Gli analisti dei governi Nato e G7 stanno valutando se l’arma economica potrà avere un effetto dissuasivo sui talebani tale da non ostacolare l’estrazione degli afgani che hanno collaborato con la Nato stessa e poi proteggere quei milioni che avendo assaporato la libertà e uno stile di vita occidentalizzato negli ultimi 20 anni non vogliono rinunciarvi e sono a rischio di repressione. La convergenza via dialogo con i talebani è molto improbabile: pecca di ingenuità chi la propone. Ma la comunicazione finalizzata alla dissuasione potrebbe essere efficace. Infatti l’America ha bloccato le riserve della Banca centrale afgana, il Fondo Monetario e l’Ue hanno sospeso i finanziamenti. Altre misure di isolamento economico sono allo studio. Si consideri che i talebani sono una minoranza e che hanno raccolto il consenso di molte tribù, oltre che per la profezia di vittoria, perché hanno promesso loro soldi. Ma un isolamento economico non permetterebbe ai talebani di pagare. Inoltre, questi non hanno capacità tecniche di governo. Pertanto l’arma economica e il blocco dell’importazione di competenze potrebbero avere efficacia e perfino portare ad una sconfitta dei talebani stessi per ribellione della popolazione. Ma Cina e Russia stanno valutando una convergenza con i talebani, già segnalata da fatti, sia per evitare infezioni islamiste nei loro territori sia per cogliere opportunità, per esempio minerarie. Se ciò succedesse, l’arma dell’isolamento sarebbe annullata. Pertanto sarà di enorme rilevanza, oltre che la riunione G7 nei prossimi giorni, quella straordinaria del G20 intelligentemente voluta da Draghi con lo scopo di convincere Cina e Russia a collaborare per l’isolamento dell’emirato talebano. Possibile? Partita aperta.