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Carlo Pelanda: 2021-8-7Milano Finanza e Italia Oggi

2021-8-7

7/8/2021

De-carbonizzazione ed errori di calcolo

Dallo scenario sistemico che mette insieme i prezzi dell’energia, gli obiettivi di decarbonizzazione e le possibili opzioni tecnologiche emerge un gap: o si aggiungono fonti alternative al mix energetico pulito oppure gli obiettivi non verranno raggiunti, con l’aggravante del rischio di un aumento duraturo dell’inflazione. Il punto: la politica di sostituzione dei carburanti fossili è stata avviata senza un calcolo preciso delle fonti alternative, il loro mix al momento minore del fabbisogno prevedibile. Questo è il gap destabilizzante. Con una complicazione: il solare, l’idro e l’eolico, in particolare l’ultimo, non appaiono fonti stabili di energia e per tale motivo la strategia di accelerarne la costruzione incontra nuovi dubbi. Certamente sarà utile costruirne di più, ma come fonti secondarie. Mentre quella primaria dovrà essere abbondante, pulita, sicura e stabile: il nuovo nucleare a fissione (minicentrali con grandezza di un container) con sicurezza intrinseca e quello a fusione.  Ma i tempi di realizzazione, dappertutto, e gli ostacoli di consenso nelle democrazie sono notevoli e pertanto in esse resterà a lungo la dipendenza dal metano e dal petrolio e forse dal carbone. I produttori di fossile hanno probabilizzato questo scenario, Russia in particolare, e terranno i prezzi alti fino a che potranno, atteggiamento provato in questi giorni da aumenti della produzione Opec + non proporzionali alla crescita della domanda. E’ un enorme problema per le ecopolitiche e per la finanza.

Soluzioni geopolitiche? Evidentemente staccare Russia e Arabia, nonché mettere sotto controllo altri produttori via controcartello calmierante. La forza per tale azione richiede l’azione di un G7 sia allargato sia esteso ai Paesi produttori compatibili con l’obiettivo di aumentare l’offerta di energia fossile per 10-15 anni, con compensazioni/incentivi per i secondi. Pertanto servirà una soluzione tecnica che permetta di incrementare la decarbonizzazione pur profilandosi un più lungo del previsto processo di sostituzione di petrolio e gas. Come? Togliendo direttamente la CO2 dall’atmosfera: tre tecnologie in sperimentazione, promettente quella di solidificazione della CO2 via catalisi, applicabili in 6-8 anni se superfinanziate. Al momento non lo sono a causa delle pressioni di chi teme che questa soluzione ritardi l’abbandono del fossile. Ma la decarbonizzazione diretta renderebbe il ciclo fossile meno ecodannoso, in attesa della diffusione del nuovo nucleare che sarà la vera ecosoluzione entro 15-20 anni per contenere le temperature del pianeta e i rischi di inflazione.

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