Il Copasir avverte che l’acquisto di Borsa italiana da parte di Euronext è un’operazione di influenza geoeconomica da parte della Francia. Banca d’Italia risponde assicurando piena tutela degli interessi di sua competenza e di quella condivisa con la Consob. Altre istituzioni assicurano che la formula di governance è equilibrata. Ma qual è l’obiettivo della strategia francese? Chi scrive, mentre era consigliere del ministro degli Esteri B. Andreatta (1993), ricevette informazioni che mostravano una precisa strategia della Francia: pareggiare lo strapotere della Germania sul piano economico e finanziario conquistando il sistema italiano perché lo status di potenza militare e nucleare non era più sufficiente. Avvertì quel ministro – rimarchevole pensatore – che questa era una Grand Strategy duratura, provata dal crescente reclutamento di élite italiane, e non una contingenza. E raccomandò una difesa asimmetrica per un’Italia troppo debole per bilanciare la pressione francese in modi simmetrici: spugna e sguscio. La prima serviva a rallentare l’offensiva francese usando come strumento il disordine italiano. Il secondo ad agganciare il sistema industriale e finanziario rilevante italiano all’anglosfera. E di sottolineare nelle dichiarazioni una lealtà italiana massima verso sia l’Ue sia l’America. Nel 2001 lo scrivente fu ingaggiato part-time dal ministro della Difesa A. Martino per compiti di scenario strategico, tra cui la difesa dell’industria militare italiana da una pressione acquisitiva francese. Raccomandò lo sguscio, cioè comprare asset industriali britannici e americani trasformando l’industria tecnologica italiana da preda in predatore, sfilandosi dalla Francia. Manager e funzionari competenti raffinarono ed eseguirono la strategia. Ma anche raccomandò di cedere qualcosa a Parigi per evitare una guerra che l’Italia ricattata per il debito non poteva vincere.
Ora la conduzione Macron, molto abile, è riuscita a sovrastare la difesa italiana con il metodo della spugna e ha ampliato gli obiettivi strategici: la priorità è trasformare Parigi nel centro finanziario dell’Ue, espandendo Euronext. Pertanto l’oggetto di difesa principale è la piazza finanziaria di Milano. E resta solo la strategia dello sguscio. Per esempio, creare un Nasdaq italiano che rafforzi la piazza milanese, partecipato anche da entità statunitensi. E via queste connesso globalmente. Sarebbe un’opzione in più e molto tech per la finanza italiana, compatibile con la collocazione dell’Italia in lealtà sia europea sia atlantica, come spesso enfatizzato dal Quirinale.