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Carlo Pelanda: 2021-1-29Milano Finanza e Italia Oggi

2021-1-29

29/1/2021

Nel confronto tra America e Cina è centrale la Russia

Chi scrive ha qui segnalato poco tempo fa l’adozione di una nuova dottrina del “multilateralismo selettivo” da parte dell’amministrazione Biden basata su una classificazione della politica estera nei confronti della Cina (e implicitamente Russia) simile a quella elaborata dalla Germania e poi estesa alla Ue. La strategia delle 3 C: cooperazione, competizione e confronto (conflitto). E si era chiesto se tale impostazione e (potenziale) convergenza euroamericana avrebbe portato stabilità nello scenario globale oppure no, sospendendo la risposta fino all’evidenza della reazione cinese e russa. Infatti la strategia delle 3 C ne nasconde una quarta: condizionamento.

La risposta è arrivata qualche giorno fa nel webinar di Davos ed è stata furiosa. Xi Jinping ha accusato l’America di arroganza. Putin ha profetizzato il declino degli Stati Uniti. I due messaggi erano indirizzati, in generale, agli alleati dell’America, ma in particolare agli europei. Per inciso, va considerato che le parole dei leader cinese e russo sono alimentate da think tank strategici combinati con un’intelligence a vasto raggio. Questi hanno rilevato che in realtà non c’è coincidenza tra le 3 C come interpretate in America e nell’Ue. Il pensiero strategico statunitense tende a minimizzare la cooperazione, a massimizzare la competizione, lasciando elevata la deterrenza, cioè portando il confronto più verso il conflitto: di fatto punta ad un condizionamento. Quello tedesco, invece, vede uno spazio più ampio per la cooperazione, interpreta la competizione in chiave difensiva e non offensiva e lascia sfumato il confronto. Per esempio, la battuta di Merkel che con Biden non saranno rose e fiori si basa anche su questa considerazione oltre che sul timore di un rinnovato protezionismo di sinistra.  Ma anche se diverse, la convergenza euroamericana delle 3 C rafforza la versione condizionante statunitense. Per questo, il leader cinese e russo hanno voluto avvertire gli europei di non scegliere il partner sbagliato sia perché “arrogante” sia perché “debole”. Concordandolo? Non sembra, perché il linguaggio scelto da Putin segnala a Biden che senza la Russia l’America non potrà difendere il suo primato mondiale contro l’emergente potere cinese, ribadendo la rilevanza di Mosca anche come messaggio all’Ue. In sintesi, l’America non avrà sufficiente forza per condizionare la Cina, ma Pechino troverà comunque limiti. Resta ancora difficile probabilizzare la futura stabilità globale o meno, ma è più evidente che nel risiko avrà grande rilievo il dove andrà la Russia e chi la guiderà nei prossimi anni.   

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