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Carlo Pelanda: 2020-10-9Milano Finanza e Italia Oggi

2020-10-9

9/10/2020

Negli scenari c’è un eccesso di pessimismo

I primi aggiornamenti di ottobre degli scenari globali economico-finanziari riportano, mediamente, proiezioni più pessimiste di quelle precedenti. La maggior probabilità, infatti, è assegnata a tendenze ad U dove il tratto basso potrebbe essere lungo, mentre la speranza di una ripresa a V si è molto ridotta e quella a L (depressione duratura) rispunta in alcune stime, pur marginalmente. Da un lato, l’estensione dei contagi nel mondo giustifica stime di rinvio e/o lentezza della ripresa, nonché di devastazione di parecchi settori economici e conseguente difficoltà nel loro ripristino. Inoltre, l’evidenza che la Fed e la Bce, e altre Banche centrali, si stiano preparando a sostenere per un tempo lungo un ciclo economico zoppicante non facilita l’ottimismo, pur rassicurando.  Dall’altro, è rilevabile un eccesso di pessimismo per i seguenti motivi. Al netto degli annunci fantasiosi, è molto elevata la probabilità (stimata da organismi tecnici) che un vaccino verrà fuori tra il primo e il secondo trimestre 2021. Anche se non sarà somministrato a tutti subito e ci vorranno mesi per farlo, la sola notizia della cura (credibile) avrà certamente l’effetto di cambiare repentinamente gli umori del mercato in un qualche tempo dell’anno prossimo, saltando dal pessimismo all’ottimismo, al boom. Poniamo che il vaccino o vaccini non siano efficaci per tutta la popolazione – non escludibile - e ciò implichi una persistenza endemica del virus: la notizia che un vaccino abbastanza efficace sia stato trovato sosterrà la fiducia che se ne trovino altri e nuove cure. Pertanto negli scenari andrebbe inserito un caso migliore di ripresa a V condizionato alla notizia del vaccino entro l’orizzonte 2021 con probabilità significativa. Ora, mediamente, negli scenari tale probabilità è bassa o vaga.

 Il punto: è corretto segnalare agli attori di mercato i rischi, ma lo è anche avvertire che la V potrebbe essere vicina. L’opinione di chi scrive è che si possa già caricare la molla per gli investimenti e, in alcuni settori, farla scattare presto. Si potrebbe obiettare che l’effetto depressivo della delusione sconsiglia di rischiare troppo ottimismo. Ma il vero rischio, nelle contingenze, è trasformare la difficoltà dell’osservatore nel trovare termini di riferimento – comprensibile vista la situazione mai sperimentata – in pessimismo. Un “ancoraggio cognitivo” in realtà c’è ed è la vasta mobilitazione di risorse e cervelli in atto per trovare un vaccino e cure (già molto evolute). Questo è capitale intellettuale che sta per trasformarsi presto in finanziario e pare utile segnalarlo.

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