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Carlo Pelanda: 2021-1-22Milano Finanza e Italia Oggi

2021-1-22

22/1/2021

La nuova dottrina del multilateralismo selettivo

Chi scrive propone di chiamare “multilateralismo selettivo” il tipo di politica estera che verrà adottato, perché già così impostato, dall’amministrazione Biden e che è già stato da tempo abbozzato nella Germania a conduzione democristiana, con crescente influenza sull’azione esterna dell’Ue. Il multilateralismo è tratto tipico dei centristi, sia un po’ di destra sia un po’ di sinistra, nelle grandi democrazie. La selettività è una soluzione per adattare il multilateralismo all’emergere del potere globale cinese che è una sfida incombente per gli imperi sia statunitense sia franco-tedesco (e nipponico), ma senza la volontà di arrivare ad un conflitto totale. Infatti nei think tank sia americani sia tedeschi ispirati al realismo politico è osservabile una categorizzazione comune di tre livelli di selezione delle politiche nei confronti della Cina: cooperazione, competizione e confronto (dissuasivo). La politica delle “3C” è nata (linguisticamente) in Germania con il problema di armonizzare le necessità mercantiliste con quelle di permanenza nell’alleanza atlantica: ampie relazioni tecniche-commerciali con Pechino, ma con zone di esclusione ed enfasi sulla simmetria e minime relazioni politiche. Per inciso, Tokyo ha seguito una simile calibratura, ma con più enfasi sul contenimento (implicito) militare.  

L’America si muoverà sulle “3C” o ripiegherà sul disingaggio? La burocrazia imperiale statunitense persegue il rafforzamento e l’estensione geografica dell’alleanza perché consapevole che l’America non possa sostenere da sola l’impero. Per esempio, ha resistito con successo alla postura unilateralista di Trump, annullandola. Janet Yellen ha enfatizzato la relazione tra politica espansiva interna e grande alleanza esterna. Quindi Biden potrà contare su leve forti. In conclusione, la direzione dello scenario è verso un duplice multilateralismo selettivo: a) una grande alleanza geografica tra democrazie; b) con criterio di relazioni triplici, e non solo conflitto, con la Cina. Ma Pechino certamente vede che la convergenza tra democrazie sulle “3 C” nasconde una quarta: condizionamento. Infatti lo scenario attende la reazione cinese prima di offrire una stima ponderata di stabilità globale futura. Tra le criticità c’è la collocazione della Russia: difficilmente verrà inclusa nell’alleanza tra democrazie e, pur (molto) riluttante, potrebbe accettare un’offerta di compattazione dalla Cina per sfuggire congiuntamente al condizionamento via estensione del raggio di deterrenza, precursore di instabilità. Nel risiko l’Eurasia peserà quanto il Pacifico.

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