Entro fine aprile la quantità di vaccinati nelle aree del mondo rilevanti per l’economia europea e, soprattutto, italiana sarà sufficiente a rimettere in moto le attività dipendenti dai flussi di persone anche se la vaccinazione nelle singole nazioni non sarà completa. La probabilità di questo evento è elevatissima in base ai dati correnti di accelerazione delle procedure di vaccinazione. Ciò permette di usare con forte presunzione di affidabilità inferenze bayesiane, svincolate dal metodo statistico-frequentista, per generare scenari. Quello relativo all’economia italiana mostra la possibilità di un rimbalzo fortissimo già nel secondo semestre 2021, mentre il più degli scenari istituzionali lo stima debole solo nel terzo, ma alla condizione che entro aprile sia disponibile un certificato di immunizzazione che renda possibile per i vaccinati libero accesso a trasporti e luoghi. La Commissione Ue ha annunciato il completamento dello studio su questo certificato con termine fine maggio. Non è chiaro però se entro tale data sarà già pronto un prototipo digitale ad applicabilità rapida e compatibile con il certificato globale in fase di studio all’Oms. Pertanto la prima raccomandazione all’Ue è: chiarire. Per stimolarla va elaborato un calcolo di quanti soldi in deficit dedicati ad assistenza e ristori possano essere risparmiati qualora ad aprile fossero disponibili i certificati. Il team di ricerca dello scrivente ha fatto una stima preliminare per l’Italia: il volume delle prenotazioni dall’esterno per la stagione estiva, l’aumento immediato dei flussi di vaccinati italiani combinato con quello dei viaggi ed incontri business, ecc., sarebbe già sufficiente a sostenere la riapertura di quasi tutto il comparto nazionale dei servizi. Se vi fosse poi il riconoscimento dei certificati israeliani, statunitensi, ecc., a giugno inizierebbe un boom del settore più colpito, che vale il 13% del Pil, portando il rimbalzo del Pil stesso 2021 dal 3,5% circa ora previsto al 7-8%. In sintesi, rendere viabile l’Italia in aprile-maggio con un certificato di immunità digitale europeo compatibile con altri nel mondo vale decine di miliardi.
Fattibilità? Già ora dovrebbe essere standardizzata l’immissione (certificata) dei dati individuali su una piattaforma digitale in cloud da cui un individuo possa derivare ed esibire il passaporto medico. Tale sistema dovrebbe essere predisposto per continui aggiornamenti a fronte di vaccinazioni future contro varianti virali. La tecnologia per costruirlo è già matura: sarebbe incomprensibile e motivo di imputazione un ritardo.