Appare restrizione eccessiva e ossessiva la proposta della Commissione Ue di vietare la vendita di automobili con motori endotermici alimentati da gasolio e benzina entro il 2035. Inoltre, il meccanismo di incentivazione per il passaggio all’elettrico che prevede un aumento progressivo della tassa sui carburanti a fronte di un incremento degli incentivi per la e-mobilità comporta il rischio di aumentare i costi per l’uso residuo dei mezzi a carburante tradizionale, destabilizzando il settore prima che l’auto elettrica sia sufficientemente diffusa e prestazionale. Perfino peggiore è l’idea di porre dazi ambientali, dal 2026, a beni classificati non conformi alla riduzione del ciclo di emissioni serra: nel caso, c’è un rischio di ritorsioni. Poi ci sono dei punti oscuri nel progetto. L’aumento dei consumi elettrici imporrebbe una produzione di energia pulita equivalente, ma al momento i dati mostrano che la crescita della seconda è molto lenta nonostante l’obiettivo di portarla al 40% del totale. Pertanto ci potrebbe essere una persistenza della dipendenza dal ciclo del petrolio che rende irrilevante o meno eco-potente la soluzione dell’auto elettrica obbligatoria. Un programma accelerato di costruzione di centrali nucleari a sicurezza intrinseca di nuova generazione potrebbe risolvere il problema detto e in generale, ma non c’è il consenso e ci vorrebbero almeno 30 - 40 anni per sostituire l’energia da idrocarburi.
La proposta della Commissione, come è fatta ora, va bocciata con annotazione di inconsistenza. Ma non va bocciata l’idea di una transizione verso l’energia pulita e la decarbonizzazione: andrebbe cambiato il metodo. Bisognerebbe fare uno scenario sulle fonti di energia pulita e poi adeguare gli incentivi per i mezzi che la usano, lasciando uno spazio di miglioramento per i motori endotermici. Poi bisognerebbe definire degli ecostandard realistici a livello globale per armonizzare il nuovo ciclo energetico con quello industriale e valutare con più precisione se gli ecostandard globali individuati hanno un impatto positivo sul cambiamento climatico. Probabilmente resterà un eccesso di CO2. Questo potrà essere ridotto rapidamente da programmi accelerati di trasformazione della CO2 gassosa in carbonio solido, via tecnologia di catalisi (ci vuole un decennio circa per metterla a punto e a scala). In ogni caso, l’Ue dovrebbe evitare dazi e tasse e puntare tutto sugli incentivi e sulla stimolazione di nuove tecnologie per evitare shock industriali e guai geopolitici.