrà essere aggiornato a marzo.