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Carlo Pelanda: 2021-9-30Milano Finanza e Italia Oggi

2021-9-30

30/9/2021

L'UE deve essere più estroversa

Tra i rischi maggiori per l’Ue va valutato quello dell’introversione geopolitica e geoeconomica: in particolare il blocco degli accordi commerciali bilaterali con le nazioni globalmente compatibili. I segnali di rischio sono molteplici: l’indisponibilità dell’Ue a siglare rapidamente un accordo di libero scambio «rinforzato» con il Regno Unito per sanare le divergenza e riprendere i flussi bilaterali; la ritorsione francese, ma con il sostegno pur solo nominale dell’Ue, contro Stati Uniti e Australia per l’esclusione dall’accordo militare Auskus nel Pacifico; l’adozione di ecostandard europei che precorrono configurazioni protezioniste; l’enfasi su una autonomia strategica dell’Ue che pone un nuovo confine con le altre democrazie; un eccesso di concentrazione delle attenzioni politiche sui modelli interni, bisognosi di profonde modifiche.
In questa tendenza spicca la dominanza intraeuropea della strategia francese di costruire un blocco europeo franco-centrico, libero di fare e cambiare alleanze a seconda delle convenienze. Non avrà successo perché gli interessi nazionali tedesco (che resterà inalterato qualsiasi coalizione di governo emerga) e italiano, nonché degli europei orientali, della Spagna e dell’ Olanda oltre che del blocco nordico, è quello di far restare l’Ue agganciata all’America a fronte del medesimo interesse permanente della seconda. Ma rallenterà l’espansione dell’Ue come centro di un reticolo di accordi economici bilaterali estesi globalmente con suo danno e de-potenziamento strutturali.
Chi scrive ha tentato di quantifiquantificarlo in prima ipotesi come costo opportunità e impatto de-competitivo combinati.

Se l’Ue siglasse un trattato di libero scambio con Australia, Regno Unito, e Stati Uniti e impostasse i precursori per accordi più lenti con India, Brasile e dintorni entro il 2024, allora il potenziale di pii aggiuntivo medio dell’Ue sarebbe attorno all’ 1,5% annuo, con premio superiore per gli esportatori manifatturieri Italia e Germania fino quasi al 2%. Questa politica estroversa sarebbe il vero consolidamento della ripresa, per tutti. O quasi: in questo scenario, la Francia avrebbe il minor guadagno comparativo e forse ciò spiega la sua postura «blocchista». La soluzione è una compressione della Francia da parte degli altri europei per interesse oggettivo. Quando? Dopo le elezioni francesi e di mid temi statunitensi nel 2022 e quelle italiane di inizio 2023. Ma sarebbe necessario predisporre già ora la cornice di una Ue globale ed estroversa da parte degli europei più lucidi per avviarla entro il 2024.

(c) 2021 Carlo Pelanda
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