Sta filtrando sulla stampa sia un clima di forte convergenza tra Germania e Stati Uniti sia la bozza di un accordo al riguardo del gasdotto North Stream 2 che porta il gas direttamente dalla Russia in Germania, saltando l’Ucraina. Al riguardo della convergenza, in realtà, questa non appare ancora sistemica: le parti tenteranno di renderla tale dopo le elezioni politiche in Germania nel prossimo settembre, cercando di aggiustare divergenze in materia di relazioni con la Cina ed ecostandard. Al riguardo dell’aggiustamento in materia di gasdotto, invece, dove l’America, in continuità con la linea dell’amministrazione Trump punta a non rendere troppo dipendente l’Ue dal gas russo, le parti sono vicine all’accordo. Ma questo è molto più ampio: riguarda la fissazione dei confini tra Ue/Nato e Russia, dove l’Ucraina – oggetto di nuove tutele e sostegni su pressione statunitense che la Germania non vede male - viene di fatto, pur non formalmente, inclusa nella prima. Tale mossa sollecita uno scenario che valuti una nuova posizione della Russia sulla scacchiera.
A prima vista Mosca dovrebbe essere preoccupata: rafforzamento dell’Ucraina, oltre a quello delle repubbliche baltiche con rilevanti minoranze russofone, accordo (sorprendente) tra Svezia e Finlandia per una difesa comune che mette a rischio la priorità strategica russa di dominare il Baltico orientale e assicurare i rifornimenti all’enclave di Kaliningrad, ingaggio pro-statunitense della Turchia in Afghanistan e Asia centrale turcofona, che rafforza parecchio Ankara, rendendola meno sensibile a corteggiamenti russi, ecc. Ma forse anche Mosca non vede male la transizione da un confine fluido con l’ovest ad uno stabilizzato. Anche perché incasserebbe la conferma dell’occupazione della Crimea, probabilmente il via libera a riprendersi la Bielorussia, la garanzia di un flusso di rifornimenti energetici prevedibili e, soprattutto, un canale di comunicazione diplomatica con gli Stati Uniti dove sarà possibile generare quelle co-interessenze tra America e Russia che Putin cerca inutilmente dal lontano 2001, considerando che sia Mosca può scambiare cose importanti con l’America (e con il Giappone) sul fronte del Pacifico sia la persistenza di un relazione residua tra Russia stessa e India, questa nazione sempre più chiave nel confronto sinoamericano. Interessa al mercato questa eventualità di confini netti come base per future convergenze selettive? Assolutamente sì, immettendo nello scenario una concorrenza tra sistemi finanziari e industriali europei ed americani per la penetrazione nell’area russa.