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Carlo Pelanda: 2021-5-13Milano Finanza e Italia Oggi

2021-5-13

13/5/2021

Perché Italia e Francia stringono alleanze

Molti analisti stanno segnalando un’inattesa convergenza politica tra Francia e Italia. Per gli attori economici e finanziari è importante capire se ciò ridurrà la pressione francese per la conquista, talvolta predatoria, di asset italiani oppure no.

La pressione francese ha due livelli che spesso si intrecciano. Sul piano dello Stato e della Grand Strategy, Parigi varò nel 1993 un’azione di conquista dell’economia italiana per pareggiare il potere reale della Germania rafforzato dalla riunificazione. Su quello privato, esiste un marcato differenziale di scala tra aziende francesi ed italiane e ciò spinge le prime a posture acquisitive, considerando che il mercato italiano è ricco di risparmio, di domanda e capacità tecnologica. In alcune occasioni è stata rilevata una collaborazione tra club privati e agenzie statali. Nello scenario Brexit, poi, è stata evidente la tendenza francese, oltre che a consolidare la posizione di unica potenza nucleare Ue pretendendo la centralità in tutto il sistema industriale per la difesa dell’Ue stessa, a cercare di sostituire la piazza finanziaria di Londra, accentrando su Parigi i servizi finanziari rilevanti. L’idea strategica che alimenta, per esempio, il progetto Euronext è far restare il sistema europeo formalmente multicentrico, ma con un sovrasistema francese che farà da riferimento agli altri sistemi nazionali.  Difficilmente queste ed altre azioni di dominio verranno sospese: si tratta di una Grand Strategy, appunto, indipendente dai governi di contingenza. Ma potrebbero essere attutite o convertite in compromessi che non penalizzino l’Italia proprio da una variazione della Grand Strategy francese stessa. Ci sono segnali? Lo sono la de-enfatizzazione di una sovranità europea francocentrica post Nato, il riconoscimento che Parigi ha bisogno di aiuto per tenere le posizioni in Africa, ecc. Così come ci sono segnali, in seguito al rientro dell’America negli affari europei, di un aumento della rilevanza passiva dell’Italia e del tentativo francese di evitare che si trasformi in attiva in divergenza con Parigi. Per altro l’Italia ha bisogno della Francia per difendere le posture espansive di Ue e Bce. E certamente è un vantaggio per ambedue collaborare per il presidio militare e politico del Mediterraneo e dell’Africa, coperti dall’ombrello statunitense. Pertanto è possibile e razionale puntare a compromessi di “reciprocità utilitarista”, sfumando le frizioni del passato, ma sempre tenendo gli occhi ben aperti ed evitando mosse, politiche e industriali, che creino divergenze nel bilaterale Germania – Italia.          

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