La creazione del ministero per la transizione ecologica ha scatenato le visioni (eco)futurizzanti di chi scrive, ma entro una missione (geo)finanziaria: aumentare il valore del capitale territoriale dell’Italia. Prima di tutto questo va difeso da una serie di minacce incombenti. Impaludamento o inaridimento a causa del cambiamento climatico e correlati rischi di fenomeni atmosferici estremi e di mutamento delle basi microclimatiche delle produzioni agricole. Il territorio italiano, poi, è una macchina del tempo dove persistono testimonianze storiche fisiche come in nessun altro luogo del mondo. E ciò implica un potenziale di “competitività crono-topologica” attualizzabile in attrattività turistica. Inoltre, ha rilevanza prioritaria la creazione di un territorio a inquinamento zero e a de-carbonizzazione crescente, con minimizzazione della vulnerabilità ad eventi sismici e sistemi di allarme anticipativo contro rischi epidemiologici vegetali, animali e umani. La gestione dell’insieme deve essere fatta da politiche specifiche, ma l’efficienza di ciascuna dipende da un sistema integrato di informazione aggiornabile continuamente sullo stato del territorio complessivo: uno strumento di “ecocibernazione del capitale territoriale”, dove per “cibernazione” si intende la costruzione di una capacità di controllo attraverso l’informazione. C’è una relazione ovvia tra aumento dell’informazione e del valore geofinaziario.
Come? Iniziando a costruire HOMI (HOlistic Model of Italy) sperimentando uno standard HOME (of Europe) da estendere all’Ue. Si tratta di rappresentare i diversi livelli territoriali attraverso strumenti di osservazione “multisensori” già esistenti: satelliti, droni, stazioni a terra (e sotto) di rilevamento, ecc. Si immagini una mappa multistrato che può essere letta sia nel suo complesso sia per livelli selettivi, per esempio, il flusso delle acque, il mutamento chimico dei terreni, la patologia delle piante, il livello di inquinamento, la qualità dell’aria, ecc. Tale massa di dati poi viene messa al servizio di analisi sia sistemiche sia di interventi specifici, per esempio la creazione di argini contro l’aumento del mare per evitare l’abbandono di territori urbani o agricoli produttivi. Ma una loro variante selettiva può essere messa al servizio di una mappa storica per usi di guida qualificata a flussi turistici. In sintesi, l’informazione cambia il valore del territorio, aumentandolo con effetto diffuso sulle attività produttive. Chi scrive spera che questa bozza di idea venga valutata per diventare progetto finanziabile con i soldi europei.