Una comparazione tra Stati Uniti e Ue, sul piano economico e della velocità di ripresa, è utile per capire cosa migliorare nella seconda perché la prima è già in boom mentre l’Ue stessa è ancora in affanno. L’Amministrazione Trump, pur criticabile sul piano delle precauzioni, già nella primavera 2020 ha iper-finanziato la ricerca di vaccini, ottenendone una quantità sufficiente per completare l’immunizzazione di massa entro luglio. L’Ue ha voluto spendere di meno, per limitare l’indebitamento, e si sta trovando in difficoltà di fornitura. La necessità di organizzare meglio la gestione delle emergenze è evidente. In America non esiste la cassa integrazione e la licenziabilità è libera. Ma le aziende hanno avuto finanziamenti garantiti con la seguente formula: se l’impresa dimostra di aver mantenuto l’occupazione, il prestito viene trasformato in sovvenzione e si apre la possibilità di un ulteriore prestito garantito, con le stesse modalità. La disoccupazione negli Stati Uniti tornerà ai minimi già nel corso del 2021, mentre quella europea, in particolare nell’area meridionale, verrà riassorbita molto più lentamente e solo parzialmente. Tale fatto si commenta da solo. In America la spesa pubblica in deficit durante la pandemia è stata almeno doppia di quella nelle nazioni europee e si è trasformata in sostegni sostanziali ad imprese e famiglie. L’Amministrazione Biden ha lanciato un programma di spesa modernizzante in deficit di entità 2,5 volte superiore al Recovery Fund dell’Ue ancora in contrastata approvazione. La politica tende a giustificare l’esito negativo di tale comparazione dichiarando che l’America è uno Stato vero e in piena sovranità monetaria mentre l’Ue non lo è. Viste le migliaia di morti personali ed economiche a causa dell’incompletezza europea appare razionale scrivere che o l’Ue si completa oppure si lascino liberi gli Stati di tutelare i loro cittadini e imprese.