Quali le conseguenze economiche dei recenti vertici G7, Nato, America con Ue e Russia, per inciso tutti ben preparati da sherpa professionali e segnati da una chiara volontà statunitense sia di portare a bordo gli europei sia di cominciare a farlo con la Russia con l’obiettivo di limitare l’espansione della Cina? La più immediata e rassicurante riguarda la sospensione delle sanzioni reciproche tra Stati Uniti e Ue per l’annosa questione Boeing – Airbus. E questa precorre la normalizzazione anche in altri settori con benefici commerciali reciproci. La non esecuzione di sanzioni americane contro le aziende impegnate nel completamento del gasdotto North Stream 2 mostra un rilassamento delle tensioni tra Germania e Usa, che ne implica anche uno intraeuropeo, e Usa – Russia. Gli analisti più esperti sono stati sorpresi da un atteggiamento statunitense che tiene in considerazione gli interessi e i problemi degli alleati, cosa mai vista né durante l’amministrazione Obama né tantomeno in quella Trump. Evidentemente per Washington è essenziale mostrare che può costruire un’alleanza amerocentrica più grande della Cina allo scopo di condizionarla con bastone e carota. Dove la seconda è molto rilevante: l’America non vorrà soffocare l’economia cinese pur mettendo confini netti alla sua penetrazione globale. Ciò implica limitazioni in alcuni settori, ma non un blocco complessivo con il potenziale di destabilizzare il mercato globale. Tuttavia, il beneficio maggiore in prospettiva riguarda la posizione statunitense di competere con la Cina non solo con limitazioni, ma, soprattutto, sul piano della “superiorità di sistema”. Ciò implica una stagione di investimenti massivi in America, pur ancora incerto il quanto e come, che costituirà un traino economico anche per gli europei.
Tutto bene? Un giovane del gruppo di ricerca di chi scrive ha proposto il titolo di “belle epoque” allo scenario globale fino al 2028. In effetti ce sono alcuni motivi. Ma altri hanno osservato che tutti gli attori rilevanti nello scenario globale hanno rilevanti problemi interni: America, Ue, Cina e Russia. Le ultime due potenze potrebbero scaricarli verso l’esterno. Le prime due hanno conduzioni politiche al momento non consolidate e potrebbero tornare a divergere. Infatti non è irrilevante la probabilità di frammentazione conflittuale del globo con effetti pesanti sull’economia. Tuttavia, appare evidente che tutti gli attori rilevanti sul piano globale sentano la priorità di mettere a posto i loro sistemi interni e che per riuscirci abbiano bisogno di una “lunga tregua” sul piano esterno.