Secondo le recenti stime del Centro studi di Confindustria il rimbalzo forte dell’economia atteso a partire dal secondo trimestre è rinviato al terzo per il ritmo lento delle vaccinazioni. Ciò implica estendere almeno fino a luglio i sostegni d’emergenza ai settori più colpiti dai blocchi precauzionali nonché prevedere una maggior spesa per i ristori per portarli ad un livello che permetta la sopravvivenza “ponte” delle attività limitate. Non ci sono ancora calcoli resi pubblici, ma chi scrive teme servano decine di miliardi in più, nel breve termine, e due o tre anni di extradeficit per riparare l’economia e darle capacità di riassorbimento dell’occupazione. Il settore con il maggior fabbisogno è quello dei servizi. Studiando il modello Israele, prima al mondo per velocità di vaccinazione, si trova un certificato (verde) di immunizzazione che permette al portatore accesso illimitato a servizi e trasporti. Infatti in Israele ora riaprono tutti i servizi con accesso condizionato all’esibizione di tale certificato. Ciò implica un minor fabbisogno di finanziamento ponte. Cipro, Grecia e Israele, inoltre, hanno siglato un accordo di riconoscimento reciproco del certificato di immunità per favorire più circolazione libera dei turisti. Potrebbe l’Italia fare lo stesso? Da un lato, c’è la preoccupazione di discriminare. Dall’altro, perché mai i vaccinati dovrebbero subire limitazioni? Chi scrive non ha esitazioni: togliere dalle limitazioni i vaccinati dando loro accesso illimitato a bar, ristoranti, trasporti, spettacoli, spiagge, musei, teatri, eventi sportivi, ecc. Considerando che comunque ad aprile ci saranno milioni di vaccinati in Italia, Europa e America (1 su 5 già ora lo è), l’apertura illimitata a chi è certificato permetterebbe all’Italia un rimbalzo forte già nel secondo trimestre, riducendo di molto il fabbisogno d’emergenza. Sorprende che tale misura non sia già nell’agenda del governo.