Mentre si avvicina il momento di avvio della vaccinazione di massa, si infittisce il dibattito nelle istituzioni e sui media delle nazioni democratiche al riguardo della sua obbligatorietà o meno. Probabilmente la vaccinazione sarà fortemente raccomandata, nonché sostenuta da moral suasion attraverso testimoni legittimanti, ma non resa obbligatoria. Da un lato, le indagini demoscopiche mostrano che in maggioranza le popolazioni sono inclini al vaccino. Dall’altro, che esistono robuste minoranze fatte da riluttanti. Di questi, il maggior numero è fatto da persone che preferiscono aspettare di vedere quanta efficacia o problemi porti un vaccino o l’altro. Quando troveranno le evidenze richieste – e che siano rassicuranti è più probabile del caso opposto - accetteranno la somministrazione. Gli irriducibili una minoranza esigua. Pertanto i governi tendono a confidare su un consenso graduale e per tale motivo non vogliono rischiare l’accusa di autoritarismo che innescherebbe proteste rumorose. Razionale. Ma nello scenario si intravede un problema: per parecchi mesi del 2021 conviveranno un numero crescente di immunizzati ed uno, pur decrescente, di persone in attesa di vaccino.
Il ritmo di rimbalzo dell’economia sarà determinato oltre che dalla quantità di vaccinati per unità di tempo anche dalla qualità del loro certificato di immunizzazione. Questo, infatti, dovrebbe permettere pieno accesso ai luoghi e ai transiti. Appunto, più gente lo potrà esibire il prima possibile e più presto le operazioni economiche congelate dai blocchi precauzionali si scongeleranno. Per esempio, una compagnia aerea ha già annunciato che accetterà nei voli solo passeggeri con certificato di vaccinazione. E così è prevedibile sia per hotel, ristoranti, teatri, ecc. Ma quelli in attesa di vaccino cosa faranno? Dovranno per mesi subire limitazioni e sentirsi discriminati? Portando a matrice i problemi accennati, emerge che la situazione sarà gestibile e allo stesso tempo produttiva di un rimbalzo economico sempre più con caratteristiche di boom se il periodo di attesa non supererà i 4 mesi. Ma il miglior scenario per l’immunizzazione quasi totale di Italia e Ue è settembre/ottobre 2021. Pertanto, la somministrazione del vaccino andrebbe accelerata di circa due volte e mezzo in relazione alla velocità ora programmata nell’Ue. Infattibile? Con appropriati mezzi e organizzazione è fattibile come lo è stata la sorprendentemente rapida individuazione di una varietà di vaccini. Il certificato, poi, andrebbe costruito con standard globale promosso dal G 20, ora presieduto dall’Italia.